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disponibilità d'acqua nelle opere

nelle opere che abbiamo visitato abbiamo sempre notato la presenza di vasche in eternit per contenre l'acqua abbisognevole alla vita del presidio. Guardando alcune pubblicazioni in materia si può capire che nel periodo prebellico, nelle opere presidiate, il rifornimento avveniva a dorso di mulo con appositi barilotti, A questo punto ci si chide quanti viaggi/muli occorevano per rifornire un'opera?. Nel dopoguerra troviamo ancora le note vasche, però , almeno perlo scrivente, non è dato a sapere come dovevano essere riempite. Nella dotazione materiali del genio per compagnia alpini d'aresto esisteva un contenitore metallico da 1250 litri, presumo che tale contenitore, caricato su ACL provedesse al rifornimento dell'opera sempre che potesse essere raggiunta. Verso i primi anni 70 le opere vennero dotate di contenitori in vetro da lt. 12, spettanza giornaliera d'acqua per uono, chei devono essere moltiplicati per 5 per raggiungere l'autonimia prevista. Orbene anche per questi contenitori non si mai saputo come si dovesse procedere al loro riempimento. In alcune PCO di fanteria ho visto lavatoi e in qualche caso la doccia, c'èra forse una conduttura per rifornimento?
ora una bella discussione visto che il forum e in quiescenza :--""
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Re: disponibilità d'acqua nelle opere

Ciao Andrea,non intervengo sulle opere reimpiegate in quanto come saprai qui da noi al NW non ne esistono,mentre per quelle prebelliche il rifornimento di acqua oltre a quello a dorso di mulo che hai citato alcune opere erano rifornite da sorgenti oppure a da acquedotto militare.Ho avuto conferma di ciò osservando un tubo metallico proveniente dall'esterno e destinato al trasporto dell'acqua appena varcato l'ingresso del Centro 22 al Moncenisio(Vedi foto).Sempre nel IX Settore ho avuto modo di osservare questo sistema presso altri Centri.
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Re: disponibilità d'acqua nelle opere

cavalli ha scritto:..Nella dotazione materiali del genio per compagnia alpini d'aresto esisteva un contenitore metallico da 1250 litri, presumo che tale contenitore, caricato su ACL..
Assieme agli alpini nel 1980 lo abbiamo utilizzato per rifornire gli acquedotti delle frazioni di Fusea e Cazzaso che erano rimasti a secco.
Credo che lo scopo, come hai ipotizzato fosse proprio quello di rifornire le opere raggiungibili con questo mezzo.
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Re: disponibilità d'acqua nelle opere

BENE giungono chiarimenti, supportati da foto, quella dell'aquedotto mi giunge nuova :D avranno utilizzato l'esperianza del genio idrici, già acquisita durante la prima G.M.
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Re: disponibilità d'acqua nelle opere

Cavalli
quella dell'aquedotto mi giunge nuova
Ciao Cavalli,probabilmente riguardo al termine ACQUEDOTTO MILITARE mi sono espresso male io,intendendo come tale un impianto idrico spesso costituito da un solo tubo destinato a rifornire esclusivamente opere militari e nulla di civile.
Posto tre immagini di manufatti destinati al rifornimento idrico del Centro 24 al Moncenisio realizzato fra gli anni 1932-35.
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Moncenisio Centro 24-Vasca per la raccolta dell'acqua ubicata nei pressi dell'ingresso
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Moncenisio Centro 24-Il tombino ubicato di fronte all'ingresso
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Re: disponibilità d'acqua nelle opere

Gianfranco sempre di acquedotto si tratta, per cui non hai sbagliato definizione :D
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Re: disponibilità d'acqua nelle opere

In attesa di ritrovare le foto promesse Qui. Posto un altro esempio di approvvigionamento d'acqua tramite pozzo artesiano e pompa d'acqua manuale nell'opera 81 dello sbarramento di Ratece.
Spero sia gradito anche se si tratta di opere Vallo :roll:
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Re: disponibilità d'acqua nelle opere

Gianfranco

Posto tre immagini di manufatti destinati al rifornimento idrico del Centro 24 al Moncenisio realizzato fra gli anni 1932-35
Viste le tre immagini riguardanti parte del sistema di rifornimento idrico del Centro 24 completo postando un'immagine dell'ingresso del sopracitato Centro.
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Ingresso del Centro 24-Caposaldo Roncia-Moncenisio
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Re: disponibilità d'acqua nelle opere

Ottimo, si comincia capire come le opere venissero approvigionate d'acqua
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Re: disponibilità d'acqua nelle opere

Come dicevo rispondendo a Gio, ho trovato tracce di tubazioni che partendo dall'ingresso dell'opera arrivavano al deposito dell'acqua.
Qui di seguito alcune foto di ciò che rimane delle staffe che reggevano il tubo lungo le due rampe di scale fino ai serbatoi nell'opera 4 del gruppo Pineit, Sbarramento Villa-Ponte Avons.
Perdonate la qualità :( sono fatte agli inizi con una piccola compatta, ma sono le prime che ho trovato.
Per quanto riguarda le vasche esterne ho il dubbio :roll: che potessero servire anche solo per l'uso dei bagni e lavabi e non per rifornire i serbatoi in eternit.
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Re: disponibilità d'acqua nelle opere

Delle opere di fanteria, l’unica postazione alimentata dalla pubblica rete acquedottistica mi risulta fose Galleria di Purgessimo. Questo perché il distaccamento risultava alquanto vicino dalla strada principale servita dall’acquedotto ed inoltre perché Galleria era giornalmente vissuta dai militari che ci dormivano all’interno.

In altri rarissimi casi, l’acqua veniva stoccata in grandi contenitori metallici, come risulta al Pco di Monte Pridolna.

Per il resto l’acqua doveva essere portata in postazione, come dice Cavalli, usando le taniche da 12 litri.
Erano taniche in vetro, inglobate in un rivestimento in polistirolo a sua volta collocato internamente ad una scatola di plastica, con coperchio chiudibile e manico per il trasporto.
Taniche di questo tipo presenti in postazione ne ho viste solo in due casi: al Pco dell’opera di Lucinico ed all’interno della finta postazione P a Devetachi.

E’ possibile che le stesse di norma fossero immagazzinate presso le caserme e portate all’occorrenza presso le postazioni. Probabilmente già riempite.

Ricordiamo però che la quasi totalità delle casermette di fanteria presso le opere erano collegate alla rete acquedottistica e quindi l’alimentazione delle postazioni, con il riempimento delle taniche, era più agevole.

Per le opere non presidiate, quindi senza distaccamento, si portava tutto dalla caserma, taniche riempite comprese.

Laddove non fosse presente la rete, è probabile ci fosse un pozzo dotato di autoclave. La stessa caserma di Fogliano Redipuglia ad esempio non era collegata all’acquedotto ed era quindi dotata di impianto di emungimento e di serbatoio pensile.

Diverso il discorso delle opere sul Carso. Lassù, le casermette site distanti dai centri abitati (Sablici e Pietrarossa) erano prive di acqua corrente da acquedotto.
In questi casi si doveva provvedere al periodico approvigionamento dalla caserma tramite ACL dotato di cassone per l’acqua.
Servivano 2 viaggi giornalieri per 3 volte la settimana.
Quindi 2.500 litri da gestire per almeno 48 ore fra tutti i componenti della guardia.
Non si poteva di certo scialacquare, considerato che serviva non solo per le docce, i wc, e l’igiene quotidiana, ma anche per la cucina e le pulizie giornaliere.
Il 33° Ardenza disponeva di un ACL con serbatoio per l’acqua, proprio per questa specifica funzione, visto che Sablici e Pietrarossa erano di sua competenza.
33° - ACL 75 casermetta Sablici.jpg
33° - ACL 75 casermetta Sablici.jpg (104.26 KiB) Visto 2780 volte
La foto tratta dal gruppo FB dei cugini del 33° testimonia un rifornimento idrico al distaccamento di Sablici.
Stefano
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Re: disponibilità d'acqua nelle opere

Stefano grazie per i preziosi chiarimenti
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Re: disponibilità d'acqua nelle opere

Gianfranco ha scritto:
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Posto tre immagini di manufatti destinati al rifornimento idrico del Centro 24 al Moncenisio realizzato fra gli anni 1932-35
Viste le tre immagini riguardanti parte del sistema di rifornimento idrico del Centro 24 completo postando un'immagine dell'ingresso del sopracitato Centro.
:-)(-: :-)(-: Gianfranco e Graziella
Il Centro 24 e relativi manufatti destinati al rifornimento idrico del Centro medesimo si trovano ad una quota di circa 2500 m slm.
Posto un'immagine del Centro 24,all'interno del cerchio rosso la vasca destinata alla raccolta dell'acqua visibile nella prima fotografia.
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Moncenisio-Il Centro 24 e la vasca per il rifornimento idrico
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Re: disponibilità d'acqua nelle opere

Gianfranco ha scritto:
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Re: disponibilità d'acqua nelle opere

Riguardando alcune vecchie foto ho trovato questa relativa all' Op 4 di Cadramazzo ( Chiusaforte ) , opera non reimpiegata ed in parte demolita per allargare la sede stradale della S.S.13 . Da una mascheratura dell' estremita'
est spuntano dei tubi tagliati con il cannello .Poco oltre si trova il letto del torrente Rio Molin , il che fa supporre che ci potesse essere una vasca per alimentare l' opera.
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Cadram. op.4-647.jpg
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Mario
59° Corso AUC - Aosta - 1970
11°- Val Tagliamento/Val Fella

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