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Re: Il caposaldo di Monte Coppa nel 1941

pier.maria ha scritto:Si tratta delle costruzioni in rovina, sulla destra salendo al Monte Cavallar?
Si sono quelle.
pier.maria ha scritto:... Comunque in serbo ci sono ancora: "Animali al Coppa", "Panorami", "Relax al Coppa", "Madonna della Neve"... :wink:
Attendiamo pazientemente :wink:
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Re: Il caposaldo di Monte Coppa nel 1941

RMV ha scritto:
pier.maria ha scritto:......Qui le strutture murarie appena si intravedono, in compenso il panorama non doveva essere niente male.
Le due cose mi incuriosiscono molto. I muri non sembrano quelli delle solite casermette, piuttosto trovo una notevole somiglianza con quelle che si trovano sulla strada poco sopra il bivio per il Cavallar.
Casermetta.jpg
Nel dettaglio si nota la colonna del parapetto vicino alla porta, la finestra, i mattoni di misura diversa alternati tutto simile alle foto :roll: Se le postavi prima, domenica scorsa controllavo meglio i dettagli sul posto :wink:
dettaglio.jpg
I panorami mi mettono in difficoltà :? , pur riconoscendo certi profili non riesco a posizionare con un minimo di certezza le foto.
In ogni caso a parte la mia "malattia" grazie per le bellissime foto. :D
Una cosa non mi quadra, confrontando le foto del '41 con quelle di oggi: la disposizione degli elementi sembra spiculare, come se una delle immagini fosse "alla rovescia". Non può trattarsi di un errore di stampa dal negativo, perchè l'ufficiale ha la pistola regolarmente alla sua sinistra e papà, mentre legge, solleva la pagina di destra per girarla. Come spiegare la cosa?
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Re: Il caposaldo di Monte Coppa nel 1941

pier.maria ha scritto:Una cosa non mi quadra, confrontando le foto del '41 con quelle di oggi: la disposizione degli elementi sembra spiculare, come se una delle immagini fosse "alla rovescia". Non può trattarsi di un errore di stampa dal negativo, perchè l'ufficiale ha la pistola regolarmente alla sua sinistra e papà, mentre legge, solleva la pagina di destra per girarla. Come spiegare la cosa?
Concordo con la tua analisi ho avuto le tue stesse perplessità :roll: , infatti era per quello che ti dicevo che se le avessi postate prima avrei cercato altri particolari che potessero darci certezza del luogo.
Oltre alle tue considerazioni non mi torna neache la mensola per gli isolatori diversa per tipologia nelle due foto, però considera che io ho fotografato una costruzione e che se la mia vecchia memoria non mi inganna c'è anche un altra che potrebbe essere quella della foto del '41.
Sicuramente non si tratta di una delle casermette (M.Leila-M.Ciabin-M.Comizza-M.Forno-M.Coppa), però potrebbero esserci altri "ruderi" nella zona che non ho visto o considerato. :wink:
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Re: Il caposaldo di Monte Coppa nel 1941

Idea magari stupida: non è che dall'altro lato della foto di Roberto c'è una struttura speculare e la foto del 41 è stata presa da quella parte?
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Re: Il caposaldo di Monte Coppa nel 1941

midnight ha scritto:Idea magari stupida: non è che dall'altro lato della foto di Roberto c'è una struttura speculare e la foto del 41 è stata presa da quella parte?
Avevo avuto la stessa idea...
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Re: Il caposaldo di Monte Coppa nel 1941

"Panorami dal Coppa". Si comincia con una veduta della Val Sava nel 1941, da confrontare con una immagine del luglio scorso. Si nota, sul fondo valle, una maggior estensione della copertura boschiva. Il punto di ripresa non è esattamente lo stesso: la mia foto è stata scattata dal belvedere pochi metri più in basso della cima del Monte Forno, nello "spicchio" sloveno, quella d'epoca direi, dalle vicinanze della casermetta di Monte Forno Vetta. Autore di quest'ultima è sempre il sottotenente Martina.
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Re: Il caposaldo di Monte Coppa nel 1941

RMV ha scritto:
pier.maria ha scritto:La Madonnina del Coppa fu eretta nel 1938. Grazie al restauro del 2004, si presenta come allora, tranne forse nei colori della statua....
Mi hanno detto che il colore originale della statua fosse il rosso, a qualcuno risulta ?
Mauro Muller, di Fusine, mi conferma che il manto della statua era color ocra; il volto era ancora più scuro, tanto che gli Sloveni la chiamavano Madonna Nera. I colori attuali sono il risultato del recente restauro.
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Re: Il caposaldo di Monte Coppa nel 1941

I panorami del Coppa, verrebbe da dire. In verità il Coppa non offriva grandi panorami, così il fotografo scelse altri punti per documentare il luoghi in cui era di presidio. Devo a Mauro Muller la precisa localizzazione dei siti e le note aggiuntive.
Allegati
Trattasi del sentiero CAI 522 che dall’ex caserma della finanza di Fusine Laghi, attualmente in affitto alla Parrocchia di Lignano, attraversando i prati di proprietà del Consorzio di Ratece (luogo ove è stata scattata la foto), sale sul versante sud-est del M.te Cavallar. Una volta arrivati sulla strada alta che percorre tutta la cresta del Cavallar, se si svolta a destra, percorrendo per alcuni minuti il sentiero si giunge alla Madonna del Monte Coppa (per intenderci quella a forma di pallottola tagliata a metà), da lì poi percorrendo la vecchia strada militare si giunge al caposaldo del M.te Coppa.
Trattasi del sentiero CAI 522 che dall’ex caserma della finanza di Fusine Laghi, attualmente in affitto alla Parrocchia di Lignano, attraversando i prati di proprietà del Consorzio di Ratece (luogo ove è stata scattata la foto), sale sul versante sud-est del M.te Cavallar. Una volta arrivati sulla strada alta che percorre tutta la cresta del Cavallar, se si svolta a destra, percorrendo per alcuni minuti il sentiero si giunge alla Madonna del Monte Coppa (per intenderci quella a forma di pallottola tagliata a metà), da lì poi percorrendo la vecchia strada militare si giunge al caposaldo del M.te Coppa.
Di ritorno da un'esercitazione.rid.jpg (262.16 KiB) Visto 2761 volte
Panoramica del tratto finale del versante nord-est del M.te Cavallar. Il prato in basso a sinistra si trova sotto la strada militare che conduce al M.te Forno subito dopo l’acquedotto (dove c’è il segnale di divieto di transito). Sullo sfondo le pareti innevate del M.te Mangart e della Ponza Grande. La foto è stata scattata nei pressi dei fortini del M.te Comizza.
Panoramica del tratto finale del versante nord-est del M.te Cavallar. Il prato in basso a sinistra si trova sotto la strada militare che conduce al M.te Forno subito dopo l’acquedotto (dove c’è il segnale di divieto di transito). Sullo sfondo le pareti innevate del M.te Mangart e della Ponza Grande. La foto è stata scattata nei pressi dei fortini del M.te Comizza.
Sciatori.rid.jpg (222.16 KiB) Visto 2761 volte
: La foto è stata scattata nei prati della Piana di Fusine Laghi nei pressi dell’ex stazione ferroviaria di Fusine Laghi. Da sinistra la vetta più alta è quella del M.te Mangart, poi, spostando lo sguardo verso destra vediamo il Piccolo Mangar, il Traunig ed il M.te Buconig.
: La foto è stata scattata nei prati della Piana di Fusine Laghi nei pressi dell’ex stazione ferroviaria di Fusine Laghi. Da sinistra la vetta più alta è quella del M.te Mangart, poi, spostando lo sguardo verso destra vediamo il Piccolo Mangar, il Traunig ed il M.te Buconig.
Fienagione.rid.jpg (209.53 KiB) Visto 2761 volte
Panoramica del tratto finale del versante nord-est del M.te Cavallar. Sullo sfondo le pareti innevate del M.te Mangart. La foto è stata scattata nei pressi dei fortini del M.te Comizza.
Panoramica del tratto finale del versante nord-est del M.te Cavallar. Sullo sfondo le pareti innevate del M.te Mangart. La foto è stata scattata nei pressi dei fortini del M.te Comizza.
Panorama invernale.rid.jpg (231.6 KiB) Visto 2761 volte
Panoramica della Piana di Fusine Laghi scattata dalla cresta del M.te Cavallar.
Panoramica della Piana di Fusine Laghi scattata dalla cresta del M.te Cavallar.
Panorama.rid.jpg (232.43 KiB) Visto 2761 volte
Questa, ovviamente debitamente ristrutturata, è l’attuale casa dei due fortissimi e famosissimi alpinisti  Romano Benet e Nives Meroi, i fabbricati sono situati sulla Piana di Fusine Laghi lungo la strada (attuale pista ciclabile) che da Fusine Laghi porta prima in località Scicchizza e poi ai Laghi di Fusine.
Questa, ovviamente debitamente ristrutturata, è l’attuale casa dei due fortissimi e famosissimi alpinisti Romano Benet e Nives Meroi, i fabbricati sono situati sulla Piana di Fusine Laghi lungo la strada (attuale pista ciclabile) che da Fusine Laghi porta prima in località Scicchizza e poi ai Laghi di Fusine.
Panorama 2.rid.jpg (205.06 KiB) Visto 2761 volte
Vista panoramica della Valle del Gail in Austria, la foto è stata scattata dal crinale del M.te Cavallar e più precisamente dal prato adiacente la baita di proprietà del Sig. Piussi Giuseppe (ex Podlipnik)
Vista panoramica della Valle del Gail in Austria, la foto è stata scattata dal crinale del M.te Cavallar e più precisamente dal prato adiacente la baita di proprietà del Sig. Piussi Giuseppe (ex Podlipnik)
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: Panoramica della catena montuosa in dx orografica della Val Planica in Slovenia, la foto è stata scatta dalla cresta del M.te Cavallar in prossimità dell’attraversamento dell’ex teleferica della Ditta I.B.A. incaricata alla costruzione delle fortificazioni.
: Panoramica della catena montuosa in dx orografica della Val Planica in Slovenia, la foto è stata scatta dalla cresta del M.te Cavallar in prossimità dell’attraversamento dell’ex teleferica della Ditta I.B.A. incaricata alla costruzione delle fortificazioni.
Panorama 5.rid.jpg (205.51 KiB) Visto 2761 volte
Panoramica della Ponza Grande e del M.te Svabezza, la foto è stata scattata quasi sicuramente da una finestra del piano superiore della casa posta all'incrocio fra la statale e la strada per Poscolle e il Monte Forno.
Panoramica della Ponza Grande e del M.te Svabezza, la foto è stata scattata quasi sicuramente da una finestra del piano superiore della casa posta all'incrocio fra la statale e la strada per Poscolle e il Monte Forno.
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Re: Il caposaldo di Monte Coppa nel 1941

midnight ha scritto:Idea magari stupida: non è che dall'altro lato della foto di Roberto c'è una struttura speculare e la foto del 41 è stata presa da quella parte?
Credo di aver trovato la soluzione a pag 227 del libro "Le case del comune catastale di Weissenfels" di Mauro Muller (2008): la casermetta diroccata presenta lo stretto poggiolo orientato "dalla parte giusta", accanto alla porta si riconosce il pilastrino al quale si agganciava il parapetto, la finestra è nella giusta posizione, tra la II e la III fila di mattoni sopra il davanzale, verso l'angolo dell'edificio, si vede quanto resta della mensola con gli isolatori. Un'altra mensola è collocata più in alto, fuori dal campo visivo della foto del '41, ma in quest'ultima è ben visibile, contro cielo, un filo che sale obliquando da destra a sinistra e sembrano proprio diretti alla mensola più alta.
L'edificio, invero piccolo, presentava dunque un poggiolo avvolgente a "U". Quale fosse la funzione di questa casermetta lo ignoro; come abitazione, penso potesse ospitare pochissimi uomini: era forse una specie di "alloggio ufficiali"?
Per completezza, segnalo che Muller censisce nel suo libro (alle pag. 226 e 227) diverse altre "ex casermette" a Poscolle, la maggior parte delle quali riusate e, almeno al momento della stesura del libro, in condizioni più o meno discrete.
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Le foto del 1941
Le foto del 1941
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Le foto del 1941
Le foto del 1941
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La casermetta della foto vista dal lato giusto
La casermetta della foto vista dal lato giusto
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Vista dall'altro lato...
Vista dall'altro lato...
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Le casermette diroccate presso l'inizio della strada militare del Monte Cavallar
Le casermette diroccate presso l'inizio della strada militare del Monte Cavallar
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Ex casermette di Poscolle
Ex casermette di Poscolle
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Ex casermette di Poscolle
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Re: Il caposaldo di Monte Coppa nel 1941

pier.maria ha scritto:
midnight ha scritto:Idea magari stupida: non è che dall'altro lato della foto di Roberto c'è una struttura speculare e la foto del 41 è stata presa da quella parte?
Credo di aver trovato la soluzione ....
:D Beh direi di si, se la mia memoria non perdesse colpi, mi sarei ricordato della terrazza dall'altro lato, ma proprio non ricordavo :roll: se c'era o no, l'avrei verificato la prossima volta che salivo da quelle parti. Ottimo lavoro pier.maria :wink:
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Re: Il caposaldo di Monte Coppa nel 1941

Relax al Coppa (e dintorni): aggiungo un paio di immagini a quelle già postate, che testimoniano - naturalmente con tutti i limiti di una documentazione fotografica amtoriale - i momenti di riposo e svago degli ufficiali del presidio: c'è chi aveva a disposizione addirittuta una poltrona, e chi si accontentava di una sdraio da spiaggia... Il cane della seconda foto (Eros si chiamava) introduce la prossima sezione, "animali al Coppa". A proposito di questa immagine, faccio notare i tavoli pieghevoli ("da sagra", diremmo oggi) coperti di neve: già visti in altre immagini prese in stagioni più miti, fanno pensare che molta della vita del presidio si svolgesse all'aperto persino in inverno: scarsità di spazio all'interno dell'edificio? Eccesso di umidità (ne riparlero)? Altre ipotesi?
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relax 2.rid.jpg
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Re: Il caposaldo di Monte Coppa nel 1941

Quanto umido era il caposaldo? Non è una domanda oziosa, in quanto si lega alle caratteristiche costruttive dell'edificio. La foto di Midnight dell'affresco nella mensa ufficiali mostra, nell'angolo a sinistra, sulla parete di fianco, una macchia scura che corrisponde al camino della stufa in cotto visibile nelle foto del 1941, scattate prima che l'affresco stesso fosse dipinto. Mi sono chiesto l'origine della macchia: troppo regolare per essere dovuta a fuliggine, o comunque a qualche perdita di fumi. Ho pensato a muffa, tanta muffa, proliferata in pochi anni (il forte fu completato nel 1938, ed abbandonato nel 1943) grazie al calore e ad un intonaco persistentemente umido nell'arco di pochi anni. A confronto, posto due foto del 1965, scattate in una qualche osteria sulla strada fra Tarcento e Cividale, dove compare una stufa dello stesso modello di quella del Coppa. Non ci sono segni di muffa sulla parete, solo qualche piccolo segno sul lato stretto della stufa, e non credo che l'oste ridipingesse il suo locale ogni anno. Al Coppa, invece, la ritinteggiatura mi pareabbia interessato parecchi locali, e se in qualche caso è stata dettata da esigenze propagandistiche (vedi il sacrario, ad esempio) o da variazioni d'uso dei vani, in altre potrebbe essere servita a coprire un intonaco macchiato. Che le pareti non fossero immacolate, già pochi anni dopo la costruzione del fortino, lo mostra la foto della cameretta dei due ufficiali: quelle sul muro sono, secondo me, macchie d'umido. Ce da pensare che l'interno del forte non fosse molto arieggiato, ma forse c'era anche un problema di isolamento. Un eccesso di umidità all'interno aiuterebbe forse a spiegare come anche con la neve all'esterno del forte ci fossero dei tavoli, quasi che il presidio preferisse starsene all'aperto anche se la temperatura era bassa.
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Re: Il caposaldo di Monte Coppa nel 1941

Io penso che la casermetta a differenza delle opere, non fosse ai tempi così umida come appare oggi. L'areazione dei locali era garantita da numerose finestre e altrettanto numerose erano le stufe, certo i materiali e i sistemi costruttivi erano quelli di allora e probabilmente anche al risparmio, quindi qualche problema ci poteva anche essere.
In merito alla macchia odierna in corrispondenza del camino, può essere attribuita alle infiltrazioni d'acqua, che per la mancanza del comignolo penetrano dall' esterno.
Quanto alla vita all'aperto, credo che nelle giornate più miti e di sole, anche noi avremmo preferito stare all'aria aperta. :wink:
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Re: Il caposaldo di Monte Coppa nel 1941

RMV ha scritto:In merito alla macchia odierna in corrispondenza del camino, può essere attribuita alle infiltrazioni d'acqua, che per la mancanza del comignolo penetrano dall' esterno.
Esattamente quello che ho pensato io, una volta che nel sistema di areazione vengono a mancare delle parti l'acqua si infila ovunque.
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Re: Il caposaldo di Monte Coppa nel 1941

Animali al Coppa: in primo luogo Eros, che compare in molte delle foto del presidio, qualche volta senza esserne protagonista (ripropongo quella della visita di una delegazione militare tedesca, nell'aprile 1941: spiazzo antistante il caposaldo perfettamente spazzato dalla neve, che si scorge accumulata a destra, ufficiali italiani e germanici a colloquio, ed Eros che si allontana assolutamente noncurante della novità...). Qui lo vediamo davanti al muro in tinta mimetica del forte, o mentre nuota in uno dei laghi di Fusine; non doveva essere l'unico cane del Coppa, visto che assieme ai quattro militari seduti nella neve ce ne sono due, e del resto un animale compare anche nella foto degli ufficiali in Val Saisera postata da Marco.
Altri animali al Coppa erano quasi certamente i muli (anche se l'episodio del mulo precipitato nel burrone lo localizzerei preferibilmente in Val Uqua), dato che in alcune foto si intravedono, sullo sfondo, dei carri con grandi ruote in legno, e poi c'erano gli animali selvatici: capitò ai soldati di catturare una volpe e di portarla al forte, sperando - invano - di addomesticarla. Eccola da sola e al centro delle attenzioni poco gradite di Eros.
Chiudo la serie con una bella foto di Eros e del sottotenente Visintin, uno dei pochi colleghi di papà dei quali so il nome e l'unico di cui egli mi abbia parlato. Entrambi lasciarono il Coppa a gennaio del 1942, destinazione per papà (e credo anche Visintin) la caserma di Monigo (Treviso) dove si stava costituendo il 227^ reggimento di fanteria. Sembrava in un primo momento che la loro compagnia dovesse partire con l'ARMIR per la Russia (suppongo assegnata ad altro reggimento), ma papà fu trattenuto in Italia alla compagnia comando del 227^ e scampò così al destino del collega: raccontava papà che la notte stessa dell'avvicendamento in prima linea, il reparto di Visintin fu investito da un attacco russo e fu quasi completamente sterminato; lui stesso venne colpito mentre sporgendosi dalla trincea cercava di rendersi conto della situazione. Ho cercato un riscontro a questo racconto, finora invano. Ci sono parecchi Visintin nell'elenco dei Caduti di Onorcaduti, ma nessuno apparentemente compatibile per età e provenienza (Visintin era, se ben ricordo, goriziano, della città o della provincia non saprei). E' invece vero che alcuni reparti italiani (della divisione Ravenna, mi pare) vennero investiti dall'offensiva russa il giorno stesso dell'arrivo in prima linea. Chissà: qualcuno ha qualche idea?
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