Avatar utente
Luigi
Capitano
Capitano
Messaggi: 3075
Iscritto il: sab dic 14, 2002 4:12 pm
Località: Piacenza

Sulla Campagna di Russia.

Come avevo minacciato :D, apro questa discussione sulla Campagna di Russia partendo da alcune osservazioni fatte da Wintergreen nel topic sull'iscrizione all'ANA.
Parto da un paio di considerazioni "propedeutiche".

Innanzittutto, mi trovo d'accordo con Wintergreen quando esprime il fastidio per il fatto che, spesso, si perda di vista il reale contributo italiano alle operazioni in confronto ai numeri a dir poco "mostruosi" messi in campo dall'URSS, nonchè dalla stessa Germania; è ovvio che, da parte italiana, ci sia più interesse per la nostra partecipazione al conflitto, però questo obbiettivo andrebbe seguito senza perdere la misura complessiva dell'insieme, come ad esempio recentemente notato da G. Rochat riguardo al nome di "seconda battaglia del Don", spesso utilizzato in Italia per indicare i fatti d'arme che videro impegnato l'ARMIR nell'inverno '42-'43: "Definirla seconda battaglia del Don non ha però senso, perchè non si può vedere la serie di grandi battaglie intorno a Stalingrado nell'ottica limitata dell'ARMIR... il nome più corretto è quello russo: "Offensiva Piccolo Saturno", o se si preferisce "offensiva di dicembre" nel quadro della battaglia di Stalingrado" (da G. Rochat, Le truppe italiane in Russia 1941-1943, Storia Militare n.° 115, aprile 2003).
Magari, qualcuno del forum che in merito ne sa di più potrebbe scrivere qualcosa...

Strettamente collegato a questo è un altro fatto: sulla partecipazione italiana alla Campagna di Russia esistono centinaia di libri, di cui però pochissimi possiedono reale valenza storica; la maggior parte invece hanno carattere esclusivamente memorialistico o, al massimo, divulgativo (fra l'altro, spesso divulgazione di qualità  infima).
Ecco così spiegata la nascita di leggende come quella del fantomatico Bollettino n.° 630 dell'Alto Comando Sovietico ("Solo il corpo d'armata alpino italiano può ritenersi imbattutto in terra di Russia"), che sarebbe stato diffuso il 21 febbraio 1943 da Radio Mosca, bollettino di cui recenti ricerche, condotte anche dal noto M.llo Rizza, non hanno trovato alcuna traccia negli archivi dell'ex URSS (di questi studi dava conto anche un numero de "L'Alpino" dello scorso anno). A tale proposito, ha scritto recentemente Nicola Pignato: "Ci sembra infine il caso di sottolineare alcune inesattezze ancora presenti in lavori recentemente pubblicati e basati più sull'aneddotica che sui documenti... Ebbene, in questi ultimi anni un'accurata indagine, recepita anche dall'Associazione Nazionale Alpini, ha dimostrato che mai il Comando sovietico aveva affermato alcunchè di simile. Anzi, aveva trionfalmente proclamato la distruzione di tutte e tre e le divisioni" (da N. Pignato, Una tragedia annunciata, Storia Militare n.° 117, giugno 2003).
Aggiungo che, nell'ultima edizione (2000) de "Le operazione delle unità  italiane al Fronte russo" dell'USSME, viene esplicitamente citato il bollettino dell'Alto Comando Germanico in cui si elogiava l'epica resistenza della 3^ Div. Alp. "Julia" sul fronte del Don, mentre nessun accenno viene fatto al succitato comunicato sovietico (sulla stessa opera chi volesse può trovare anche i passi della relazione sovietica che danno per annientato il Corpo d'Armata Alpino).
Mi sembra perciò opportuno, fino ad eventuale prova contraria, considerare il bollettino in questione come mai esistito.

Termino facendo una considerazione sull'atteggiamento dell'ANA riguardo a quei lontani avvenimenti.
Se a volte sembra che alla Campagna di Russia abbiano partecipato solo gli alpini, dipende forse anche dal fatto che noi ricordiamo quei morti, e qualcun'altro no; però non è bello leggere certe ricostruzioni su qualche notiziario di Sezione, in cui i quasi 100.000 caduti della campagna diventano tutti alpini...
Soprattutto non è bello che l'ANA promuova attivamente fra i suoi iscritti certe "ricostruzioni" che, come il recente "Tutti i vivi all'assalto", offendono i nostri morti prima ancora che la verità  storica.

A voi la parola.
Mandi.
Luigi
"Gli Alpini arrivano a piedi là dove giunge soltanto la fede alata"
(G. Bedeschi)


Immagine
Avatar utente
Lorenzo
Maresciallo Ordinario
Maresciallo Ordinario
Messaggi: 754
Iscritto il: mer dic 03, 2003 7:32 pm
Località: Casa mia

Ti lancio una provocazione.

E se il bollettino fosse stato emesso realmente, e poi cancellato successivamente dagli archivi, dopo la guerra?

Certo non si può dire che nell'URSS degli anni '50 ci fosse trasparenza...

:wink:
C.le Lorenzo
7°/92 | 51 mortaista, addetto al tiro/tavolettista | 167^ Cp. Mortai "La Signora" | Battaglione Pieve di Cadore | 12° Reggimento Alpini | Brigata Cadore

Europa risvegliati!
Avatar utente
jolly46
Maresciallo Maggiore
Maresciallo Maggiore
Messaggi: 1869
Iscritto il: lun dic 09, 2002 10:01 pm

Visto come hanno trattato i nostri prigionieri, visto il comportamento dei pseudo italiani che "vivevano" colà , non vedo per quale motivo l'Alto Comando russo avrebbe dovuto generosamente darci quel riconoscimento.
L'unica loro preoccupazione era quella di far fuori quanta più gente possibile fra quella che avevano davanti. Senza sconti o regali, nemmeno a parole!

Per quanto riguarda la memorialistica non alpina sulla campagna in effetti ci sono in realtà  diversi testi, resta il fatto che per un motivo o per l'altro non hanno avuto il risalto delle opere "alpine".
Si deve comunque riconoscere che le divisioni di fanteria che subirono l'attacco più diretto e massiccio combatterono strenuamente e con molto valore, ancor oggi poco conosciuto, nonostante un abissale rapporto di forze e la presenza di considerevoli forze corazzate cui non potevamo opporre nulla.
..... E PER RINCALZO IL CUORE!
Avatar utente
Lorenzo
Maresciallo Ordinario
Maresciallo Ordinario
Messaggi: 754
Iscritto il: mer dic 03, 2003 7:32 pm
Località: Casa mia

Dopo aver visto El Alamein (niente male per un film italiano) mi domando cosa aspettino a fare un film sull'argomento. E si che di materiale ce ne sarebbe. Basterebbe solo sceneggiare "Centomila gavette di ghiaccio" per farne un capolavoro.

Poco tempo fa ne ho visto uno con Mastroianni, "I girasoli" mi pare, ma non è che si possa definire un film di guerra...

:roll:
C.le Lorenzo
7°/92 | 51 mortaista, addetto al tiro/tavolettista | 167^ Cp. Mortai "La Signora" | Battaglione Pieve di Cadore | 12° Reggimento Alpini | Brigata Cadore

Europa risvegliati!
Avatar utente
Federico
Sottotenente
Sottotenente
Messaggi: 2165
Iscritto il: lun dic 09, 2002 4:59 pm

Bene, Luigi, sono contento di vedere che mantieni le minacce :D :D

Questo thread, potrebbe diventare il più lungo e corposo del forum. Me lo auguro vivamente.

E' innegabile che la Campagna di Russia sia un argomento degno di essere rivisto in veste storica "seria" e quindi abbandonando un po' la corposissima anedottica/memorialistica esistente. Essa non potrà  in ogni caso essere abbandonata del tutto dato che molte informazioni sono reperibili soltanto attraverso la memoria degli scampati, mancando del tutto, in molti casi, qualsiasi documentazione ufficiale, specie per i Reparti a livello di Battaglione e minori.

Il famoso bollettino: una via di ricerca che non so se è stata percorsa (ma penso di si) per ritrovarne traccia è quella di consultare gli archivi, se ci sono ancora, della struttura del Governo Italiano di allora (credo che fosse l'Ufficio Stampa Estera) che si occupava di monitorare la Stampa estera durante la guerra. Esso, oltre a leggere tutti i giornali che poteva reperire (molti arrivavano dalla neutrale Svizzera), ascoltava anche le trasmissioni di tutte le radio straniere (è ovvio che loro fossero autorizzati a farlo, al contrario del resto della popolazione :) ), specialmente quelle nemiche. Di tutto questo poi facevano regolari rapporti al Governo. Se non erro una copia andava alla Segreteria perticolare del Duce (della quale esiste un archivio che, seppure incompleto, e comunque ben corposo). E' verosimile, direi, che se una tale trasmissione fosse stata fatta (e ascoltata in Italia), essa non avrebbe mancato di comparire nei rapporti al Governo.

"L'avventura" dell'ARMIR è meritevole di una rilettura (termine che odio, ma che purtroppo per me rende bene l'idea :wink: ). Ed è naturalmente ovvio che in seguito ad essa venga correttamente rivalutata l'opera delle Divisioni che stavano verso il sud dello schieramento Alpino e contemporaneamente tolta un po' di enfasi da quella del Corpo d'Armata Alpino.

Ci sono, infatti, Divisioni come la "Torino" che hanno mantenuto un comportamento che non ha nulla da invidiare a quello delle "nostre" Divisioni Alpine. Di esse, però, si è scritto poco o nulla, permettendo di avvalorare la tesi, tanto cara in Germania, oltre che ovviamente al di la della manica, del Soldato Italiano buono a nulla. Questa tesi ha permeato nel dopoguerra la nostra "nomenclatura" culturale ( :roll: ) la quale, mossa da interessi e/o da pressioni che nulla hanno a che fare con la ricerca storica, è stata ben lieta di propagarla, tanto da farla diventare "verità ".

Che io sappia stanno cominciando ad uscire dei libri che mettono in una luce diversa le azioni degli Alpini in Russia. Uno, per restare nel campo degli storici, è di Massignani e l'ho già  segnalato in altre parti di questo forum.

Da questo libro emergono diverse cose prima ignorate, o non analizzate a fondo, nei libri che ho letto. Ad esempio, per meglio inquadrare l'ARMIR, ed il CAA, all'interno del "Fronte Russo", gestito dai Tedeschi (non si dimentichi a questo proposito, quello dei "numeri mostruosi", che il Fronte Russo andava all'incira, nel 1942, da Nord di Leningrado, al Nord, sino alle Repubbliche Sovietiche del Caucaso, a Nord dell' Iraq/Iran, migliaia di kilometri, contro i "nostri" 200) si pubblicano stralci del diario dell'Ufficiale di Collegamento tedesco presso l'ARMIR, un Generale, facendone critica se del caso, o evidenziando problemi. Si fa menzione del fatto che le critiche tedesche sulla scarsissima motorizzazione della nostra Armata non sono poi del tutto oneste. Se da un alto è vero che il "conto mezzi motorizzati" ammonta a ben più di 16.000 unità  (numero desunto da rapporti Italiani dati anche ai tedeschi) esso tiene in conto anche quei mezzi che poco hanno a che fare con la logistica, come le Topolino e le 1100 per il trasporto degli Uffciali e le motociclette. Da parte tedesca, quindi, si sottolinea ad ogni piè sospinto l'incapacità  italiana di provvedere in autonomia al rifornimento delle Truppe (cosa che è poi passata tout court nella nostra "storiografia ufficiale", a cui non è parso vero di poter enfatizzare la cosa). Quel che si dimentica di dire da parte tedesca (che ha sempre avuto bisogno di capri espiatori per il disastro di Stalingardo, mentre in Italia si doveva demolire del tutto il Regio Esercito, anche la sua memoria) è che essi furono ben lieti di vedersi arrivare "in casa" ben più di 10.000 automezzi da trasporto e che essi li utilizzarono a man bassa per i loro propri bisogni, privando così l'ARMIR dei suoi assets, per dirla all'americana. Altro problema, nel problema, fu che molti dei mezzi Italiani, se non la maggior parte, funzionavano a gasolio il che se da un lato aveva un vantaggio ad esempio per i consumi, dall'altro aveva pesanti svantaggi come il loro cattivo funzionamento a temperature siberiane e il fatto che, invece, il carburante principe per i tedeschi era la benzina, dato che i Panzer questa utilizzavano ed a questa veniva data la precedenza nei rifornimenti.

Questo solo per fare un esempio di che cosa si possa venire a scoprire in poche pagine di un libro molto ben fatto che mi sento di consigliare a tutti.

Uscendo dal contesto della storiografia e rientrando in quello dell'anedottica/memorialistica, più familiare a che si sia interessato dell' "epopea" degli Alpini in Russia, (ri)segnalo il bellissimo "Comandante Alpino" di Policarpo Chierici e pure il bel "Urla di Vittoria nella Steppa" di Giorgio Gaza. A parte qualche leggera incertezza e/o incomprensione fra i due (ripettivamente Comandande del Battaglione Val Chiese e di una sua Compagnia) , specie per l'episodio della notte sul 26 Gennaio '43, quando a poca distanza da loro avveniva lo scontro di Arnautowo, (ma entrambi sono estremamente duri col Comando Colonna, che, da Nikitowka e cioè a circa 500 metri, 1 Km da Arnautowo, avrebbe ben potuto far qualcosa ed invece, sebbene avvisato, nulla fece) permettono di avere un punto di vista originale sulla ritirata in particolare. Perchè, non dimentichamolo, anche se vittoriosa, sempre di ritirata si trattò. La figura del "mitico" Reverberi, ad esempio, soprattutto in Chierici, non viene confermata come quella della leggenda. E d'altra parte, chi ha fatto l'Alpino, sa che il suo soprannome, come tutti i soprannomi dati dagli Alpini (furbi come le volpi, a volte :wink: ) può essere visto sia in chiave positiva che negativa. Lo chiamavano "il gazusa" (il Gazzosa) per il suo carattere spumeggiante. Era il più giovane Generale di Divisione dell'ARMIR, se non dell'intero Regio Esercito. Siamo in Italia e questo fatto dell'età  dovrebbe far pensare: potrebbe essere che la sua ascesa velocissima verso le "greche" fosse dipesa dal possedere altre doti oltre a quelle militari? E,se si, in che misura queste ed in che misura quelle? Non voglio sembrare irrispettoso verso una MOVM, lungi da me, ma la cosa che non mi è mai andata giù del tutto è il fatto di dipingere le persone come eroiche, capaci, eccezionali, quando per esperienza diretta sappiamo benissimo che incontrare persone del genere è quasi impossibile. Possibile che in Russia ce ne fossero a centinaia? E' anche per questo, che - ripeto - è un intento tutt'altro che demolitorio e dispregiativo, che mi piacerebbe leggere sempre più libri che si discostino dall'agiografia, di cui, se siamo onesti dobbiamo riconoscere la presenza nella sterminata bibliografia Alpina.

Ciao
Art. Federico
40a Btr, AMF(L)
Gr.A.Mon. "Pinerolo"
(4° Rgt. A. Mon.)
Brigata Alpina Taurinense
3°/86
Avatar utente
wintergreen
Maresciallo Maggiore
Maresciallo Maggiore
Messaggi: 1674
Iscritto il: mar gen 28, 2003 9:18 pm
Località: Bergamo

Potremmo iniziare a scambiarci qualche idea sul perchè gli alpini furono mandati in Russia, o meglio ancora perchè mandare gente, specializzata alla guerra in montagna ed attrezzata per questo ambiente, a combattere in pianura.
Dovevano essere mandati nel Caucaso, dove si sarebbero trovati certamente meglio e sarebbero stati molto più utili.
Pensare che, come alternativa. potevamo avere un'intera armata alpina, con tutte le 6 divisioni, nei Balcani.
Avatar utente
Federico
Sottotenente
Sottotenente
Messaggi: 2165
Iscritto il: lun dic 09, 2002 4:59 pm

In effetti, Wintergreen, hai ragione.

Devo ripescare il libro che ho a casa, quello di Massignani di cui parlavo prima, ma anche su questo argomento mi pare che egli si discosti un poco dalla cosiddetta "vulgata".

Se non erro l'obiezione che fa è che non si capisce come mai tanto "scandalo" per gli Alpini sul Don, quando nessuno ne fece per il loro impiego in Etiopia o, ad ancor maggior ragione, nei deserti della Libia.

Ciao
Art. Federico
40a Btr, AMF(L)
Gr.A.Mon. "Pinerolo"
(4° Rgt. A. Mon.)
Brigata Alpina Taurinense
3°/86
Avatar utente
wintergreen
Maresciallo Maggiore
Maresciallo Maggiore
Messaggi: 1674
Iscritto il: mar gen 28, 2003 9:18 pm
Località: Bergamo

Vero, ci sono stati dei precedenti, ma che non giustificano ulteriori errori.
Inoltre in Etiopia c'erano montagne da scalare
Poi il problema è militare: l'avversario in Libia nel 1911 ed in Etiopia negli anni 30 e 40 non disponeva di truppe corazzate!
E gli alpini sono stati mandati in Russia quando la guerra era chiaramente una guerra con movimento di centinai di carri.
L'intera 8 armata disponeva di pochi carri leggeri e superati!
Gli aplini disponevano, se non ricordo male - non ho i documenti sottomano - di una compagnia controcarri da 47 per divisione ( o rgt ma poco cambia) certamente poco utile rispetto ai t34 rusis.
L'intera spedizione in Russia fu giustificata solo da motivi politici, ma l'uso degli alpini nella steppa è stata un'idiozia: si è sprecata una grande professionalità , che poteva essere meglio utilizzata.
Faccio della fantastoria, ma un'armata alpina in Caucaso non avrebbe permesso di arrivare, prima, al petrolio dell'Armenia e, poi, in Iran ed Irak, dove i sentimenti antiinglesi erano forti?
Ripensandoci, è stato meglio che questo non sia successo.
Avatar utente
Luigi
Capitano
Capitano
Messaggi: 3075
Iscritto il: sab dic 14, 2002 4:12 pm
Località: Piacenza

wintergreen ha scritto:Gli aplini disponevano, se non ricordo male - non ho i documenti sottomano - di una compagnia controcarri da 47 per divisione ( o rgt ma poco cambia) certamente poco utile rispetto ai t34 rusis.
Due cp. cannoni da 47/32 per divisione alpina, più i 47/32 delle cp. armi d'accompagnamento dei btg. alpini (4 per btg.).
In più, una btr da 75/38 (su sei pezzi) per ogni rgt. di art. alp.

Concordo con Wintergreen sull'assurdità  di inviare nel cuore della pianura russa circa metà  degli effettivi delle nostre truppe alpine.
Ho avuto modo di leggere recentemente un manuale addestrativo per l'ufficiale alpino risalente al 1941, e se ne deduce che veramente allora i reparti alpini erano addestrati ad operare in alta e media montagna, e su questa caratteristica di base erano adattati sia l'addestramento che l'equipaggiamento. Anche se l'armamento c/c fosse stato adeguato (e comunque non lo era), si sarebbe comunque trattato di uno spreco che certo l'Italia non poteva permettersi, anche se poi, per la superiore saldezza dei reparti e per l'abitudine ad operare in condizioni difficili (leggi: arrangiarsi) i reggimenti delle TT.AA. si comportarono in maniera encomiabile.
La tesi che, in fin dei conti, non era la prima volta che reparti alpini erano utilizzati in pianura è stata ripresa anche recentemente su Storia militare da F. Cappellano, che aggiunge come anche la Germania avesse mandato le sue truppe da montagna nella steppa russa; a me continua a sembrare un assurdo addestrare ed equipaggiare reparti per la guerra in montagna e poi mandarli a combattere in pianura contro i T34, senza essere pressati da impellenti necessità  tattiche (ed in Russia questa urgenza, almeno per l'Italia, non c'era).
Appurato che il Caucaso era un miraggio, il C.d'A. Alp. andava rimpatriato e meglio impiegato in situazioni più adatte.
Perchè ciò non avvenne, penso sia uno degli esempi più lampanti del dilettantismo con cui, da parte italiana, venne condotta la II GM.
Come molti sapranno, non mancarono le voci contrarie a questo impiego di unità  alpine; ricordo fra l'altro le proteste del C.te del 3° Art. Alp. (poi rimpatriato per questo) e del C.te del Btg. Alp. Gemona.
Purtroppo a nulla servirono le obiezioni di chi "era del mestiere".
Mandi.
Luigi
"Gli Alpini arrivano a piedi là dove giunge soltanto la fede alata"
(G. Bedeschi)


Immagine
Avatar utente
Gian Luca
Maresciallo Ordinario
Maresciallo Ordinario
Messaggi: 565
Iscritto il: gio mag 20, 2004 1:11 pm
Località: Faenza/Bologna

Ottimo thread!
Anch'io concordo in pieno sul fatto che il libro "Alpini e tedeschi sul Don" di Massignani sia di gran lunga il migliore dei libri attualmente in circolazione sull'argomento.
E siccome aveva un fisico forte, ed era alto e ben fatto, lo assegnarono all'artiglieria alpina... (M. Rigoni Stern)
Avatar utente
Luigi
Capitano
Capitano
Messaggi: 3075
Iscritto il: sab dic 14, 2002 4:12 pm
Località: Piacenza

Gian Luca ha scritto:Ottimo thread!
Anch'io concordo in pieno sul fatto che il libro "Alpini e tedeschi sul Don" di Massignani sia di gran lunga il migliore dei libri attualmente in circolazione sull'argomento.
Ed allora, se hai tempo e voglia, perchè non ce ne fai un breve riassunto, visto che il libro è ormai introvabile? :D
Così riprendiamo anche questo 3d che merita di essere continuato.
Mandi, e benvenuto.
Luigi
"Gli Alpini arrivano a piedi là dove giunge soltanto la fede alata"
(G. Bedeschi)


Immagine
Avatar utente
linzen
Maresciallo Ordinario
Maresciallo Ordinario
Messaggi: 735
Iscritto il: mer feb 12, 2003 10:07 pm
Località: Bergamo

Sui falsi di russia riportati ovunque sui libri andrebbe segnalata anche la "finta ultima" carica della cavalleria italiana.
Avatar utente
Gian Luca
Maresciallo Ordinario
Maresciallo Ordinario
Messaggi: 565
Iscritto il: gio mag 20, 2004 1:11 pm
Località: Faenza/Bologna

Luigi ha scritto:
Gian Luca ha scritto:Ottimo thread!
Anch'io concordo in pieno sul fatto che il libro "Alpini e tedeschi sul Don" di Massignani sia di gran lunga il migliore dei libri attualmente in circolazione sull'argomento.
Ed allora, se hai tempo e voglia, perchè non ce ne fai un breve riassunto, visto che il libro è ormai introvabile? :D
Così riprendiamo anche questo 3d che merita di essere continuato.
Mandi, e benvenuto.
Luigi
Caspita che arduo compito! :D
Io il libro ce l'ho fotocopiato, non sapevo non si trovasse più.
sarà  mia premura rileggerlo e fartene un sunto :wink: .
Lunga vita a questo post!
E siccome aveva un fisico forte, ed era alto e ben fatto, lo assegnarono all'artiglieria alpina... (M. Rigoni Stern)
Avatar utente
Luigi
Capitano
Capitano
Messaggi: 3075
Iscritto il: sab dic 14, 2002 4:12 pm
Località: Piacenza

Gian Luca ha scritto: Caspita che arduo compito! :D
Io il libro ce l'ho fotocopiato, non sapevo non si trovasse più.
sarà  mia premura rileggerlo e fartene un sunto :wink: .
Lunga vita a questo post!
Attendo fiducioso e trepidante. :D
Mandi.
Luigi
"Gli Alpini arrivano a piedi là dove giunge soltanto la fede alata"
(G. Bedeschi)


Immagine
Avatar utente
Federico
Sottotenente
Sottotenente
Messaggi: 2165
Iscritto il: lun dic 09, 2002 4:59 pm

linzen ha scritto:Sui falsi di russia riportati ovunque sui libri andrebbe segnalata anche la "finta ultima" carica della cavalleria italiana.
Secondo me, se parli del Savoia Cavalleria ad Isbushenski, il fatto di considerarla "l'ultima carica" non è del tutto sbagliato, se si tiene conto del fatto che il Savoia caricò secondo manuale e libretta, con uno Squadrone appiedato ad impegnare il nemico e gli altri che effettuarono la vera e propria carica, secondo il "codice di guerra" della Cavalleria (Trot! Galop! Carica!). La carica in questione, formalmente, fu eseguita come se si trattasse di una esercitazione in Piazza d'Armi.

Se invece, con ultima carica, si intende l'ultimo impiego di reparti montati italiani in guerra, ce ne furono altri, se non erro l'ultimo fu nell'odierna ex Jugoslavia, quando un Reparto (un solo Squadrone se non ricordo male) caricò "alla disperata" i partigiani per rompere l'accerchiamento. Fu forse questo l'ultimo impiego offensivo di un Reparto montato, solo che la cosa, formalmente parlando, fu ben lontana da quella, da manuale, avvenuta in Russia.

Almeno questo è quello che ho caapito della questione, non essendo, la Cavalleria, uno dei campi da me più conosciuti. In pratica bisogna intendersi su che cosa si intende con il termine "carica": se un mero assalto effettuato a cavallo, allora "vale " la ex-Jugoslavia, se invece si intende un atto militare complesso e formale (di stampo più o meno Napoleonico), allora "vale" la Russia.

Ciao
Art. Federico
40a Btr, AMF(L)
Gr.A.Mon. "Pinerolo"
(4° Rgt. A. Mon.)
Brigata Alpina Taurinense
3°/86

Torna a “Storia, Tecnica e argomenti militari”