Il battaglione “Monte Bicocca”, nappina rossa, cp (81^ , 101^ , 123^ ) è figlio del “Dronero”.
Il comando di battaglione e la 123^ compagnia si costituiscono a Dronero nel novembre 1915.
Il 31 marzo 1916 partono dal deposito e l’ 11 aprile giungono in zona di guerra, nel settore del IV° corpo d’armata.
Il 13 giungono la 81^ e la 101^ compagnia cedute dal “Dronero”.
Il battaglione accantonato a Kosec, passa a far parte del GRUPPO Alpini B. Il 1° maggio si porta sulle posizioni di prima e seconda linea del settore Monte Nero dove rimane sino al 21, giorno in cui il “Bicocca” assume la difesa del presidio di Monte Rosso. Gli alpini provvedono a lavori di difensivi e pattuglie effettuano ricognizioni verso le linee nemiche. Il 27 giugno l’81^ cp con un colpo di mano, penetra nelle trincee avversarie.
Il 3 luglio si porta in seconda linea, il 3 settembre si sposta a Kosec Messo temporaneamente a disposizione del settore “Saga”, il 5 raggiunge Serpenizza e si accantona a Sorgente di Saga e nei baraccamenti del fondovalle Uccea. Il 12 si porta a Goricica Planina e nel Vallone dell’Acqua e il 14 al Sacro Cuore.
Ultimati i preparativi per l’azione contro il Rombon, al battaglione viene affidato il compito di conquistare la colletta dei Pini Mughi. Nella notte sul 16, si schiera per l’attacco e alle prime luci dell’alba si lancia all’assalto raggiungendo le difese avversarie.
La linea conquistata è però indifendibile e pertanto nelle notte, le compagnie ritornano nelle posizioni di partenza. Per le perdite subite (6 ufficiali e 195 sottufficiale ed alpini), il 17 viene ritirato dalla linea e si accampa al Sacro Cuore. Il 18 si trasferisce a Berzova per il riordino ed il 26 ritorna a Kosec ritornando in carico al 2° gruppo. Il 30 si porta a Monte Pleca e disloca la 123^ cp a Planina Za Plecam.
Il 28 novembre è dislocato a frane di Kozliak,colletta “Sonza”, Monte Pleca ed il 15 dicembre è sulle posizioni di Krasji Vhr dove rimane sino alla fine del 1916.
Il 24 gennaio 1917 si porta a Kosec, il 26 riparte per Drezenca, S.Pietro al Natisone, Faedis ed il 28 giunge a Nimis. In questa località resta sino al 19 marzo, il 20 unitamente al resto del 2° gruppo si trasferisce sull’altopiano dei Sette Comuni e si accantona nei baraccamenti di Baita dell’Aja dove viene impiegato in vari lavori e sgombero neve.
Il 10 maggio occupa la linea di vigilanza della suddivisione di destra da Cima del Campanaro a Pozza dell’Ortigara. Vi rimane a presidio fino al 2 giugno , il giorno seguente si porta a Monte Lozza e Monte Fasolo. Per le operazioni contro l’Ortigara, il battaglione fa parte della colonna di sinistra destinata alla conquista delle posizioni del costone Ponari e del fondovalle Agnella. Il 7 si porta alla Crocetta a rincalzo del “Vestone” che costituisce la prima ondata d’assalto.
Nelle prime ore del pomeriggio del 10, cessato il bombardamento delle nostre artiglierie, le truppe partono all’attacco. Gli alpini seguendo quelli del “Vestone” riescono , protetti da una densa nebbia, a portarsi sotto i reticolati nemici. Improvvisamente la nebbia si dirada mettendo allo scoperto le truppe che vengono sottoposte a violento fuoco di mitragliatrici e fucileria. I reparti si sistemano sulla linea raggiunta sistemandola a difesa. Respinti alcuni ritorni offensivi del nemico, la sera dell’11 ritorna alla Crocetta e per la selletta di Campoluzzo, il 13 si porta a Busa Fonda di Moline. Per la ripresa delle operazioni, passa alle dipendenze dell’ 8° gruppo e con altri 4 battaglioni costituisce la riserva tattica dislocata sulle pendici dell’Ortigara. Conquistata la cima il 19 viene chiamato in rincalzo allo “Stelvio” e al “Valtellina”. All’alba del 20 sostituisce in linea quest’ultimo e il 21 unitamente al “Valle Arroscia” assume la difesa del settore di sinistra (trinceramenti di quota 2105) .Nella notte sul 25 il nemico effettua un violento tiro d’artiglieria seguito da un poderoso attacco con truppe d’assalto munite di lanciafiamme e bombe incendiarie. Superiore in uomini e mezzi il nemico riesce al infiltrarsi nelle nostre linee e aggira le posizioni tenute dal battaglione. La lotta s’accende violenta e ne segue un sanguinoso corpo a corpo in cui gli alpini del “Bicocca”, già decimati per le perdite subite, vengono sopraffatti. Il loro sacrificio serve a frenare l’avversario e dà modo ai rincalzi di arginarlo. I pochi superstiti scampati al nemico ripiegano in seconda linea.
Il 6 luglio inizia la ricostruzione del battaglione e il 10 il reparto si porta a Osteria alla Barricata. Il 15 unitamente al 2° gruppo, si trasferisce in ferrovia nel territorio della 9^ divisione e il 17 si accampa a Campo Jolanda. Il 18 il gruppo passa al II° raggruppamento. Il “Bicocca” rimane in questa località sino all’8 agosto, il giorno successivo si sposta in Val Posina per presidiare il tratto di prima linea tra la Montagnola-Cornolo-Malga Pierini. Il 4 settembre passa alle dipendenze del 7° gruppo con il quale il giorno 7 si trasferisce in Val d?Astico e nella notte sull’8 assume la difesa della linea Barcarola-Forte Ratti-Val Cantiglia-Tartura-Torre Alta con una compagnia distaccata per la sorveglianza all’Officina Elettrica della Val di Cavallo.
Cedute le linee al “Val Leogra”, il 12 ottobre si porta a Casale, il 15 a Villaverla e unitamente al raggruppamento passa a disposizione del comando supremo. Il 23 assegnato al IV° corpo d’armata, parte in ferrovia alla volta di Cividale dove giunge nella notte sul 25. Gli austro-tedeschi travolte le difese nel settore di Plezzo avanzano verso il Natisone.Il raggruppamento riceve ordine di procedere verso Montemaggiore e il “Bicocca” parte autocarrato pr raggiungere tale località. La marcia a causa del caos che regna sulle strade risulta difficile. Al bivio Platischis-Debellis lasciati gli autocarri, prosegue a piedi e all’alba del 26 provvede alla sistemazione di una linea difensiva a Punta di Montemaggiore. Alcune pattuglie prendono contatto col nemico che attacca le posizioni tenute da una compagnia del “Val Leogra” e da mitragliatrici del “Bicocca” ma vengono respinti. Numerose colonne avversarie avanzano in diverse direzioni per cui per evitare l’accerchiamento gli alpini ripiegano su posizioni retrostanti. Una nuova linea difensiva viene formata a sud di Monteaperto da SS. Trinità a quota 576 (Monte Ceò). Un nuovo ordine prescrive di rioccupare Punta di Montemaggiore ma appena iniziato il movimento, forze nemiche cominciano un aggiramento delle posizioni di quota 576. Il battaglione si sposta sul Poniak e sul Monte Zuogna. Causa forti attacchi nemici, le truppe ripiegano su Tarcento, il battaglione prosegue peer Artegna e nel mattino del 28 prende posizione a S:Maria Maddalena con le compagnie 101^ e 123^ . La 81^ compagnia si porta a Montenars a disposizione del corpo d’armata. Nella notte sul 29 il ripiegamento continua e per Montenars, Gemona, passato il Tagliamento al ponte di Braulis giunge a sera a Forgaria dove viene raggiunto dall’81^ compagnia. Dopo un sommario riordino, il 31 si trasferisce a Clauzetto, il 1° novembre a Meduno e il giorno successivo a Travesio passando con il 7° gruppo alle dipendenze della 16^ divisione . Il mattino del 3 assume la difesa della linea dalla chiesa di Castelnuovo del Friuli a Madonna dello Zucco. Respinti attacchi nemici, per le perdite subite, la sera deve ripiegare sulle alture di Travesio, poi a Sequals dove organizza una difesa a presidio del ponte di Meduna. Nella notte sul 5 gli austriaci in forze riescono ad aver ragione dei difensori che dopo accanita resistenza devono ripiegare su Colle e successivamente per Fanna-Maniago-S:Leonardo e Polcenigo a Sarone.Le gravi perdite hanno ridotto l’organico del battaglione a 110 uomini.
Il 6 il gruppo si trasferisce a Mezzomonte per proteggere il ripiegamento delle truppe del corpo d’armata.
Il 7 assolto il compito, il battaglione prosegue il movimento e per Belluno, Bosco del Cansiglio, Farra d’Alpago giunge nel pomeriggio dell’8 a Fadalto dove organizza la difesa sulla destra delle stretta a Case Coloniche.
Passa quindi il Piave a Ponte nelle Alpi e per Belluno si porta a Feltre. L’11 giunge a Bassano dove si riunisce al comando di gruppo e raccoglie alcuni dispersi e parte delle salmerie. Nei giorni seguenti prosegue a tappe per recarsi nella zona di radunata ed il 27 giunge a Doppi (Piacenza).
Il 25 novembre 1917 il “Bicocca” viene sciolto ed i suoi reparti, il 30, passano a far parte del “Dronero”.
Perdite:
Ufficiali morti 18, feriti 27, dispersi 19
Sottufficiali e truppa morti 118, feriti 618, dispersi 657
Comandanti:
Maggiore Giacoma Domenico 13/04/16 16/09/16 Caduto sul campo.
Capitano Robuschi Giulio 16/09/16 01/10/16
Maggiore Panizzi Luigi 02/10/16 29/04/17
Maggiore Francolino Luciano 30/04/17 04/06/17
Maggiore Panizzi Luigi 05/06/17 25/06/17 Caduto sul campo.
Capitano Paoletti Nino 06/07/17 23/07/16
Maggiore Rizzoglio Guido 24/07/17 29/11/17
Rinasce nel 1943 dal deposito del 2° reggimento alpini come 520° battaglione T.M.., assegnato al 175° reggimento alpini in Corsica come "Monte Bicocca "(nappina rossa) , inquadrava le compagnie 81, 101 e 123. Alla data dell'armistizio una compagnia era dislocata a Corte, le altre due ad Aleria a sbarramento della rotabile Corte-Piano ed a presidio di tre capisaldi.A seguito degli scontri con le truppe tedesche, reparti del" Bicocca" presidiarono il caposaldo di Olivella.
Le operazioni per la liberazione della Corsica continuarono e alle nostre truppe venne affiancato un contingente coloniale francese. Il 4 ottobre con la conquista di Bastia le ostilità cessarono. Terminate le operazioni, i battaglioni alpini vennero impiegati in lavori di bonifica del terreno dalle mine,a riparare strade ed a ricostruire ponti.
Dai primi di novembre i battaglioni vennero gradualmente trasferiti in Sardegna dove vennero sciolti nell’agosto del 1944. Non venne più ricostituito