wintergreen ha scritto: ↑gio dic 07, 2023 2:43 pm
Sono balle! C'erano caserma brutte o in zone dimenticate, ma non si facevano preferenze. Immaginarsi cosa sarebbe stato gestire un reparto del genere, era più pratico ripartirli fra varie caserme. Nel mio scaglione c'era un pregiudicato, lo abbiamo saputo perché il giorno del congedo lo aspettavano i carabinieri.
Io mi limitavo a liquidarle come
fantasie.
L'affermazione sopra sembra confermare invece quella che ho sentito nel 1983 (forse le regole sono cambiate dopo): prima la naja e poi la galera.
Invece io avevo saputo di uno spacciatore che si era fatto molti anni di carcere, probabilmente per somma di condanne, recidive e chissà che altro, e che, a quasi 40 anni, dopo essere stato scarcerato, era stato chiamato alle armi.
Conoscevo (purtroppo è morto) uno del "Coordinamento Triestina Club" che mi aveva parlato di un
ultrà che si era beccato "l'articolo" (alla presentazione alle armi), a causa delle risse fra tifosi cui aveva preso parte, evidentemente sotto le armi non lo volevano: motivo in più per ritenere che quella strana intervista a Radio Radicale fosse un'esposizione di fantasie.
Aggiungo qui: visto che sono fermo in quanto ho fatto antinfluenzale+anticovid (effetti secondari sempre in agguato), ho scritto ieri a
Ristretti Orizzonti, che se non sono conoscitori dell'ambiente "carcere" loro, vorrei vedere chi siano altri, oggi mi hanno risposto.
Anche loro non hanno mai saputo di questi trattamenti agli ex detenuti che dovessero ancora adempiere alla leva. Sapevano delle "caserme punitive" ma anche loro sapevano che "ci finiva chi non si comportava correttamente durante la naja", parole loro. E, aggiungo io, spesso quelle caserme cessavano di essere punitive quando il reparto che ci stava dentro cambiava (mi pare che qui sia stato citato un reparto che aveva preceduto uno di Alpini).
Mi chiedo quel tizio a Radio Radicale (non di RR, era intervistato) perchè avesse sparato quelle scemenze.