1°San Giusto
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Reparto: 1°San Giusto
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Re: proposta ANA

Personalmente, a parte tutte le considerazioni sul come rimettere in piedi la macchina statale per il reclutamento e dove reperire i fondi necessari, mi chiedo anche di quale materiale umano si potrebbe disporre. Non voglio assolutamente mancare di rispetto ai giovani, anzi trovo che siano più ricettivi e veloci di un tempo per acquisire le necessarie nozioni, specie di carattere tecnologico ma sul piano fisico? Fino a 25/30 anni fa avevamo ancora gente che svolgeva lavori pesanti, era in grado di sopportare fatiche e difficoltà che potevano presentarsi durante la naja, almeno nei reparti operativi; anche la mentalità di affrontare determinati sacrifici era differente nonostante qui in Italia ci fosse sempre il mammismo imperante. Circa quattro anni fa ho assistito ad un'esercitazione invernale del 7° Alpini a Casera Razzo, si trattava della liberazione di un ostaggio eseguita da un plotone sciatori seguita poi da un'azione a livello di complesso minore per eliminare altri terroristi o ribelli presenti nella zona, il tutto supportato da elicotteri Mangusta. A parte il fatto che essendo presente oltre alle associazioni d'arma anche qualche politico e personalità pubbliche si trattava più di una dimostrazione che non di un'esercitazione, ciò che saltava di più agli occhi era che se il plotone sciatori era composto da giovani piuttosto atletici ed in forma, tra i fucilieri, uomini e donne, vi era un gran numero di soldati in netto sovrappeso, che di conseguenza faticavano non poco a sbalzare nella neve. Per quanto ricordo lo standard qualitativo fisico di un tempo era ben diverso, e si trattava di soldati di leva, non di professionisti. Tutto questo per dire che se si può pensare di inculcare regole e disciplina in poche settimane, a mio parere in 7/8 mesi a livello addestrativo non si combina nulla. Sappiamo benissimo tutti quanti che un soldato, oltre ad avere buone doti atletiche, deve saper affrontare condizioni ambientali difficili, qualche volta al limite del proibitivo, stanchezza e mancanza di sonno che compromettono la lucidità e la capacità decisionale, cose che richiedono un addestramento duro e prolungato, dopodichè il tutto va inserito nel lavoro collettivo di reparto e ripetuto più volte per raggiungere una accettabile operatività, senza parlare di tutta l'istruzione con le armi in dotazione. Se un tempo il periodo di un anno di leva era considerato il minimo sufficiente per ottenere questo in un esercito che aveva come compito la difesa del territorio nazionale, non vedo come si possano raggiungere dei risultati in scenari diversi. Allora é chiaro che qualsiasi proposito di chiamare al giorno d'oggi dei giovani a prestare un servizio obbligatorio per un tempo limitato si potrà definire in qualsiasi modo fuorchè servizio di leva per la difesa e non avrà alcunchè di militare.
1°San Giusto "FEDELE SEMPRE"
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Luigi
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Re: proposta ANA

Scusate l'osservazione ad alzo zero: qualsiasi dibattito sull'eventuale ripristino di un sistema di coscrizione militare obbligatoria non ha (purtroppo) alcun risvolto di benchè minimo realismo.
Questo non tanto per questioni di spesa, organizzazione, inefficienza o scarsa propensione al sacrificio delle generazioni più giovani.

La mancanza di possibili attuazioni pratiche di una simile discussione ha motivazioni esclusivamente politiche: in poche parole, ogni e qualsivoglia retaggio marziale e virile deve essere eliminato alla radice nei popoli europei, che devono diventare - e in buona sostanza già sono - una massa amorfa di individui ridotti allo stato bruto (anche e soprattutto se posseggono l'ultimo modello di aifon), nei quali possa essere inoculato qualsiasi germe patogeno senza possibilità di reazione alcuna.

Nulla, nulla deve rimanere a ricordare, anche solo come un'eco, cosa sia stata l'Europa dai 300 delle Termopili ai 300 della Charlemagne. Nulla che rammenti le legioni di Roma, i soldati dell'Impero, i Campi Catalaunici e Lepanto e Vienna e Costantinopoli.

Altrimenti nessuno si berrebbe la propaganda che imperversa sulle reti RAI in questi mesi, dove l'Europa viene spacciata come un'invenzione di mezzo secolo fa; laddove, invece, il primo cenno ai suoi popoli - europenses, le genti d'Europa - si trova in una cronaca anonima precedente all'anno Mille e relativa alla battaglia di Poitiers, dove le fanterie dell'esercito franco tennero testa per un'intera giornata alla cavalleria araba...

Mandi.
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Claudio Zanetti
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Re: proposta ANA

Permettimi Luigi forse sui risvolti economici il paese o la città che aveva qualche caserma nelle vicinanze poteva tener conto di parecchie entrate.Dal calzolaio al gestore di ristoranti o pizzerie lavoravano regolarmente e di conseguenza si creavano nuovi posti di lavoro e si dava un po' di respiro all'economia.Sui giovani non è che io gli veda male,ci mancherebbe,però quando gli sento dire che dell'Italia non gli ne frega niente e preferiscono andare all' estero per vari motivi questo dispiace.
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sesule
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Re: proposta ANA

Giusto Claudio ma (citando anche le parole del tuo precedente intervento) il rispetto delle regole e l'amor di patria sono insegnamenti che, secondo me, non possono essere delegarti alla naja ma devono venire prima dalla famiglia.
Parliamoci chiaramente senza false ipocrisie...........ai nostri tempi c'era chi non li aveva e non è che la naja abbia contribuito granchè mentre chi le aveva da prima sicuramente dalla naja ha ricevuto ulteriori stimoli in tal senso.
Ti faccio un esempio, io il 4 novembre, 25 aprile, 2 giugno sono stato più volte con i miei figli (oggi 32 e 13 anni) a farmi un giro a Redipuglia oppure a Oslavia sul Piave etc. ogni volta che vado a Roma non manca mai una visita al sacrario delle bandiere e, sopratutto, al sacello del milite ignoto (ultima volta sabato scorso) sempre col mio bel cappello in testa e lo faccio molto più volentieri delle adunate (dal '81 ad oggi ho partecipato a 4-5 in totale) ma vorrei vedere quanti di quelli che sfilano lì l'hanno fatto con i loro figli e quante volte...............
Sul cameratismo invece sono d'accordo.
Io sono uno di quelli che pensa che la naja molto faceva in fatto di autonomia per i giovani, cioè era quel momento che ti costringeva a staccarti dalla famiglia ed a convivere per un anno assieme ad altri tuoi simili nel bene e nel male (e qui la naja alpina ci metteva quel quid in più nelle attività in montagna ricche di spirito di corpo che altri corpi non avevano) era un anno per tutti (indistintamente dalla provenienza e stato sociale) di palestra di vita lontano dalle gonne della mamma.
Era un'istituzione che assomigliava a quella svolta dai college statunitensi ed oggi, in parte sostituita da molti giovani che frequentando l'università si staccano dalle famiglie.
Solo in parte però mentre la naja era per tutti e gratis mica poco...........
Mi ripeto ma io 34 anni fa ho avuto molti più problemi con le mutande da lavare che con i signorsì!!!!!!!
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Re: proposta ANA

Per i giovani il ripristino del servizio di leva farebbe molto bene, ma credo che in questo preciso momento sia difficile da mettere in atto per la grande carenza di fondi. Per quanto riguarda l'ANA, credo sia il caso che prima di tutto i vertici devono fare un bel cambiamento di rotta con un ritorno alle origini, un bel ripulisti e una bella dose di umiltà. Poi se il loro problema è l'inesorabile diminuzioni di iscrizioni la causa è tutta loro visto che ci sono moltissimi Alpini non iscritti sia in congedo e in servizio.
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Re: proposta ANA

btgtolmezzo ha scritto:Per i giovani il ripristino del servizio di leva farebbe molto bene, ma credo che in questo preciso momento sia difficile da mettere in atto per la grande carenza di fondi. Per quanto riguarda l'ANA, credo sia il caso che prima di tutto i vertici devono fare un bel cambiamento di rotta con un ritorno alle origini, un bel ripulisti e una bella dose di umiltà. Poi se il loro problema è l'inesorabile diminuzioni di iscrizioni la causa è tutta loro visto che ci sono moltissimi Alpini non iscritti sia in congedo e in servizio.
ben detto amico mio!
La Max Trid.
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(riciclato NATO)
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