Battaglione Alpini Val Leogra


Nasce nei primi mesi del 1915 , figlio del “Vicenza”, inquadrato nel 6° reggimento, porta la nappina rossa ed è costituito inizialmente dalle compagnie 259^ e 260^.
Il 24 maggio 1915,all’inizio delle ostilità, alla dipendenza della 9^ divisione, V° corpo d’armata, si trasferisce a Malga Campiglia.
Nella notte sul 25, al comando ed alla 259 ^compagnia è affidato il compito della difesa del Monte Pasubio, già occupato dalla 108^ del “Vicenza”, che viene destinata a rinforzare il battaglione; il 27 anche la 260 ^si porta su questo monte.
Nei primi giorni di giugno, la 108^ spinge la nostra occupazione fino alla linea Monte Spil-Monte Testo-Col Santo, ed il 19 con l’arrivo di reparti del 79° fanteria, viene costituito il comando delle truppe della regione Col Santo-Monte Pasubio, la cui funzione acquista notevole importanza con lavori stradali e con la sistemazione difensiva di tre batterie d’artiglieria.
Alla fine del mese le posizioni vengono presidiate dall’80° fanteria, che sostituisce il battaglione, il quale rimane di riserva fino al 3 agosto. Nei giorni dal 4 al 7 , si trasferisce nella zona di Val Terragnolo, dislocando la 108 ^compagnia a Monte Sarta, con occupazione avanzata a Costabella; la 260 ^sul versante destro del Terragnolo, a Cima Maggio ed a Malga Quarteri, con distaccamenti in Valle de’ Punti e Val Caleara; la 259^ a Passo della Borcola, con un plotone a fondo valle , per mantenere il collegamento fra le compagnie. Con il battaglione è anche il CCVII battaglione Milizia Territoriale, impiegato nella zona per lavori.
Notevole l’attività dei reparti negli ultimi giorni d’agosto, in concorso con le operazioni svolte dal 2° bersaglieri. Il 20 un nucleo di 70 alpini, scalando le rocce alla testata di Val de’ Punti, coopera col IV° battaglione del suddetto reggimento all’occupazione del ridotto di quota 1823. Il 25 un plotone della 260^ compagnia avanza fin presso la quota 1703 di Monte Maronia, appoggiando l’azione dei bersaglieri che ne effettuano la conquista.
Rinforzato dalla 93^ compagnia del “Vicenza” , il battaglione , in seguito alla mutata situazione tattica , sposta l’occupazione della 260^ sistemandola sullo sperone a sud di Valle de’ Punti ed a Malga Quarteri, con un posto avanzato in Val Calcara, mentre il plotone di Monte Maronia si rafforza sulla posizione raggiunta. Il 31 una pattuglia compie un’ardita ricognizione su Piazza.
Nel mese di settembre e nei primi giorni d’ottobre il “Val Leogra”, rinforzato sempre dalle compagnie 93^ e 108,^ dal II° battaglione del 79 °fanteria e dal CCVII ° M.T., compie metodiche azioni  d’avanzata nella valle, ampliando la nostra occupazione fino a nord di Piazza.
Il 5 settembre, suoi reparti occupano un costone a nord di Baisi. Nella notte sul 14, la 108^ compagnia, portandosi sino ai boschi sovrastanti Costabella, sistema i suoi plotoni in piccole ridotte a sud di Geroli. Il 28 viene strappato al nemico il costone che scende da Dosso del Sommo, in Val Terragnolo, alla confluenza di Val Zuccaria.
Il 4  ottobre sono occupate le posizioni comprese tra Stedileri, Camperi ed “alla Volta”. Il giorno 8 vengono costituiti dei posti avanzati per sorvegliare la località di Piazza, sgombrata dal nemico in seguito a nostre ardite ricognizioni. Nei giorni 20 ottobre e 12 novembre il battaglione svolge azioni dimostrative, in concorso alle truppe che operano sull’altipiano di Folgaria e nel sottosettore Adige-Zugna.
Con l’occupazione di Valduga, compiuta il 16 novembre da reparti del 79° fanteria, le truppe di Val Terragnolo assumono una nuova dislocazione ed il “Val Leogra” viene inviato a protezione del sottosettore Val Calcara-Monte Maronia ove rimane fino al termine dell’anno, alla dipendenza della 35^ divisione, che ha sostituito la 9^ nel settore.
Il 1 febbraio 1916, il battaglione, che conserva sempre la sua dislocazione in Valle Terragnolo, passa alla dipendenza del comando sbarramento Agno-Posina.
Dura e faticosa è la vita dei reparti in linea a causa della neve caduta e per le valanghe, che, specialmente nei primi di marzo, cadono numerose causando vittime. Il 15 marzo , unitamente al battaglione “Monte Baldo” al quale sono state assegnate le compagnie 93 ^e 108^ , costituisce il “Gruppo alpini Porta”, che ha alle sue dipendenze le altre truppe dislocate nella Valle Terragnolo.
L’inizio dell’offensiva austriaca sugli altopiani, trova il battaglione nelle trincee di “alla Volta” ed in Val Calcara. Nel pomeriggio del 16 maggio, gli alpini, dopo aver resistito ai violenti attacchi avversari, ripiegano sul versante sinistro della valle Terragnolo ed il 17 occupano prima Costabella, poi la linea Monte Sarta-passo Luco-Malga Bisorte. Fino al 19 il battaglione s’oppone tenacemente all’avanzata nemica e nella notte sul 20, sostituito in linea dall’”Exilles” ripiega al passo della Borcola, poi a Colle di Xomo, ove rimane fino al 30, giorno in cui si porta a Recoaro per ricostituirsi.
Il “Gruppo Porta”, formato dal “Val Leogra”, dal “Monte Berico” e dal “Vicenza”, riordinati i reparti , s’avvicina alle prime linee; il battaglione si trasferisce in zona di Campogrosso per essere impiegato col “Monte Berico” nelle operazioni che la 44^ divisione deve svolgere in Vallarsa. Messo a disposizione della brigata” Roma”, il 9 giugno si trasferisce sul Loner meridionale e, iniziato l’attacco, avanza fino a raggiungere il fronte del rio Romini; il 13 l’azione è sospesa. Due giorni dopo raggiunge Monte di Mezzo ed il 21 giugno, sciolto  il “Gruppo alpini Porta”, passa a far parte del 6° gruppo, rimanendo alla diretta dipendenza della brigata” Puglie” ed accantonando il 21 giugno nella zona fra Focolle e Cima di Mezzana.
All’alba del 26, il “Val Leogra”, unitamente alla colonna sinistra della “Puglie”, avanza decisamente raggiungendo Aste in Val Coni. Nella mattinata del 27 vengono spinte pattuglie verso il Mattassone, che, attaccato, può essere solamente conquistato il giorno seguente, dopo lungo e vivace combattimento. L’avanzata continua, le compagnie, per la boschina a mezza costa di Zugna Torta, raggiungono i reticolati  delle posizioni nemiche di Foppiano, contro di cui invano il 30 sferrano attacchi. Sistemata la nuova linea, si rafforzano nella predetta boschina per assicurare il possesso della rotabile Mattassone-Foppiano.
Nella notte dal 5 al 6 luglio, il battaglione si trasferisce prima ad Aste poi ad Albergo Dolomiti; assegnato al X° corpo d’armata, il 7 è trasportato in autocarri a Rocchette, ove sosta per provvedere alla riorganizzazione.
Essendo in corso i preparativi per rinnovare l’azione contro Monte Cimone, il 18, destinato alla 9^ divisione, accantona a S. Rocco ed il giorno seguente sostituisce reparti del 209° fanteria nelle trincee di Monte Caviojo.
Il 23 luglio, dopo il tiro delle nostre artiglierie, il “Val Leogra”, che ha il compito di conquistare la cima del monte, si lancia all’attacco insieme a reparti del 154° fanteria, che si dirigono verso le posizioni avversarie da Cason Brusà. L’avanzata è lenta, il nemico reagisce violentemente ed il battaglione a stento riesce a portarsi sul monte ed a prendere collegamento coi fanti. Verificati i varchi prodotti nei reticolati, nel pomeriggio l’avanzata riprende e gli alpini, coadiuvati dalle compagnie 3^ e 7^ del 154°, nonostante gravi perdite, s’impossessano del trincerone a quota 1230. Provveduto alla sistemazione della nuova posizione, viene respinto un violento contrattacco sferrato dal nemico. Il mattino del 25, preso il collegamento coi reparti di Cason Brusà e di Valle di Valeza, si tenta d’allargare la nostra occupazione, ma gli sforzi s’infrangono contro i reticolati ancora intatti. L’azione ha una sosta per essere nuovamente ripresa il 29, giorno in cui le due compagnie del “Val Leogra”, in concorso al 154°, ancora una volta tentano invano di superare le difese avversarie.
Il battaglione viene ritirato sul Caviojo per riordinarsi, ma il mattino del 4 agosto, due suoi plotoni sono chiamati ad operare con la brigata "Novara", impegnata su Monte Cimone. Il giorno 8 gli alpini si riuniscono a Salgarola, nei pressi di Velo d’Astico, dove si ricostituiscono.
Il valore dimostrato dagli alpini del “Val Leogra” nelle suddette operazioni è consacrato nella motivazione della medaglia d’argento al valor militare concessagli.
Il 4 settembre il battaglione cessa di far parte del 6° gruppo, rimanendo alla dipendenza della 9^ divisione.
Il 10, la 259^  compagnia ritorna nelle trincee di quota 1230 (M.Cimone) ove rimane fino al 22; nella notte sul 23, iniziato il movimento per portarsi ad Arsiero, riceve ordini di sostare sul Caviogio.
All’alba del 23 , il nemico , con una potente mina, fa saltare le trincee sulla parte occidentale del Monte Cimone, quindi attacca riuscendo ad impadronirsene. Le truppe di rincalzo accorrono e con esse, il comando del “Val Leogra” e la 260^ compagnia, che si riuniscono alla 259^ al  Monte Caviojo.
Ricevuto ordine di riprendere la posizione perduta, a sera, il battaglione, rinforzato da due compagnie di fanteria, tenta per ben quattro volte di riconquistare quota 1230 ma ogni sforzo è stroncato dalla tenace difesa avversaria. Il giorno seguente gli alpini si portano sul rovescio della località denominata “il Redentore”, da dove inviano pattuglie, provvedendo allo stesso tempo  alla sistemazione delle trincee.
Il 1 ottobre la 260^ ritorna in prima linea tra il Monte Caviojo ed “il Redentore”.
Dal 10 al 12 le truppe del settore svolgono un’intensa azione dimostrativa a fuoco e con pattuglie per evitare spostamenti di truppe verso il Monte Pasubio, ove si svolgono nostri attacchi.
Il 14 la 259^ si trasferisce a Salgarola.
Negli ultimi due mesi dell’anno, le compagnie si sostituiscono nelle posizioni di prima linea.
Il 10 dicembre il battaglione è rinforzato da una terza compagnia di nuova costituzione, la 261^ che accantona a Piovene, sede del comando; in detta località il 23 giunge la 260^, mentre la 259^ il giorno precedente ha sostituito reparti di fanteria in Valle di Valeza (Bedini).
Fino a tutto aprile 1917 le compagnie a turno disimpegnano il servizio di sorveglianza delle trincee di Valle di Valeza, attendendo allo stesso tempo a lavori vari.
Il 2 maggio la 259^ e la 260^ si portano a Maglio, mentre la 261^ è dislocata a Crosare.
Il 12 il battaglione si riunisce a S. Rocco e, nella notte sostituisce il “Val d’Adige” nelle posizioni delle valli di Valeza,  Camugara e di Tezzo (settore Valli).
Il 10 luglio il comando del battaglione si trasferisce, unitamente alla 261^ compagnia, a Forte Ratti, assumendo il comando delle truppe del settore Barcarola-Val Cantilia.
Il 27 il “Val Leogra” passa a far parte del 7° gruppo alpini che unitamente al 2° costituisce il II° raggruppamento.
Il 9 agosto il comando del battaglione ritorna nel settore Valli e la 261^ occupa la linea dell’Officina Elettrica di Val Cavallo. Riunitosi il 12 settembre a Casale, il 17 da Chiappano è trasportato  in ferrovia a Filippini in Val Sugana, destinato al 15° gruppo alpini di nuova costituzione, ma il 20 ritorna alla dipendenza del 7°, accantonando nuovamente a  Casale.
Il 22 la 261^ è distaccata a Cima della Forcella per lavori.
Dopo una breve permanenza dal 10 al 14 ottobre nella linea Tartura-Torre Alta, con avamposti a Barcarola, Forte Ratti ed in Val Cantilia, il battaglione si trasferisce il 15 a Cogollo ed il 18 a Canè.
Destinato il 7° gruppo, sempre alla dipendenza del II° raggruppamento, alla 2^ armata, il “Val Leogra” la sera del 24 raggiunge in ferrovia  Cividale e prosegue subito in autocarri per portarsi su Monte Stol. 
Gli austro-tedeschi, vinte le difese sull’Isonzo, avanzano rapidamente ; il battaglione giunto a Debellis nelle prime ore del 25, riceve ordine dal comando di gruppo d’occupare la Punta di Montemaggiore, insieme al “Bicocca”. Gli alpini prendono posizione a quota 1615 inviando pattuglie per prendere contatto col nemico che ha già occupato lo Stol. Nel pomeriggio il combattimento si accende violento, ma a sera per evitare l’accerchiamento, i nostri reparti sono costretti a ripiegare su Monteaperta. Imbastita una linea difensiva su Monte Briec e Monte Celò, il “Val Leogra” resiste per tutta la giornata, lottando corpo a corpo e respingendo quattro attacchi avversari.
Frattanto la situazione si fa sempre più critica, il nemico con pressione costante e col favore della nebbia, minaccia di chiudere in una cerchia di fuoco il battaglione che è costretto a retrocedere su Monte Poniak.
La sera del 28, per Tarcento e Gemona, raggiunge la Sella di Foredor, ove pernotta. All’alba del 29 prende posizione su Monte Chiampon, il ripiegamento però continua.
Passato il Tagliamento al ponte di Braulins, si porta a Forgaria, il 31 a Clauzetto ed il 1 novembre a Meduno. Il giorno 3 riceve il compito d’occupare le alture a nord-est di Travesio ove, nelle prime ore del 4, sostiene un violento combattimento.
Perduto il collegamento con gli altri reparti del gruppo, per Monte Ciaurlec  ritorna a Meduno. Dopo una nuova resistenza opposta a Navarons ed a Poffabro, nel pomeriggio del 5 gli alpini sostano a Forcella la Croce. Il 6 per Barcis raggiungono Monte Plai, la notte seguente Cimolais, l’otto Polpet.
Il 9 giungono a Feltre dove si riuniscono al 7° gruppo, con il quale proseguono la marcia per portarsi nella zona di radunata, giungendo il 26 a Vigostano.
Sotto la data del 25 novembre 1917 il “Val Leogra” è sciolto ed il 30 gli alpini superstiti sono destinati ad altri reparti.
Nel corso della guerra è stato 25 mesi e 29 giorni in linea, 4 mesi e 21 giorni di riposo.
Ha riportato: Ufficiali Caduti 8, feriti 24,dispersi 9/ Truppa Caduti 110, feriti 559,dispersi 295
Comandanti: Ten.Col. Porta Achille, Magg. Cantamessa Ludovico, Cap. Ferrario Ferdinando, Magg. Salvalaglio Aristide,Magg.  Quadrone Ernesto

Il "Val Leogra" viene ricostituito  dal Deposito del 9° reggimento alpini a Vicenza presso la caserma “Durando” a fine agosto 1939 con le compagnie 259^,260^, 261^ e comando. Fa parte del “Raggruppamento Alto Isonzo” (btg “Val Fella”,”Val Tagliamento”,”Val Natisone”,”Val Pescara”).
Il 1 maggio 1940 il Raggruppamento viene sciolto ed il btg passa con il “Val Pescara” nel 2° gruppo alpini valle (3° raggruppamento).
Durante la Campagna di Francia rimase schierato a protezione della frontiera con la Jugoslavia nella valle dell’Isonzo.
Dalla zona di approntamento di Tolmino, il 13  dicembre del 1940 viene trasferito in treno a Foggia dove giunge 17 .Viene aerotrasportato  in Albania e il giorno 25 lascia Tirana per raggiungere il fronte assegnatogli dalla Divisione Tridentina portandosi nel settore ed alle dipendenze tattiche del 6° Reggimento Alpini (Valle del Devoli - Guri-i-Topit).
Il 31 dicembre sostituisce in linea il btg. " Vestone" e con le sue tre compagnie tiene un fronte di notevole ampiezza: lungo quasi 5 km, dalla q. 1840 corre lungo il Papallazit toccando le q. 1583 – 1689 – 1772, il Monte Pupatit, q. 1541 e scende al passo di Skalles dove si incontra il collegamento con il btg. "Verona".
Dal 22 gennaio il comando del settore “Pupatit” passa al 5° reggimento alpini.
Il mese di gennaio e i primi giorni di febbraio sono dedicati al potenziamento degli apprestamenti bellici e la vita degli alpini è segnata da difficilissime condizioni climatiche: temperature rigidissime e frequenti tormente di neve logorano le capacità di resistenza della truppa. Nel mese di febbraio i Comandi Superiori decidono l’occupazione del monte Guri-i-Topit, la cui mole di oltre 2100 metri si erge di fronte allo schieramento; in seno al "Val Leogra" viene costituito con elementi forniti dalle compagnie un plotone sciatori, al quale viene affidato il compito dell’occupazione preventiva della cima. L’occupazione della posizione strategica rientra però anche nei piani nemici e il 10 febbraio sulla impervia cresta sommitale avvengono i primi scontri con i Greci; tutte e tre le compagnie del "Val Leogra", rinforzate dal plotone sciatori e dalla 48ª cp. del "Tirano" oltreché da nuclei di mitragliatrici, difendono nei giorni successivi le posizioni conquistate dagli attacchi di ingenti forze nemiche ben supportate dalle artiglierie. In un clima rigidissimo gli alpini resistono tenacemente agli assalti di un nemico preponderante per numero ed armamento e nel combattimento corpo a corpo numerosi sono gli atti di autentico eroismo, tra tutti ricordiamo l’alpino Lesa Severino decorato di Medaglia d’oro . Il 15 febbraio, dopo 5 giorni di combattimenti che hanno ridotto la forza del reparto di ben 11 ufficiali e 172 alpini, il battaglione viene sostituito nelle posizioni dal "Vestone". Rimane di rincalzo sino al 21 febbraio tra la q.2120 e la sella di q. 1848.
Per la resistenza sull'impervio Guri-i-Topit al battaglione viene conferita la Medaglia d'Argento al valore militare.
Il battaglione cessava ai primi di marzo la dipendenza dal 5° reggimento alpini; la 261^ compagnia messa agli ordini della divisione “Parma” , dal 10 al 23 marzo entrò in linea sulle pendici del Tomori; il comando del battaglione con le compagnie 259^ e 260^ messe alle dipendenze del 1° reggimento alpini, fu impiegato dal 18 marzo sul Bregu i Math.
Dal 24 marzo rientrò al battaglione la 261^ compagnia.
Nella notte sul 13 aprile, il battaglione, ricevuto l'ordine di muovere all'inseguimento del nemico in ritirata, inizia il movimento che vede gli alpini del "Val Leogra" compiere in soli dieci giorni una marcia di oltre trecento chilometri fino a Sirian in val Vojussa, dove si conclude il 23 aprile1941 in seguito all'armistizio con la Grecia.
L’ultimo combattimento avvenne il 19 aprile presso il torrente Mezikes dove caddero 1 ufficiale e 5 alpini, 24 furono feriti.
Dal 15 Luglio 1941, per contrastare i moti di ribellione manifestati contro i presidi italiani, il "Val Leogra" , sempre nel 2° gruppo alpini valle, viene impiegato in Montenegro .
Proveniente da  Bagni Lixkes (Albania) giunse  autotrasportato a Podgorica. La prima operazione fu la liberazione di Cettigne avvenuta il 22 luglio in concorso con l’11° reggimento alpini. Furono inoltre effettuate rastrellamenti intorno alla città per lo sblocco delle rotabili Cettigne-Budva e Cettigne-Cattaro. Alla fine del mese, autotrasportato, partecipa alle operazioni volte all’occupazione di Grahovo che viene raggiunta il 1 agosto. Il 9 agosto la 260^ compagnia col “Val Pescara” occupano Viluse. Dal 18 al 22 agosto il battaglione diviso in due colonne effettuò il rastrellamento della regione del Bijela-Gora.
Il 2° gruppo alpini, mosse l’otto settembre da Grahovo e si trasferì a Niksic , sistemò a difesa l’importante località, organizzando dei capisaldi sulle alture circostanti. Le compagnie effettuarono rastrellamenti, operazioni di sblocco rotabili, di scorta ad autocolonne e treni sulla linea verso Bileca.
Il 26 settembre un’autocolonna fu assalita presso Stubica e il “Val Leogra” intervenne effettuando rastrellamenti. A metà ottobre tutto il 2° gruppo effettuò un ampio rastrellamento nella zona di Goransko, rientrando a Niksic dopo quattro giorni.
A fine mese il comando di gruppo e il “Val Leogra” si trasferirono a Podgorica.
Il 30 novembre il battaglione effettuò una ricognizione a nord-est della città. Le compagnie 260^ e 261^ marciavano sulla rotabile a fondo valle, mentre la 259^ con una sezione della 37^ batteria era sulle alture  di destra. Improvvisamente questa colonna, giunta presso Peuta, fu attaccata da preponderanti forze partigiane. Fu costretta a ripiegare perdendo 5 ufficiali (2 caduti,2 feriti,1disperso)  6 sottufficiali ( 2 caduti, 1 ferito, 3 dispersi) e 152 alpini (53 caduti, 60 feriti, 39 dispersi).
A metà febbraio 1942, il 2° gruppo si trasferisce a Danilovgrad a supporto delle operazioni volte allo sblocco del presidio di Niksic.
In concorso con altri reparti il “Val Leogra” conquista nella mattinata del 17 Bogetici.
Nel marzo 1942 è inquadrato nella 6^ divisione alpina “Alpi Graie”.
Il compito affidato alla divisione fu la liberazione della Valle dello Zeta, nella quale erano concentrate agguerrite formazioni partigiane comuniste che praticamente assediavano Danilovgrad, occupando alture e villaggi circostanti. I battaglioni alpini appoggiati dalle batterie, snidarono i ribelli e li costrinsero a ritirarsi nella Valle Zupa.
A maggio il 2° gruppo occupò le quote 845 e 890 dominanti l’imbocco di Valle Zupa e nei giorni successivi in concorso col battaglione “Susa” si spinse sino a Rubeza e Sella Gradac. Il 13 maggio, il “Val Leogra “occupò monte Vardar. Il 29 il 2° gruppo  valle giunse a Savnik, dove fu raggiunto dal 4° gruppo alpini. I reparti inseguirono i partigiani in ritirata verso la valle del Piva e stabilirono il collegamento con Zabljak. Seguirono vasti rastrellamenti per eliminare nuclei rimasti nei boschi e negli anfratti dei monti.
Il 25 luglio il “Val Leogra” con la 37^ batteria raggiungeva il monte Bobotov Kuk (mt 2522).
Nell’estate  le formazioni partigiane si spostarono dal Montenegro in Croazia.
Sino a settembre continua l’attività di controllo del territorio.
Alla fine del mese il battaglione si sposta a Scutari in Albania per un periodo di riposo.
La divisione “Alpi Graie” rimpatriò  mentre il 2° gruppo alpini valle fu trasferito in Grecia ad Arta con compiti presidiari.
Dal 16 al 23 gennaio1943 il “Val Leogra” compie rastrellamenti nella zona Sindeknon-Skulikaria.Ringistina; dal 16 febbraio al 16 marzo nella zona ad oriente di Arta. Ai primi d’aprile si trasferisce a Gianina da cui parte per soccorrere il presidio di Metzovo. L’otto luglio autocarrato parte per Gefiyra Seta per proteggere la rotabile. Fu attaccato nei pressi di Meliodovon. Il combattimento si protrasse per tutta la giornata. In questo evento fu ferito il comandante del battaglione capitano Arnaldo Adami.
Il 10 settembre l'intero battaglione  viene  catturato dai Tedeschi ed inviato nei campi di prigionia in Germania. Ma le sofferenze degli alpini del glorioso "Val Leogra" non sono ancora finite e molti perdono la vita sotto un micidiale bombardamento aereo alleato nella notte del 13 settembre 1944.
Comandanti Albania: magg. Gaetano Tirone, magg. Domenico Lanzetta, cap. Mosè Bongioanni(int.), ten.col. Eligio Morero.
Comandante Montenegro : magg. Ferdinando Rucca .
Comandanti Grecia: cap. Arnaldo Adami, magg. Giuseppe Alberton.

Nel secondo dopoguerra il glorioso nome del "Val Leogra", con la nappina rossa, ricompare nell’organico delle truppe alpine in seno al 21° rgpt. alpini d’arresto il 1 luglio 1963, per cambio di denominazione del XXV° btg. alpini d’arresto. Articolato nelle compagnie 259ª - 260ª - 261ª - 354ª - 355ª e plotone comando, il btg. è  dislocato nella caserma Enrico Federico di Brunico ed al medesimo viene affidato il compito di presidio di opere di sbarramento presenti in Val Pusteria e valli adiacenti. La nuova esistenza é però di breve durata, il successivo 30 giugno 1964 il  "Val Leogra" viene definitivamente sciolto e le sue compagnie, in posizione quadro, passano con cambio di numerazione al btg. alpini d’arresto  "Val Brenta".

Medaglia d'Argento: ”Il battaglione “Val Leogra”,vincendo difficoltà di terreno ritenute insormontabili e la tenace resistenza del nemico, in unione di altri reparti, conquistava con audacia e tenacia sovraumana l’impervio Monte Cimone di Arsiero, mantenendolo saldamente a prezzo di un largo e generoso tributo di sangue” Monte Cimone di Arsiero, 23 luglio 1916

La Medaglia è in consegna alla bandiera di guerra del btg. Alpini "Bassano", erede delle tradizioni del  6° reggimento Alpini.
 
Medaglia d'Argento:” Schierato nel settore più alto ed impervio dell'intero fronte, dove i rigori dell'inverno ed i disagi richiedevano eccezionale forza di resistenza e di adattamento per vivere e combattere, il battaglione "Val Leogra" manteneva saldamente, per oltre due mesi le importantissime posizioni affidategli. Attaccato da forze preponderanti potentemente armate e operanti col favore di accecante tormenta, combatteva per quattro giorni, con strenuo valore ed inflessibile tenacia fino a stroncare, a prezzo di grave sacrificio di vite e di sangue, l'impeto offensivo dell'avversario al quale infliggeva durissime perdite. Successivamente, colmati i vuoti prodotti dalle bufere di neve e di fuoco, partecipava con fiero slancio alle operazioni conclusive della campagna, percorrendo, in dieci giorni di marcia ininterrotta, 300 chilometri di territorio liberato e contribuendo a travolgere le ultime resistenze nemiche e a schiudere, con un'ultima offerta di sangue generoso, la via alla decisiva vittoria. Confermava così, in terra d'Albania, le magnifiche virtù guerriere della gente alpina e le superbe tradizioni di aggressività, di resistenza, di dedizione al dovere, di cui aveva già dato ammirata prova nella grande guerra”
Guri-i-Topit, 10/14 febbraio 1941 Bregu-i-Math, Erseke-i-Morzova, Leskoviku, 13/23 aprile 1941

La Medaglia è in consegna alla bandiera di guerra già del btg. Alpini "Vicenza", erede delle tradizioni del  9° reggimento Alpini poi trasferita al btg. Alpini "L’Aquila".

Caporale Severino LESA Medaglia d'oro al Valor Militare: “Comandato a portare munizioni in linea si prodigava senza sosta per assicurare il rifornimento fino alle postazioni più avanzate. In una di queste, vista una mitragliatrice priva di serventi, impugnava decisamente l’arma e, con tiro calmo e preciso, contribuiva efficacemente ad arrestare ed infrangere un violento attacco nemico. Ferito una prima volta continuava il fuoco fino a totale esaurimento delle munizioni. Colpito nuovamente da una scheggia di granata, che gli staccava quasi completamente una gamba, ai compagni che volevano allontanarlo, opponeva un rifiuto esortandoli a non curarsi di lui. Con sovrumano stoicismo, quasi a dimostrare loro la sua fede e ad infondere coraggio, con una roncola si amputava l’arto. Mentre stava per spirare, trovava ancora la forza, con l’animo sereno e sempre proteso alla lotta, di incitare i compagni a resistere agli attacchi del nemico.”

Guri-i-Topit (fronte greco), 11/12 febbraio 1941
Al valoroso alpino è intitolata una caserma a Remanzacco (UD)


Battaglioni Alpini