Oggi visitiamo una delle opere del Vallo Orientale, settore XXIII, sottosettore XXIIIb (Postumia), II sistema difensivo.
Nella zona si può riscontrare un elevato numero di fortificazioni, che sbarrano la vallata che fa capo a Postumia: in meno di 10 km. vi sono circa una trentina di opere, la maggioranza medio-piccole, ma alcune (come quella in esame) con uno sviluppo ed un armamento notevoli.
Nell'area troviamo cinque distinte zone fortificate, tutte intitolate al generale Antonio Cascino. Siciliano di nascita, si distinse nel corso del primo conflitto mondiale, quando fu, assieme ad altri, artefice della conquista di Gorizia nel 1916. Fu insignito della Medaglia d'oro al Valor Militare per aver mantenuto il comando, rifutando il ricovero, sebbene gravemente ferito ad una gamba, cosa che lo condusse alla morte dopo una lunga agonia.
Gli "sbarramenti Cascino", realizzati prima del 1937, erano:
Strane
Strane-Cruscevie
Cruscevie
Orecca-Varti
L'opera in oggetto si trova immediatamente ad est del paesino di Hruševje, dove occupa quasi interamente una piccola collinetta.
Essa era armata con 7* mitragliatrici e un pezzo anticarro 57/43 Nordenfelt, di origine navale. I blocchi di combattimento ospitano tipicamente più di un'arma, e ve ne sono sono sia in caverna (ottimamente mimetizzati) che in strutture in calcestruzzo all'incirca una decina di metri più in alto del corpo dell'opera, dotate anche di uscita di sicurezza. La difesa dei malloppi è affidata a piastre in tre parti. Le zone sopraelevate si raggiungevano in due casi con scalinate a chiocciola in metallo (attualmente rimosse, rendendo di fatto i malloppi corrispondenti inaccessibili), in un caso con scalinata a chiocciola in pietra e in un altro con una scala alla marinara. Il pezzo anticarro era invece collegato con una scalinata convenzionale.
(* corretto)
L'opera è stata, analogamente ad altre della zona, riutilizzata nel secondo dopoguerra dalla Jugoslovenska Narodna Armija (JNA, Armata Popolare Jugoslava), che ha dotato la struttura di un nuovo impianto elettrico, rimosso le porte stagne (mettendone di nuove ai due ingressi) e compiuto dei lavori sia sul mimetismo esterno che di ripartizione dello spazio nei locali interni, dove sono state montate diverse porte in legno e alzate pareti divisorie in cemento. Siamo di fronte quindi ad un tipo di reimpiego diverso da quello che siamo abituati a trovare.
Iniziamo con il vedere l'ingresso est, dove si incontra la numerazione JNA:
(foto dr. Feelgood)
Una scritta d'epoca solo parzialmente nascosta dall'imbiancatura delle pareti:
Nell'opera si incontra la numerazione originale, che è unica per tutte le fortificazioni: in questa immagine l'indicazione per la "postazione 29" (vicino si trova la 30). Il pezzo A/C era invece denominato per esteso, senza numero.
Il pozzo di un malloppo reso inaccessibile dalla rimozione delle scale a chiocciola:
Una delle porte in legno installate dalla JNA:
Un tratto di corridoio (foto dr. Feelgood):
L'opera è estremamente umida. Per ovviare a questo problema era stato realizzato un sistema di generose intercapedini, visibili dove la parete ha ceduto:
La postazione del cannone Nordenfelt:
Un vano chiuso (con porta e parete) dai militari JNA (foto dr. Feelgood):