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Viper
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Abuso del cappello alpino

Ogni tanto mi capita di vedere, specialmente ai tg regionali, manifestazioni della Lega Nord a cui partecipano individui con il cappello alpino. Ora, non entriamo nel merito del partito, potrebbe essere uno qualsiasi, ma sotto il cappello che cos'hanno costoro? Come si permettono di associare un simbolo del genere al tale o tal altro partito? :evil:
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Federico
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Re: Abuso del cappello alpino

Viper ha scritto:Ogni tanto mi capita di vedere, specialmente ai tg regionali, manifestazioni della Lega Nord a cui partecipano individui con il cappello alpino. Ora, non entriamo nel merito del partito, potrebbe essere uno qualsiasi, ma sotto il cappello che cos'hanno costoro? Come si permettono di associare un simbolo del genere al tale o tal altro partito? :evil:
Seguendo l'esortazione di Uno che di certe cose s'intendeva senz'altro molto più di me - non giudicare e non sarai giudicato - mi astengo dal dire che cosa abbiano, o non abbiano, sotto al cappello costoro :roll:

Direi, però, che l'uso del Cappello Alpino, così come altri capi di abbigliamento di origine Militare, sia vietato al di fuori di ben determinate occasioni. In nessun caso, mi risulta, è lecito portare certi capi d'abbigliamento a riunioni di partito, qualunque esso sia. Il Cappello Alpino, così come il Basco o il Moretto dei Bersaglieri è simbolo della Patria tutta, quindi ben più alto di un mero partito. Come simbolo non può schierarsi di qua o di la, da questo o quel partito, squadra di calcio, confraternita eccetera.

Saluti
Art. Federico
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Abbadia
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Saro' il solito che canta fuori dal coro, ma non vedo cosa ci sia di...immorale far rimarcare che uno ha certe idee, oltre che come uomo, anche come alpino.
Premetto che nn faccio questione di partiti e associazioni, non parlo di Lega e nn Lega, parlo in generale oltre tutto il buon Umberto non é il mio dio!!!
Chiaramente non deve essere uno sfruttamento , ma una manifestazione non la trovo scandalosa.
Un esempio: le marce della pace ( Non inorridite per favore ....) beh io le avrei viste benissimo le bandiere tricolori insieme con le bandiere arcobaleno, e visto che ho le mie idee, non avrei trovato sconveniente partecipare col capello alpino.
Avrei solo detto che come uomo e come alpino, condividevo lo scopo della manifestazione, come avrei rispettato chi avesse fatto la stessa cosa in senso contrario.
Quanto al vietato, a noi al corso avevano spiegato che la proibizione riguardava le stellette, unica formalizzazione dell'uso militare; d'altra parte vediamo , o forse vedevamo, oggi nn sono trendy, l'uso delle mimetiche da parte dei muratori , o le giacche a vento usate normalmente, le camicie , eccetera, quindi mi pare che anche il cappello non continui a essere abbigliamento militare dopo il congedo.
Se poi vediamo i cappelli che sono in giro...addornati di ogni schifezza !!!
Si tratta come in ogni cosa di buon senso e di buon gusto, e nn dobbiamo tapparci gli occhi: certe manifestazioni a cui partecipano gli Alpini, se nn sono politiche sono almeno ...politicizzate...e li' si interviene addirittura come Asssociazione/Sezioni/Gruppi.
Per esempio noto pochi e niente cappelli alpini alla deposizione di corone ai Caduti della Resistenza o ai fucilati na nazifascisti piuttosto che in altre occasioni...magari mi sbaglio e nn guardo bene, ma l'idea é quella.
E visto che Vi devo far inorridire fino in fondo.....
Trovo giusto che alle manifestazioni religiose intervengano gli alpini, mi riferisco a messe, processioni, cerimonie eccetera...
Ma se per ipotesi io, alpino al 100% sono di fede mussulmana....scandalizzo qualcuno, se alla moschea vado col cappello alpino ?

Ciao a tuch

Abbadia
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Mauro
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Re: Abuso del cappello alpino

Federico ha scritto: Il Cappello Alpino, così come il Basco o il Moretto dei Bersaglieri è simbolo della Patria tutta, quindi ben più alto di un mero partito.
Allineato e coperto con te.

In moschea con il Cappello Alpino?
.....vada vada, avanti il prossimo.

In Italia non credo ci sia restrizione, ognuno fa cio' che vuole.
Dio creò l'alpino, lo mise sulla montagna e poi gli disse arrangiati.
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Il cappello Alpino è un simbolo, non certo come la mimetica o come i vibram. Io uso una mimetica a pitturare la ringhiera, ma non mi sognerei mai di mettermi il cappello. Non mi sembra valga lo stesso ragionamento per un simbolo o per una calza verde oliva.
Altrettanto dicasi per le manifestazioni per la "pace": in quelle sfilate c'era di tutto e di più, e se uno ci vuole andare, a mio modesto parere, ci vada come individuo e non con un simbolo che, negli occhi di un osservatore esterno, potrebbe far pensare che quel cappello in quel particolare contesto rappresenti tutti gli alpini o le istituzioni come l'ANA.
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anche io sono dello stesso parere.
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Abbadia
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Ero certo di non incontrare il consenso quando ho scritto quanto sopra...pero' speravo che si capisse che la mia provocazione era diretta a far riflettere, al di la' delle parole.
Per quanto concerne l'equiparare il cappello alla mimetica, sono altroché d'accordo con te...per me il cappello é sacro....anche se é molto " usato" e usato anche per scopi nobilissimi quali il berci dentro o il ripararmi veramente dalla pioggia...
Il mio dire era solo per il cenno al divieto di indossare capi di origine militare, al di fuori di ben determinate occasioni...divieto che sn convinto nn esiste se nn per la divisa d'ordinanza...e/o almeno per qualcosa che la voglia imitare.

Il cappello nella moschea era chiaramente una provocazione, non capita e nn raccolta....ma ripensandoci non trovo veramente nulla di scandaloso se io da alpino, e sottolineo da alpino....in quanto mussulmano, vado nella moschea col cappello alpino, allo stesso modo che un cristiano va in chiesa....oppure chi nn é con noi é contro di noi e li...fuciliamo tutti ?

Per la partecipazione alle sfilate per la pace ( ma perché mettere questa parola tra virgolette ? ) sapete che veramente avrei voluto partecipare col cappello alpino ?
C'é di tutto e di tutti ? Proprio per quello...proprio perché ci sono persone di tutte le ideologie e modi di pensare che credo non avrebbe stonato il cappello alpino.
Il fatto che ad un osservatore esterno questo possa rappresentare tutti gli alpini o l'ANA é una cazzata, come poterlo pensare in ogni altra occasione.
A parte il fatto che non é esatta la definizione di Alpino= ANA , io sn orgoglioso, estremamente orgoglioso di essere alpino, e nello stesso tempo credo nel rispetto delle idee altrui, e nella mia idea molto convinta che la pace debba essere una delle primarie aspirazioni umane.....e mi spiace solo nn aver visto accumunate le due bandiere...la tricolore e la arcobaleno.....
So che in certi casi le bandiere sono strumentalizzate, ma questo capita sia al tricolore che a tutte le altre e lasciatemelo dire...capita anche al nostro...vecchio cappello alpino...

Non mi piace, dico non mi piace, non non voglio, vedere il cappello alpino esibito per motivi politici.
Come nn mi piace che venga considerato espressione di appartenenza esclusiva ad una parte o ad una religione....voglio che la penna sia il simbolo grande della liberta', della tolleranza e dell'amicizia e della solidarieta', come ci ha insegnato , a noi che l'abbiamo fatto e lo facciamo, la frequentazione della montagna.

Ciao a tuch


Abbadia
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fanicchi
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Ora, non entriamo nel merito del partito, potrebbe essere uno qualsiasi, ma sotto il cappello che cos'hanno costoro?
No, no. Ora invece entriamo nel merito del partito.
Premetto che non sono nè bianco nè nero, rosso, verde o blu che dir si voglia. Io sono apolitico.
Ma vedere il cappello alpino esibito in certe circostanze mi fa un po' inkakkiare.
Come si può portare il cappello alpino e allo stesso tempo gridare "Roma ladrona"?
Come si può portare il cappello alpino e allo stesso tempo applaudire uno che il tricolore lo vuole "mettere al cesso"? (e tralaltro è rimasto impunito e voglio sapere perchè)
Non sono i soliti luoghi comuni contro i leghisti.
Io rispetto le loro idee e qualcuna anche la condivido, ma, e mi sembra di averlo già  riportato da qualche altra parte qua nel forum, essere leghista e ostentare il cappello alpino è come un prete che a messa predica il satanismo.
Non è questione tanto di politica quanto di coerenza con le proprie idee.
Hai fatto l'alpino e sei fiero di ciò tanto da continuare a portare il cappello anche dopo il congedo? Bene! Ma se lo porti cerca almeno di sapere cosa esso rappresenta! E ricordati del tuo giuramento!
Tralascio perchè penoso il discorso riguardo agli adesivi sulle macchine recanti la scritta
ALPINI PADANI ...
E ce ne sono tanti, almeno dalle mie parti...
Quindi, concludendo rifacendomi alla citazione, costoro sotto il cappello hanno tanta tanta confusione (vorrei dire ignoranza ma se lo dico so già  che mi scatenano addosso un putiferio, quindi non lo dico)...

alp. David Fanicchi

P.S. La coerenza sembra sia un problema piuttosto radicato in tale partito, e colpisce anche le alte sfere, ma questo non è un forum politico quindi sto zitto...
"I monti sono maestri muti
e fanno discepoli silenziosi"
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Il cappello alpino è un simbolo piuttosto pesante. Se crediamo in quello che esso rappresenta, sappiamo quante vite, quanti sacrifici, quante altre cose ci sono in quel cappello con la penna.

Usarlo a sproposito vuol dire utilizzarlo in cose che con il cappello alpino centrano poco, oppure in manifestazioni poco importanti.

Le manifestazioni politiche in questo rientrano e non mi dite che uno che se lo mette a una manifestazione politica lo fa perchè vuole ribadire la sua appartenenza agli alpini, ma vuole cercare di convincere gli altri che anche gli alpini sono d'accordo con la sua idea politica. Non tutti hanno l'intelligenza di capire che il cappello alpino alcune volte è simbolo, alcune volte è solo coperchio per non far volare fuori poche idee confuse.
Io cerco di usare il cappello con parsimonia. Alle manifestazioni in cui si onorano i caduti, all'adunata o quando mi incontro con altre persone in nome di quel cappello, sia che l'incontro sia di festa o sia per portare aiuto o conforto. Tutte le altre occasioni sono secondo me sconveniente per il cappello alpino.
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Sono d'accordo.

Si tratta, come sempre del resto, di questioni di opportunità .

Differenzierei, poi, tra un uso "privato" del Cappello Alpino (ad esempio per ripararsi dalla pioggia durante una gita in montagna o anche verniciare la ringhiera :) ) e uso "pubblico" (ad esempio manifestazione politica).

Se nel primo caso non ci vedo nulla di male (sui mille usi pratici del Cappello, Bedeschi ha scritto una pagina memorabile), nel secondo, invece, è un po' come se si schierasse una Specialità  dell'Esercito Italiano, attraverso il suo simbolo, a favore o contro, poco importa, una determinata parte politica. Questo è, secondo me, assolutamente disdicevole. Al personale in servizio attivo nell'E.I. è, se non sbaglio, vietato appartenere a forze/partiti politici. Le motivazioni che hanno portato il legislatore a questa decisione, dovrebbero essere le stesse che vietano al privato, l'uso del Cappello Alpino in determinate occasioni.

Ciao
Art. Federico
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Alla fine basta poco, non esagerare e non essere egocentrici e non strumentalizzare sempre tutto cio' che passa per la mente solo per il gusto di soddisfare un bisogno personale.
Ma devo riconoscere che oggi giorno non ci si puo' scandalizzare più di nulla, non ci sono più valori, non conta più un fico secco.... e questo è per la maggioranza.
Mi dispiace che sia così, ma "cosi è se mi/vi pare".
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Mauro ha scritto: Mi dispiace che sia così, ma "cosi è se mi/vi pare".
:cry:
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fanicchi ha scritto: Come si può portare il cappello alpino e allo stesso tempo gridare "Roma ladrona"?
Come si può portare il cappello alpino e allo stesso tempo applaudire uno che il tricolore lo vuole "mettere al cesso"? (e tralaltro è rimasto impunito e voglio sapere perchè)
......
Hai fatto l'alpino e sei fiero di ciò tanto da continuare a portare il cappello anche dopo il congedo? Bene! Ma se lo porti cerca almeno di sapere cosa esso rappresenta! E ricordati del tuo giuramento!

Caro Fanicchi secondo il mio modesto parere hai ben centrato l'argomento.
Con quale coerenza chi ha prestato giuramento alla Patria e alla Bandiera, può presenziare a manifestazioni che si originano, sviluppano e concludono, per osannare allo smembramento dello Stato, e a volte eccedono nel torpiloquio.
Io credo che ognuno di noi sia libero di assumere le posizioni in tema di schieramento "partitico" che gli sono più consoni, ma per coerenza dovrebbe ricordarsi che certi "simboli" hanno significato, e ci ricordano, fatiche, bestemmie, urli, sacrifici, disperazione, violenze, dolore, sangue, gelo, amicizie, amore, di tutto un polpolo che unito si è impegnato per la costruzione del nostro Paese.
Non mi sento affatto rappresentato da chi ostenta il "CAPPELLO" in occasioni diverse da quella elencate da Simone, o per altri "sani motivi" :mrgreen: (pioggia, vino, vernice, ecc.)
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Da Centomila gavette di ghiaccio....

.........
- Devo rientrare al mio battaglione?- chiese Serri
- No, sei trasferito a un reggimento di un'altra divisione.........
.........
- Che reggimento è? - chiese Serri
- D'Alpini - disse il capitano.........
- Di quale divisione?
- Julia.
- Julia? - ripeté Serri quasi con un grido.
Il nome enorme gli calò sulle spalle, gli prese il cuore scuotendoglielo in cento battiti.
- ho capito; mi dispiace perderti - concluse il capitano medico. Ma lasciandosi sfuggire un sorriso aggiunse:
- Però ti dico che se fossi giovane farei come hai deciso tu: la Julia è la Julia, sangue di Dio! E che Dio te la mandi buona, figliolo.
.........
Erano soldati al pari di ogni altro, gli alpini della Julia; solamente, come tutti gli alpini, portavano uno strano cappello di feltro a larga tesa, all'indietro sollevata e in avanti ricadente, ornato di una penna nera appiccicata a punta in su sul lato sinistro del cocuzzolo.
Nelle intenzioni allusive di chi la prescrisse, la penna doveva essere d'aquila; ma in effetto gli alpini, ignari d'ogni complicazione e spregiatori d'ogni retorica, collocavano sopra l'ala penne di corvo, di gallina, di tacchino e di qualunque altro pennuto in cui il buon Dio facesse imbattere lungo le vie della guerra, nere o d'altro colore purché fossero penne lunghe e diritte e stessero a indicare da lontano che s'avanzava un alpino.
In pratica, la penna sul cappello resisteva rigida e lustra per poco tempo, ben presto si riduceva a un mozzicone malconcio; e qui cominciavano tutti i guai degli alpini che facevano la guerra: perché, a osservarli da vicino, si capiva subito che in pace e in guerra gli alpini potevano distaccarsi da tutto meno che dal loro cappello per sbilenco e stravolto che fosse; anzi!

E' un tutt'uno con l'uomo, il cappello; tanto che finite le guerre e deposto il grigioverde, il cappello resta al posto d'onore nelle baite alpestri come nelle case di città , distaccato dal chiodo o levato nel cassetto con mano gelosa nelle circostanze speciali, ad esempio per ritrovarsi tra alpini o per imporlo con ben mascherata commozione sul capo del figlioletto o addirittura dell'ultimo nipote, per vedere quanto gli manca da crescere e se sarà  un bell'alpino; bello poi, a questo punto, significa somigliante al padre o al nonno, che è il padrone del cappello.
C'è una ragione, naturalmente, per tutto ciò; ce ne sono molte. La prima è che dal momento in cui il magazziniere lo sbatte in testa al bocia giunto dalla sua valle alla caserma, il cappello fa la vita dell'alpino; sembra una cosa da niente, a dirlo, ma mettetevi in cosa a un mulo e andate in giro a fare la guerra, e poi saprete. Vi succede allora di vedere che col sole, sia anche quello del centro d'Africa, l'alpino non conosce caschi di sughero o altri arnesi del genere, ma tiene in testa il suo bravo cappello di feltro bollente, rivoltandolo tutt'al più all'indietro affinché l'ala ripari la nuca, e ampia tesa dinanzi agli occhi non dia l'impressione di soffocare; e con la pioggia serve da ombrello e da grondaia; con la neve, da tetto unico e solo per l'alpino che va su i monti.
Posto in bilico fra naso e fronte quando l'alpino è sdraiato a dormire sul sole e all'aria ed ha per letto le pietre o il fango, con la piccola striscia d'ombra che fa schermo sugli occhi è quanto resta dei ricordi di casa, è il cubicolo minimo che protegge soltanto le pupille, ma col raccolto tepore fa chiudere le palpebre sul sogno del morbido letto lontano, della stanza riparata e delle imposte serrate a far più fondo il sonno.
E se l'alpino ha sete, una sapiente manata sul cocuzzolo ne fa una coppa, buona per attingere acqua quando c'è ressa attorno al pozzo o si balza un istante fuori dei ranghi, durante le marce, verso il vicino ruscello; eccellente perfino a raccogliere, dicano quel che vogliono il capitano e il medico, la pasta asciutta e addirittura la minestra in brodo - non si scandalizzi nessuno, succede, succede! - nei casi in cui l'ultima latta finisce i suoi servigi sotto una raffica di mitraglia.
E' tanto amico e compagno, il cappello, che gli si farebbe un torto a sostituirlo con l'elmetto, in trincea; nessuno dice che il feltro ripari dalle pallottole più che l'acciaio, siamo d'accordo, ma è proprio bello averlo in testa a quattro salti dai nemici, ci si sente più alpini, e pare che il fischio rabbioso debba passare sempre due dita più in là , per non bucarlo; è così che dall'altra parte il nemico vede spuntare dalla trincea quel cappello curioso e quella penna mal ridotta che, a vederla riaffiorare sempre da capo per quanto si spari e si tempesti, sembra che venga a fare il solletico sotto il mento, e viene voglia di scaraventarle addosso l'inferno e farla finita una buona volta, ma fa anche pensare: accidenti, non mollano proprio mai, questi maledetti alpini!
E' tutto così, insomma; di cappelli e di uomini ne esistono centomila tipi a questo mondo, ma di alpini e di cappelli come il loro ce n'e' una specie sola, che nasce e resta unica intorno ai monti d'Italia. Ci vuole pazienza, bisogna prenderli come sono, come il buon Dio li ha voluti, l'uno e l'altro; e se a volte sembra che tutti e due si diano un po' troppo arie per via di quella penna, bisogna concludere che non è vero, prova ne sia che spesso quel cappello lo si fa usare persino da paniere per metterci dentro le sei uova o magari le patate ancora sporche di terra, coem se fosse la sporta della serva; bisogna pensare che tante volte sta a galla su un mucchio di bende e non calza più perché la testa del padrone, sotto, s'è mezza sfasciata per fare il suo dovere.
Bisogna anche sapere che quel cappello, a guardarlo, dice giovinezza per tutto il tempo della vita, e a calcarselo di nuovo un po' di traverso fra i due orecchi col vecchio gesto spavaldo, gli anni calano che è un piacere; e alla fine, quando non è proprio più il caso di piantarlo sulla testa, vuol dire che l'alpino ormai è morto, poveretto; e quasi sempre, mandriano o ministro che sia, se lo fa ancora mettere sopra la cassa e sta a dire che chi c'e' dentro era, in fondo, un buon uomo, allegro, in gamba, con un fegato sano e un cuore così; sta a dire che, morto il suo padrone, vorrebbe andargli dietro ma invece resta in famiglia, per ricordo; e che ormai, se non riesce neppure lui a ridestare l'alpino disteso, non esiste più neppure un filo di speranza, fino alla fanfare del giudizio universale non lo risveglia e lo scuote più nessuno: c'è un alpino di meno sulla terra.
A non voler contare il figlio che, polpacciuto e tracagnotto, brontolone e testardo com'è, vien su tal quale il suo padre buonanima; e già  al passo si vede che sta crescendo giorno per giorno “penna nera” senza fallo.
Come ai loro tempi erano suo padre e suo nonno, e tutti i maschi di casa, in fin dei conti; tutti alpini spaccati, figli della montagna dura e selvosa che dà  la vita e la toglie a suo piacimento, o la regala al piano per germinarne altra; inesauribile, essa che è di pietra e vento, impasta quindi i suoi uomini di durezza e di sogno.
Nascono e crescono così dal grembo, come gli abeti, le “penne nere”; che per la loro terra e l'intero mondo sono poi gli alpini; gli alpini d'Italia.
.........
Alp. Malaguti Daniele
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Bravo Lele ad aver riportato questo passo.
Chissà  se Qualcuno leggendo questo post possa capire effettivamente il significato o continua a pensarla diversamente.
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