Cari amici Alpini, vi invio copia dell mail che ho inviato al giornale dell' Associazione; a noi ex artiglieri de Bergamo del '73-'74 piacerebbe sentire qualche parere!
ARTIGLIERI DEL BERGAMO SENZA CAPPELLO!
La foto di gruppo scattata da artiglieri dei contingenti '73 e '74 (ormai tutti over 60), che si sono ritrovati ad Acquaseria in casa di un commilitone, è stata inviata al giornale L'Alpino, e la risposta è stata:
Cari alpini di Como,
impossibile pubblicare la foto perchè sono TUTTI SENZA CAPPELLO!! Ma perchè organizzare un così bell'incontro e farsi fotografare senza cappello? Sarà per la prossima volta.
Cordiali saluti.Giuliana Marra
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Cari amici dell'Alpino, noi ex artiglieri del Bergamo ci siamo ritrovati dopo tanto tempo (finalmente a qualche fortunato i rallentati ritmi del lavoro lo consentono) ripescandoci in internet, con curiosità e con piacere ed in pochi mesi è nata una nuova consapevolezza: che la nostra naia, che ci era sembrata allora giovinezza sprecata, è stata comunque un'esperienza di vita, e la ricordiamo con una nota di nostalgia, che non è solo quella della gioventù passata, e con il compiacimento di chi è riuscito a sopportare fatiche e asperità che molti nostri coetanei consideravano solo inutili intralci nel tran-tran del benessere quotidiano.
Ai mugugni di allora è subentrata la malcelata fierezza di aver affrontato disagi, difficoltà ed anche, diciamolo, umiliazioni, che, nonostante vengano ancora, per alcuni versi, giudicati di opinabile utilità, ci appaiono ora come una sorta di di iniziazione utile alla costruzione di una nuova fiducia nelle nostre capacità di sopravvivenza psicologica e fisica: dote non trascurabile sia per chi voglia intraprendere onestamente qualsiasi impresa, sia per quanti iniziano a confrontarsi, ahimè, con malattie e decadimento fisico.
Ora che vorremmo contattare altri ex per farli partecipi di questi sentimenti, e lo facciamo, come ci pare giusto proprio tramite l'A.N.A., chiedendo di pubblicare una foto in cui ci identifichiamo con il cognome, ci dicono che la cosa è IMPOSSIBILE (aggettivo che pensavo non esistesse nel vocabolario alpino) perchè non indossiamo il cappello!
A qualcuno torna in mente il periodo dell'addestramento formale a Silandro, quando l'istruttore di turno ci faceva ripetere più volte grado nome, reggimento, gruppo etc. gridando “non sento!”. O quando in libera uscita qualcuno veniva punito solo perchè era stato visto togliersi il cappello e grattarsi la testa sudata e pruriginosa per l'incipiente calvizie!
C'erano punizioni serie per mancanze serie e punizioni stupide per stupide presunte infrazioni.
Non sono queste ed altre simili amenità, probabilmente allora giustificate da una disciplina non negoziabile, le cose che ci hanno fatto crescere e maturare a Silandro.
Eppure le abbiamo metabolizzate e le ricordiamo con comprensiva e divertita tolleranza: anche a noi capita purtroppo di agire guidati dalla routine, senza pensare, facendo come fan tutti, soprattutto a chi nel lavoro ha mansioni di comando, ma anche in famiglia e con i figli.
Noi siamo convinti che l'essere alpini sia più importante dell'apparire, e che l'essere alpini voglia dire affrontare le difficoltà, servire il prossimo e la comunità con uno spirito di sopportazione, di dedizione, di sacrificio e con senso del dovere ed umiltà: è questo che vogliamo toccare con mano raccontandoci quello che abbiamo combinato nel bene nel male nei quarant'anni dopo il congedo; e se lo facciamo lasciando il cappello sulla sedia per fare la foto, le nostre esperienze e la voglia di comunicare la nostra passione, la gioa di ritrovarci, con le lacrime che tratteniamo a stento ricordando chi è “andato avanti”, non sono per questo meno intense.
Il tempo passa, alcuni già mancano all'appello, ed una fotografia inviata con la speranza che possa servire a ritrovare qualche altra sorella di naia viene respinta perchè non indossiamo il cappello?!.
Il Cappello Alpino è certamente il nostro simbolo, lo portiamo con orgoglio (anche se solo il caso o non una libera scelta ci hanno portato ad indossarlo), non è nostra intenzione dissacrarlo, ma c'è un tempo per indossarlo, per distinguerci e farci riconoscere, e c'è un tempo per scattare le foto con l'intento di ritrovare altri commilitoni: lì il cappello non guasta, ma non mi pare che l'averlo levato dopo un buon pranzo meriti la qualifica di IMPOSSIBILE!.
Ovunque si sente dire, e molti purtroppo sperimentano di persona, che il Paese sta attraversando un crisi economica (reale), una crisi morale (non che in passato andasse tanto meglio), ma ci sembra che stia dilagando in tutti i campi una crisi del buon senso, che non è poi detto che non sia causa delle altre.
Per non sbagliare il cappello lo porteremo la prossima volta, ma fateci sperare almeno nella saggezza degli Alpini!
Marco Borroni, artigliere da montagna a Silandro nel '74/75,
PS: è opera mia la stesura di questa mail, ma ho chiesto il parere di altri commilitoni artiglieri che mi hanno confermato di volerne condividere il senso ed il contenuto e mi hanno pregato di sottoscriverla.
Tiziano Bertolo, Luciano Bina, Valdo Calvino, Danilo Cossi, Vittorino Ogliari, Fiorenzo Pastori, Roberto Pissetti, Paolo Riva, Alberto Tagliabue, Edoardo Tanzi, Ermanno Tonielli,