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Luigi
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Rassegna stampa.

Dal "Corriere della Sera" di oggi:



La storia delle penne nere: un saggio di Giovanni Lugaresi ripercorre le azioni umanitarie in cui l'arma si è distinta

Dagli alpini dell'imperatore Augusto ai soldati della pace

EROI LETTERARI

È di questi giorni la notizia che mille alpini andranno in Afghanistan per operazioni difensive contro i terroristi di Al Qaeda. L'intervento in Afghanistan è l'ultimo di una serie di missioni internazionali cui hanno partecipato i nostri alpini. In questi anni, sono intervenuti in Albania, Kosovo, Bosnia, dando ovunque prova di efficienza e spirito di collaborazione. L'arma degli alpini è particolarmente cara agli italiani. Con i loro canti, ora gioiosi ora malinconici, le penne nere sono tra le figure più caratteristiche del repertorio di tradizioni e valori nazionali. Sul coraggio e l'amor di patria degli alpini, sulle loro intrepide imprese è fiorita fra le due guerre una ricca produzione narrativa. Per limitarci a qualche autore, ricordiamo Jahier, Soffici, Bedeschi, Rigoni Stern. Anche Rudyard Kipling fu conquistato dal valore dei nostri «soldati di montagna».
La loro storia è antica: le prime tre legioni «alpine» furono create dall'imperatore Augusto. Ma l'atto di nascita ufficiale è del 15 ottobre 1872, quando un decreto governativo del Regno d'Italia istituì regolari truppe alpine. Il nuovo corpo militare entrò in azione nel 1887, partecipando alla spedizione africana contro il negus Giovanni dopo l'eccidio di Dogali. Pochi anni dopo, le penne nere si imbarcarono a Napoli per sedare la rivolta dei boxer in Cina.
Ma cosa fanno gli alpini quando non sono impegnati su fronti militari? Di come operano in tempo di pace non si parla quasi mai, eppure con il loro generoso intervento essi soccorrono ogni anno popolazioni colpite da ogni genere di calamità .
Degli «Alpini di pace» parla Giovanni Lugaresi nel suo nuovo libro (Editrice il Prato). Lugaresi, giornalista e scrittore di sangue romagnolo, che con gli alpini ha in comune una generosa schiettezza di sentimenti, ha voluto rendere omaggio a un'arma che onora la fama italiana nel mondo.
Catastrofi naturali, emergenze umanitarie: in Friuli dopo il terremoto del 1976, in Madagascar per la costruzione di un villaggio-impresa, in Piemonte dopo l'alluvione del 1994, intervento premiato con medaglia d'oro del Presidente della Repubblica. Sono solo alcuni esempi della solidarietà  che anima la grande famiglia delle penne nere. All'insegna del motto «Onorare i morti aiutando i vivi», esse accorrono compatte ovunque le chiami la voce della sofferenza. Fra i grandi alpini ci fu don Carlo Gnocchi, cappellano militare in Russia, sulla via della beatificazione.
Nel maggio 1972, il raduno annuale dell'Associazione Nazionale Alpini (oltre 329.000 iscritti in 116 sezioni in patria e all'estero) si tenne a Milano. Per le strade della città  sfilò il più lungo corteo della sua storia. Otto ore di marcia, da Porta Venezia a largo Cairoli, fra ali di folla inneggiante. C'erano gli alpini emigrati in Australia, Sudafrica, America del Sud. La mattina dopo, il consueto rapporto delle Volanti alla questura dichiarava che la notte era trascorsa tranquillamente. Gli alpini avevano vegliato sulla città .

Gaetano Afeltra


Mandi.
Luigi
"Gli Alpini arrivano a piedi là dove giunge soltanto la fede alata"
(G. Bedeschi)


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Mauro
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Di come operano in tempo di pace non si parla quasi mai...
Ma forse a volte è meglio così, gli Alpini non si discutono...


W GLI ALPINI !!!
Dio creò l'alpino, lo mise sulla montagna e poi gli disse arrangiati.
C.le Istr. 9°/96
Brigata Alpina Cadore

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