macts
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informazione tecnica

Ciao a tutti,
Ho un piccolo problema, la settiamana scorsa ero in Alta val pusteria e ho visto con gioia una decina di Alpini alle prese per la prima volta con gli sci e questo mi ha riempito di gioia, ma volevo sapere da qualcuno se sa dirmi che marca e modello è il casco da sci usato dall esercito .
Grazie mille a tutti
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è il famoso modello "ocio che casco" (appunto) della famosa stilista Mary Balto ... :lol:
"Cosa facciamo noi dell'esercito ? Noi sforniamo efficenza"

(Da una allocuzione del vice comandante la compagnia reclute in un soleggiato primo pomeriggio di uno dei primi giorni da spina nel novembre 1978)
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Lorenzo
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Re: informazione tecnica

macts ha scritto:Ciao a tutti,
Ho un piccolo problema, la settiamana scorsa ero in Alta val pusteria e ho visto con gioia una decina di Alpini alle prese per la prima volta con gli sci e questo mi ha riempito di gioia, ma volevo sapere da qualcuno se sa dirmi che marca e modello è il casco da sci usato dall esercito .
Grazie mille a tutti
Come cambiano le cose...

Nel 1992 altro che casco... norvegese!

:)
C.le Lorenzo
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è il famoso modello "ocio che casco" (appunto) della famosa stilista Mary Balto ...
Nel 1994, quando non era disponibilie la "Norvegese" era di gran moda anche il "casco" del famoso designer Hel Met. :D

E che dire dei mitici sci Spalding? Qualcuno di voi li ha usati, sppongo.
Da quello che so (a dicembre ho incontrato dei militari sulle piste del passo del Tonale) tutta l'attrezzatura che abbiamo usato noi è andata in pensione :cry:
Hanno nuovi materiali, a non so che modello siano.

Alla prossima
Ciao
...Ma gli alpini non hanno paura

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Sci Spalding, casco?
Siamo seri!
Un vero alpino usa gli sci di legno stile anni 30 con la molla per bloccare il Vibram (che avevano le apposite scanalature sul tacco per farla passare) e pelli di foca per fare fondo.
Inverno 68/69 scuola di sci: non avevo mai sciato prima e non ho sciato dopo.
Caporalmaggiore/Maestro: "Questi sono sci quella è la discesa, pronti, via".
Ero a Glorenza/Val Venosta: un paio di miei colleghi non riuscirono a fermarsi ed attraversarono la statale passando davanti (me lo ricordo ancora) ad un maggiolone tedesco.
E poi via di racchette da neve (quelle degli esquimesi di legno e corda,)
Però avevo 35 anni di meno!
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51Stinger ha scritto: E che dire dei mitici sci Spalding? Qualcuno di voi li ha usati, sppongo.
Da quello che so (a dicembre ho incontrato dei militari sulle piste del passo del Tonale) tutta l'attrezzatura che abbiamo usato noi è andata in pensione :cry:
Hanno nuovi materiali, a non so che modello siano.
da buon Meteomont abbiamo ricevuto "l'arredo" da sci militare ma per fortuna per tutta la stagione abbiamo utilizzano sia i nostri sci che i nostri scarponi.....sto parlando dell'inverno 1997.
Mi ricordo pero' che in magazzino a Belluno c'erano ancora sci militari......
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Lorenzo
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A Tai c'era un magazzino con materiale da sci per tutto il battaglione.
Gli sci erano Spalding e Maxel bianchi con la righina verde. Gli scarponi, mi pare Caber.

Quando ho fatto la preparazione piste ai Ca.S.T.A. ho comunque usato i miei sci e scarponi. Quella volta ci è stata data la tuta da sci verde oliva della Samas, molto ben fatta.

Cmq se penso ai magazzini di Tai (cen'era uno immenso nel sottotetto della palazzina comando) colmi di roba nuova di pacca, che magari è ancora lì o peggio, è stata buttata...
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Federico
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In magazzino, in Batteria, c'era naturalmente anche tutto l'armamentario sciistico. Dall'apparenza, si trattava di materiale usato. Me presente, però, nessuno usò mai gli sci.

Erano sci bianchi, come quelli descritti da Lorenzo, e scarponi verdi da sci alpinismo (con suola vibram). Sembrava trattarsi di materiale, se non modernissimo, almeno utilizzabile. E lo era, quando la Batteria faceva esercitazioni in Norvegia.

Nel 1976 e nel 1977, se non ricordo male, facemmo con i miei una settimana bianca a La Villa, in Val Badia. Un giorno ci imbattemmo in una scena che non dimenticherò mai, sulla falsariga di quello che ha raccontato Wintergreen (ma non usavano i Vibram come scarponi).

Credo che fossero le lezioni di sci per una Compagnia Mortai (pezzi da 81, a giudicare da ciò che ricordo delle dimensioni), di non so che Battaglione.

Li capii che fare l'Alpino era un po' diverso dal fare semplicemente la naja.

Quei poveri cristi, molti dei quali era evidente che non avevano mai messo gli sci prima di allora, dovevano imparare a sciare col mortaio in spalla, usando degli sci che in tutta evidenza avevano dimenticato da tempo che cosa fosse il concetto di lamine, su di una pista che era si di quelle "verdi" (facilissime) ma che in quel punto era una sorta di strada, stretta e ghiacciata. Poveracci, mi veniva voglia, e avevo solo 10-11 anni, di dare loro una mano. I caporali, se erano tali, non saprei, che li istruivano (c'era un "maestro" davanto ad ogni squadra di una dozzina di sciatori) non facevano altro che sgolarsi urlando "Peso a vale, mona! Vi go dito de tener il peso a vale, mone! Diceva uno con spiccato accento veneto, mentre il successivo era decisamente lombardo perchè a "mona" sostituiva "crapùn" e "pirla"). Ma tutto sommato credo che si divertissero perchè ad un certo punto quel povero cristo che aveva il tubo del mortaio in spalla reagì e disse qualcosa del tipo "ma ca**o! qui il peso è tutto dietro, sulle mie spalle porco@#**... (e giù parolacce), come ca**o vuoi che metta sto ?*§°à§@# di un tubo a valle se sta dietro di me! devo sciare a marcia indietro?!?!?... E giù tutti a ridere (anche noi civili che assistemmo alla scena). :lol: :lol:

Saluti
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Lorenzo
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Grande.

Niente niente erano della mia compagnia o di una della Tridentina.

:D
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Lorenzo ha scritto:Grande.

Niente niente erano della mia compagnia o di una della Tridentina.

:D
Facile, si. A Corvara, poco lontano da La Villa, c'era (da chi dipende ora, sempre che sia ancora aperto?) il Villaggio Alpino della Tridentina (posto bellissimo, caserma fatta di piccoli chalet). Ma potevano essere anche dell'Orobica (Morbegno o Tirano). Proprio non saprei.

Ciao
Art. Federico
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Federico ha scritto:non facevano altro che sgolarsi urlando "Peso a vale, mona! Vi go dito de tener il peso a vale, mone! Diceva uno con spiccato accento veneto, mentre il successivo era decisamente lombardo perchè a "mona" sostituiva "crapùn" e "pirla"). Ma tutto sommato credo che si divertissero perchè ad un certo punto quel povero cristo che aveva il tubo del mortaio in spalla reagì e disse qualcosa del tipo "ma ca**o! qui il peso è tutto dietro, sulle mie spalle porco@#**... (e giù parolacce), come ca**o vuoi che metta sto ?*§°à§@# di un tubo a valle se sta dietro di me! devo sciare a marcia indietro?!?!?... E giù tutti a ridere (anche noi civili che assistemmo alla scena).
:lol:
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Federico ha scritto:A Corvara, poco lontano da La Villa, c'era (da chi dipende ora, sempre che sia ancora aperto?) il Villaggio Alpino della Tridentina (posto bellissimo, caserma fatta di piccoli chalet).
Il villaggio alpino di Corvara era della Tridentina. Ora non so sotto quale Brigata sia passato (credo Julia o addirittura direttamente al Corpo d'Armata), ma dovrebbe essere ancora aperto.

Wintergreen ha scritto:Inverno 68/69 scuola di sci: non avevo mai sciato prima e non ho sciato dopo.
Caporalmaggiore/Maestro: "Questi sono sci quella è la discesa, pronti, via".
Ero a Glorenza/Val Venosta: un paio di miei colleghi non riuscirono a fermarsi ed attraversarono la statale passando davanti (me lo ricordo ancora) ad un maggiolone tedesco.
E poi via di racchette da neve (quelle degli esquimesi di legno e corda,)
Anche negli anni 90 succedevano cose simili. Campo invernale a Vipiteno. In programma salita la poligono in Val di Vizze con gli sci con pelli foca (2 ore di percorso). Su 15 solo 3 avevano messo gli sci nella loro vita. Dopo aver effettuato le nostre serie al poligono si deve tornare in caserma. Il Capitano sapeva che molti non sapevano sciare allora ordinò di scendere per il sentiero con gli sci con sotto le pelli di foca :!: , così non saremmo andati veloci e non avremmo rischiato di farci male. Una fatica immane, peggio che salire. Ricordo che durante la discesa si levavano dei veri e propri rosari (ma le nostre non erano preghiere...). Che tempi. Ma ne è valsa la pena.

Alla prossima
Ultima modifica di 51Stinger il ven feb 06, 2004 6:00 pm, modificato 1 volta in totale.
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A proposito di imprese ...epiche...visto che siamo in tema.

Mai fatto sci...in compenso un bel giorno di gennaio 1969 ci hanno fatto vedere delle strane cose...: forma allungata...corde intrecciate....fibie di tessuno spesso...
ci hanno detto che quelle erano racchette da neve e che dovevamo andare in marcia con quelle, perché la neve era fresca...
Praticamente nessuno le aveva mai usate...in piu' ci siamo accorti che le fibbie o non c'erano o non funzionavano...e l'unica soluzione é stata di legarle in qualche modo agli scarponi ( si, quelli con le tacche per gli sci )...
Chiaramente un attacco del genere ha durato non piu' di cinque minuti...poi abbiamo cominciato a perderle...le racchette, ma nella maggior parte dei casi le cinghie le tenevano legate alle caviglie , ...i nodi ghiacciati...l'unica soluzione tagliarle col coltello tattico...
Dopo di che si va avanti lo stesso nella neve alta...battendo al pista con gli scarponi...con una piccola schiccheria...il nostro abbigliamento era quello normale ..da campgna, cioe' il giubbino e i pantaloni di panno...questi ultimi con la pessima abitudine di aprirsi in mezzo alle gambe con pericolo di congelamento ai cosiddetti....

Abbiamo marciato cosi' tutto il giorno...e al rientro in caserma, cazziatone ai capi squadra ( io ) per aver permesso di rovinare attrezzatura militare ( le racchette ) e minaccia di trovarcele addebitate...
A ricordarlo oggi sinceramente mi fa sorridere...allora le reazioni erano state molto diverse...e non sempre nei termini del regolamento...

Ciau giuvi, ciau a tuch

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Ho conosciuto le racchette da neve nello stesso periodo di Abbadia (e spesso nello stesso stato di conservazione)
Devo dire che mi ci trovavo meglio che con gli sci!
Si anatrava piuttosto che camminare, ma alla fine si faceva più strada
Tra l'altro con in spalla l'MG e lo zaino si riusciva a passare sulla neve fresca, senza si affondava.
Avendo le uose valdostane, che arrivavano al ginocchio, non c'era il problema della neve nei pantaloni e si stava anche caldi.
Sono arrivato sino sulla Cima Presena con poco (!) sforzo.
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Winter, non hai capito ahahahaha, la neve non entrava dal fondo dei pantaloni....era dal cavallo....spalancato che la bianca, reffreddava i bollenti spiriti !!!!!
Altro che bromuro!!

Ciau a tuch

Abbadia

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