Avatar utente
Lele
Colonello
Colonello
Messaggi: 6575
Iscritto il: lun dic 09, 2002 11:08 am
Località: Anzola dell'Emilia (Bo)
Contatta: ICQ Yahoo Messenger

Petrolio

CARBURANTE
Il petrolio cala, la benzina no.
Nell'ultimo mese il prezzo del greggio è sceso di quasi il 20%, passando dai 147,27 dollari al barile sul mercato di New York dell'11 luglio ai circa 120 dollari della seconda settimana di agosto.
I carburanti, invece, sono scesi in media soltanto del 5%.
Le associazioni dei consumatori hanno fatto sentire la loro voce.
Il prezzo dei carburanti, denuncia il Codacons, «dovrebbe calare immediatamente del 15% ed il fatto che ciò non sia avvenuto accentua i sospetti di cartello e di speculazione a danno degli utenti. Proprio per questo motivo chiediamo all'Antitrust di intervenire con urgenza per accertare cosa avviene nel settore dei carburanti in Italia e perché il prezzo non scende come dovrebbe».

I prezzi non tornano
I prezzi consigliati dei carburanti, ossia quelli di riferimento che le compagnie petrolifere indicano ai gestori, oscillano tra 1,481 e 1,489 euro al litro.
Il 15 luglio sulla scia del caro-greggio erano saliti fino a quota 1,56 euro, il livello più alto mai raggiunto.
Rispetto a questo picco, il calo a oggi si aggira sui 7 centesimi al litro. Troppo poco, dicono i consumatori. Ai primi di maggio, quando il petrolio era sui livelli attuali, la benzina viaggiava su quota 1,47 euro/litro, il gasolio su 1,45. Il prezzo della benzina deve scendere a 1,40 euro al litro, dicono Adusbef e Federconsumatori, che hanno rivolto un appello alle compagnie. Il nostro invito, spiegano le associazioni, «è rivolto anche al Governo, affinché avvii verifiche e sanzioni tese a colpire ogni forma di speculazione in questo settore, soprattutto in una fase delicata come questa, in cui migliaia di famiglie si metteranno in viaggio. Ed è necessario accelerare al massimo il processo di liberalizzazione della distribuzione dei carburanti, arrivando ad avere sul territorio almeno 2000 pompe bianche». I distributori indipendenti esistono già  e consentono un risparmio di circa 7-8 centesimi al litro.

Il mistero del cambio
Altra questione è quella sul mistero del cambio. Il prezzo del petrolio è espresso in dollari. Negli ultimi otto anni l'euro si è rafforzato sul dollaro, in particolare nel 2000 per comprare un dollaro ci voleva un euro e 20 centesimi, adesso per comprare lo stesso dollaro bastano 64 centesimi. Sempre nel 2000 un barile costava 30 dollari (36 euro circa), adesso il barile costa circa 120 dollari (poco più di 77 dollari). La domanda è: per quale motivo, nonostante il cambio euro-dollaro sia sempre più a nostro favore, il prezzo della benzina pagata in euro forte sale anche se il prezzo al barile del petrolio è valutato in dollari deboli? Il problema rimane un mistero: al momento nessuno ha ancora dato una risposta.
Alp. Malaguti Daniele
Anzola dell'Emilia (Bo)
8/97
Gente che vedo........
........Pioppa che lascio!!!
Avatar utente
Luigi
Capitano
Capitano
Messaggi: 3075
Iscritto il: sab dic 14, 2002 4:12 pm
Località: Piacenza

Re: Petrolio

Lele ha scritto:Altra questione è quella sul mistero del cambio. Il prezzo del petrolio è espresso in dollari. Negli ultimi otto anni l'euro si è rafforzato sul dollaro, in particolare nel 2000 per comprare un dollaro ci voleva un euro e 20 centesimi, adesso per comprare lo stesso dollaro bastano 64 centesimi. Sempre nel 2000 un barile costava 30 dollari (36 euro circa), adesso il barile costa circa 120 dollari (poco più di 77 dollari). La domanda è: per quale motivo, nonostante il cambio euro-dollaro sia sempre più a nostro favore, il prezzo della benzina pagata in euro forte sale anche se il prezzo al barile del petrolio è valutato in dollari deboli? Il problema rimane un mistero: al momento nessuno ha ancora dato una risposta.
Io di economia non capisco nulla, però non mi pare che dai dati che fornisci la tua domanda sia fondata.
Ovvero, dal 2000 il costo in $ del barile si è quadruplicato, ma quello in € è solo raddoppiato, piuttosto in linea con l'andamento del rapporto di cambio fra le due monete che nel frattempo si è infatti dimezzato.
Fatto del resto confermato dal prezzo al distributore in Italia, dove nel 2000 un litro di nafta costava circa 1.500 £ ed ora si paga circa 1,5 €. Se avessimo i dollari, sarebbe l'equivalente di 3 euro.

Se ho scritto fesserie correggetemi!
Mandi.
Luigi
"Gli Alpini arrivano a piedi là dove giunge soltanto la fede alata"
(G. Bedeschi)


Immagine
Avatar utente
Federico
Sottotenente
Sottotenente
Messaggi: 2165
Iscritto il: lun dic 09, 2002 4:59 pm

Re: Petrolio

Premetto che do per scntato che i petrolieri siano prontissimi, magari in anticipo sui prezzi di borsa* del barile di petrolio, ad aumentare i prezzi dei carburanti alla pompa e invece siano sempre MOLTO in ritardo a diminuirli, sempre in rapporto alle quotazioni di mercato. Giusto anche il ragionemto di Luigi: il tasso di cambio euro-dollaro ultrafavorevole per noi ha di molto mitigato l'aumento di prezzo della materia prima che, come tutti sanno, è commerciata in dollari americani. In parole povere, per un europeo, mentre il prezzo del petrolio saliva in modo impressionante, contemporaneamente scendeva, molto notevolmente, il prezzo in euro della moneta necessaria per comperare i barili di petrolio. Il risultato netto di questo doppio scambio è che l'enorme aumento della quotazione del barile è stato in buona parte assorbito dalla contemporanea discesa, molto notevole, del prezzo della moneta necessaria per comeprarlo. Buon per noi (limitando al campo del petrolio e derivati il discorso, perchè la bassa quotazione del dollaro ci provoca altri problemi, la cui dimensione è secondo me almeno pari ai risparmi petroliferi che ci ha consentito).

Detto questo il "ragionamento" (parola grossa) formulato (idem) dal codacons&Co, lascia basiti per l'approssimazione, quando non ignoranza tout-court che dimostra. Le percentuali di variazione in borsa* del barile di petrolio non si applicano mai, sic et simpliciter, al prezzo alla pompa. Per due ottimi motivi, che persino un bimbo delle elementari capirebbe:

1) Un barile di petrolio NON equivale ad un barile di benzina

2) Ben più importante: il prezzo alla pompa NON è il costo industriale della benzina

Lasciamo perdere il punto 1, che è poca cosa (sebbene tagli subito le gambe all'equivalenza diminuzione del petrolio --> pari diminuzione della benzina, e concentriamoci sul fattore più importante: l'abnorme fiscalità , pure abbastanza complicata, che grava sui carburanti, tanto che un mio vecchio collega, reduce da anni di lavoro nel settore petrolifero, chiamava le aziende petrolifiere "enti di fatturazione per conto dello Stato" (come a dire che la maggior parte dei soldi incassati erano in realta di proprietà  dello Stato).

Un conto spannometrico ci dice che se il prezzo alla pompa è 100, circa 66 sono tasse, imposte e accise e 34 il costo industriale del prodotto.

Cioè: con un terzo dei soldi che noi tiriamo fuori dalle nostre tasche per comperare benzina, il settore petrolifero si paga tutto, utili compresi. Di tutta la filiera di prodotto che parte dal geologo che ha esplorato il deserto e ha identificato l'area in cuo con grande probabilità  c'è petrolio, alle campagne di sondaggio espolrativo, alle analisi dei campioni, alla quantificazione delle dimesnioni del campo (e a tutti questi esperimenti e ricerche che sono andate male), alle convenzioni con lo Stato per lo sfruttamento, all'estrazione, allo stoccaggio, al trasporto verso il porto (o oleodotto), carico della nave, nolo della nave (o royalties ai paesi attraversati dall'oleodotto e costi di gestione dello stesso), assicurazione della stessa, scarico in raffineria, raffinazione, smalitmento degli scarti, ulteriore stoccaggio, nolo dei camion, assicurazione degli stessi, scarico alla pompa e pompaggio finale el nostro serbatoio. E sicuramente ho saltato qualche passaggio. In realtà , se fate i conti, la benzina costa incredibilmente poco. Ma questo è un altro discorso. Il fatto è che il codacons come per magia salta l'effetto leva della fiscalità  sui carburanti. Ammesso e non concesso che la quotazione di borsa* si ribalti immediatamente alla pompa (impossibile, dato che i dati della borsa si riferiscono a futures, cioè ai prezzi stabiliti oggi, per consegne fra x settimane). Leva fiscale che impedisce, matematicamente, che il 10% di diminuzione della materia prima (dato anche il punto 1) si rifletta in un 10% di diminuzione del costo alla pompa. Quello che al limite cala del 10% è il 34% del 100 che è la quota merce, per così dire, del prezzo alla pompa. Ma i due terzi di fiscalità , quelli, continuano ad esserci e a pesare. Ed è proprio questo gioco di incastri tra le varie componenti del prezzo alla pompa che impediscono un ribaltamento automatico delle variazioni delle quotazioni del greggio sul prezzo alla pompa. La fiscalità  ha, appunto, un effetto leva e nei due sensi: se il costo industriale della benzina aumenta (per le più svariate ragioni, non solo per le quotazioni del greggio) la fiscalità  amplifica questo aumento. Se invece diminuisce, la fiscalità  smorza questa diminuzione di costo industriale.

Il "trucco" che porta a questo è semplice: la fiscalità  applicata al prodotto che ne fa da moltiplicatore. Ai miei tempi, esagero, erano cose da prima media. Possibile che al codacons&Co non lo sappiano? No. E allora perchè prenderci tutti per i fondelli con sparate tipo il 15% in meno addirittura preteso per arrivare a pareggiare il 20% perso dalla materia prima e solo marginalmente "coperto" dal 5% di diminuzione del prezzo alla pompa?

Ciao

PS: * questa è un altra questione, quella della borsa. Non tutta la benzina che mettiamo nel nostro serbatoio deriva da petrolio scambiato in base a quei prezzi. Che oltretutto sono futures sui prezzi del barile. Nel senso che si scommette sul prezzo al quale verrà  scambiato il barile fisico da qui a x giorni. Il che può avere un suo senso economico industriale. Poniamo che io (Moratti ad esempio: un raffinatore) abbia dei contratti in essere coi paesi esportatori che x ton/anno di petrolio consegnatomi. Prezzi già  stabiliti. Ma in corso d'anno io mi aggiudico le forniture ad un cliente. Devo procurarmi altro petrolio ma voglio anche sapere a che prezzo lo comprerò, per cui lo compro ora per consegna futura (quando mi servirà  per coprire le forniture al cliente appena preso). Questo è un meccanismo sano. Se invece io fossi uno speculatore che ha perso miliardi di danari NON miei, in prodotti finanziari super complessi di cui capisco nulla o quasi (scommesse ad effetto leva, tipicamente: impegno 5 miliardi (che non ho) e se vinco la scommessa ne incasso 1.000. Ma se perdo ne perdo magari 5.000. Che continuo a non avere...) e per rientrare mi butto a speculare sule materie prime, non faccio che perpetuare, moltiplicandolo, il male che ho già  fatto buttando nel cesso i risparmi che erano affidati alla mia gestione "professionale". Perchè il mio cliente che ho messo sul lastrico si ritroverà  a pagare di più tutto ciò di cui ha bisogno per lavorare e vivere. In pratica lo inc**o per la seconda volta: prima lìho rovinato, e ora gli aumento il costo della vita. E oltretutto per mesi (a partire dallo scoppio della bolla subprime, guardacaso) ho fatto in modo che la grancassa mediatica (al mio servizio esclusivo) suonase la musica della scarsità  di materie prime, petrolio in testa. Guarda tu che caso, eh? Funziona così: io compro petrolio (sulla carta) a x mesi da oggi ad un prezzo più alto di quello che gli addetti ai lavori (petrolieri) si aspettano. Poi parte la grancassa: manca il petrolio! Oddio, e come si fa? Tutti a comperarlo, per ripararsi da aumenti repentini e igniti nel futuro di unmercato "in giostra". La grancassa continua. Oramai il mio prezzo è basso rispetto a quello raggiunto dalle quotazioni: vendo e incasso un sacco di soldi (senza aver comeprato NULLA prima: la mia era una "promessa" di acquisto entro una certa data, coperta solo da una frazione infima del suo valore totale. Il pagamento finale lo farà  chi ha comperato la mia promessa prima della scadenza e che, lui si, ha bisogno del petrolio (o magari di perdere dei danari: ci sono anche queste esigenze, per smagrire gli utili e pagare meno tasse). E posso continuare il gioco. Anche al contrario, avendo un po' di danari in saccoccia: vendo short. Cioè allo scoperto, per un valore futuro molto più basso della quotazione attuale. Se la grancassa mi aiuta (e mi aiuta sempre...) i prezzi scendono, fino a raggiungere un prezzo più basso del mio. Ecco fatto: compro quelle, con cui copro le mie, e lucro la differenza. Senza aver tirato fuori un soldo. Tutto si basa sulla falsità  delle informazioni, sulla velocità  degli scambi e su, devo ammetterlo, un pelo sullo stomaco e una bravura tecnica molto fuori dal comune. La prola onestà , noterete, non l'ho usata...

La scarsità , poi, è una bufala: ci sono petroliere, ora, che attendono piene di greggio, che qualcuno ne comperi il carico. Che le arma si è buttato pure lui nel business: attende il prezzo migliore per vendere la merce. Ma nessuno è mai rimasto a secco, cosa che succederebbe se la produzione riuscisse appena appena a sodisfare la domanda (come si usa dire per giustificare i prezzi in salita). E la Cina e l'India che hanno aumentato la domanda e quindi hanno aumentato i prezzi. Altra balla (meno grossa della prima): secondo un operatore del mercato delle commodities (le merci) uno che se ne intende veramente e che ha testimoiato davanti al Congresso USA alla borsa del petrolio, dallo scoppio della bolla dei subprime in poi, le quantità  di petrolio fisico acquistate da Cina e India sono state coperte con futures (la normale e sana operazione che ho spiegato sopra). Solo che nel mercato giravano quantità  di futures per (eventuali) barili di petrolio più che doppi rispetto a quelli acquistati da indiani e cinesi. Vedete un po' voi chi le maneggia queste quantità  di petrolio su carta in più...

Ciao
Art. Federico
40a Btr, AMF(L)
Gr.A.Mon. "Pinerolo"
(4° Rgt. A. Mon.)
Brigata Alpina Taurinense
3°/86
Avatar utente
Luigi
Capitano
Capitano
Messaggi: 3075
Iscritto il: sab dic 14, 2002 4:12 pm
Località: Piacenza

Re: Petrolio

Ringrazio per la esaustiva dissertazione :-k
Finalmente ho compreso il motivo del "pump up the volume" di questi giorni.
Poi ci sarebbe la vexata quaestio della vera origine del petrolio...

Spezzo una lancia non tanto per l'antipaticissimo Codacons - e i similari Federconsumatori, Adusbef, etc. - quanto per la generalità  dei cosiddetti "esperti": vi sono certo i seminatori consapevoli di caos, ma la maggioranza è davvero solo crassamente ignorante.
Il che, a ben vedere, è pure peggio.

Tutto ciò mi ricorda un mio zio, sergente maggiore dell'autocentro, campagna di Russia, ritenuto istruito e acculturato poichè aveva addirittura la licenza elementare, in grado di spiegare con cognizione di causa quanto accaduto fra il 1935 e il 1940 (e la conseguente, indifferibile entrata in guerra dell'Italia) argomentando correttamente di Laval e Monaco.
Penso che i 3/4 degli attuali laureati in storia italiani non sappiano neppure chi fosse, Laval.

Il discorso è estendibile a tutti gli altri campi del sapere, naturalmente.
Mandi.
Luigi
"Gli Alpini arrivano a piedi là dove giunge soltanto la fede alata"
(G. Bedeschi)


Immagine
Avatar utente
Federico
Sottotenente
Sottotenente
Messaggi: 2165
Iscritto il: lun dic 09, 2002 4:59 pm

Re: Petrolio

Luigi ha scritto:Ringrazio per la esaustiva dissertazione :-k
Finalmente ho compreso il motivo del "pump up the volume" di questi giorni.
Poi ci sarebbe la vexata quaestio della vera origine del petrolio...

Spezzo una lancia non tanto per l'antipaticissimo Codacons - e i similari Federconsumatori, Adusbef, etc. - quanto per la generalità  dei cosiddetti "esperti": vi sono certo i seminatori consapevoli di caos, ma la maggioranza è davvero solo crassamente ignorante.
Il che, a ben vedere, è pure peggio.

Tutto ciò mi ricorda un mio zio, sergente maggiore dell'autocentro, campagna di Russia, ritenuto istruito e acculturato poichè aveva addirittura la licenza elementare, in grado di spiegare con cognizione di causa quanto accaduto fra il 1935 e il 1940 (e la conseguente, indifferibile entrata in guerra dell'Italia) argomentando correttamente di Laval e Monaco.
Penso che i 3/4 degli attuali laureati in storia italiani non sappiano neppure chi fosse, Laval.

Il discorso è estendibile a tutti gli altri campi del sapere, naturalmente.
Mandi.
Luigi
Prego, figurati.

Ma scusami tanto, birbaccione che non sei altro :D : vorrai mica dirmi che il petrolio potrebbe magari-forse-chissà  non essere quello che ci dicono, cioè una sorta di fossile allo stato liquido, eh? :--""

Concordo: la crassa ignoranza esiste, eccome. Specie fra i "tecnici". E questi, uniti agli spargitori del caos, sono la grancassa di cui parlavo. Fanno il sottofondo, che ad alto volume, soffoca e fa sparire ne mucchio tutte le notizie. Perchè in realtà  la censura è poco usata, quasi un'extrema ratio. Molto meglio nascondere la notizia vera inmezzo a milioni di altre false e mezze vere e politicamente corrette.

Un saluto alla tesa a tuo Zio (che sapeva chi fosse Laval. Cognizioni esoteriche per il giorno d'oggi...)

Ciao
Art. Federico
40a Btr, AMF(L)
Gr.A.Mon. "Pinerolo"
(4° Rgt. A. Mon.)
Brigata Alpina Taurinense
3°/86
Avatar utente
Nicola
Maresciallo Maggiore
Maresciallo Maggiore
Messaggi: 1605
Iscritto il: lun dic 09, 2002 1:44 pm
Località: Vittorio Veneto

Re: Petrolio

Luigi ha scritto: Poi ci sarebbe la vexata quaestio della vera origine del petrolio...
Dove potrei approfondire? Io sono fermo alle lezioncine di Educazione Tecnica (ma ve la ricordate? esiste ancora?) alle medie.
Grazie
S.ten Nicola Pagotto
16° Rgt "Belluno"
79° Compagnia
171° corso AUC SMALP 3/98
Avatar utente
Luigi
Capitano
Capitano
Messaggi: 3075
Iscritto il: sab dic 14, 2002 4:12 pm
Località: Piacenza

Re: Petrolio

Nicola ha scritto:Dove potrei approfondire?
Non lo so :D

Non mi sono mai interessato alla questione per mancanza di tempo. Comunque si tratta di un'ipotesi geologica, senza organismi di mezzo.
Forse una primissima idea te la puoi fare leggendo qui:
http://www.engdahl.oilgeopolitics.net/G ... ussia.html

Mandi.
Luigi
"Gli Alpini arrivano a piedi là dove giunge soltanto la fede alata"
(G. Bedeschi)


Immagine

Torna a “Discussioni fuori tema - Sola Lettura”