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Hellis
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Re: non ci mettere il dito...

Nicola ha scritto:
Hellis ha scritto:
Nicola ha scritto:Non abito sotto Rialto ma parlo una variante del veneziano, sono colonizzato?
No.Terrone.
Guarda che a Parma ci sono stato, tre anni fa, a maggio.... gente dappertutto, fannulloni soprattutto, beoni con buffi copricapi che importunava le donzelle anzichè tirarsi su le maniche, trabbiccoli senza immatricolazione (probabilmente uno di quelli che ti contestano nell'altro thread :lol: ) a fare danni in giro per le strade...
E sarei un terrone io?
L'esperienza diretta di questa mia unica visita nel Vs. territorio mi dice che il cuore della terronia è a Parma (:-x) .
Ma a Parma ne siamo consapevoli, e ne siamo felici :D
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Nicola
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Re: non ci mettere il dito...

Luigi ha scritto:
Nicola ha scritto:Non abito sotto Rialto ma parlo una variante del veneziano, sono colonizzato?
Considerato che a suo tempo Venezia brigò non poco per conquistare il resto del Veneto, concluderei di si.
Mandi.
Luigi
Beh, qui andrebbe spiegato che da parte di madre - o meglio di mio nonno materno - sono austriaco, mentre il cognome paterno denoterebbe una provenienza dall'Alpago. Mia nonna materna invece era proprio veneziana.
Comunque adesso sono "schiavo di Roma" e quelle poche volte che passo davanti al televisore non fanno che rafforzare quest'idea :x .
S.ten Nicola Pagotto
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C.le Busbani
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Re: non ci mettere il dito...

A dire il vero non so se parteggiare per Venezia o no; Venezia è Venezia e non è il Veneto e nemmeno si trova in Veneto...è staccata da esso.
Qui da noi dire "te si un venessian" non è proprio un complimento...e dicendo questo, ovviamente, non intendo offendere nessuno degli attuali (pochi e in via d'estinzione) veneziani.
Desidero, però, ricordare che questo detto trae origine dalla politica di espansione che la Repubblica Serenissima (cioè Venezia) adottò...tutto doveva servire per la città  di Venezia...alla faccia del territorio! Quindi, Venezia non è nel Veneto, ma il Veneto serviva a Venezia per farsi bella.
La basilica cattedrale di Padova e la Basilica di Santa Giustina, le due chiese più monumentali della città  (S.Antonio è più piccolina ed è del Vaticano) non hanno la facciata completa perché i Veneziani non hanno voluto: avrebbero permesso a Padova di competere in bellezza con Venezia e, questo, non era giusto. E perchè non parlare dei boschi bellunesi depredati dal legname per rifocillare la flotta di Venezia?
Nostalgia per la Serenissima? Proprio no...forse i Veneziani si, ma noi qui proprio no. Come si può aver nostalgia per chi attua una politica a favore dello sfruttatore?
Beato Napoleone!!!...mi dispiace. Ma grazie a lui qui è arrivata la civiltà , nonostante sotto sotto sia stato un ladro. E poi sono seguiti gli Asburgo e, quindi, i Savoia che, volenti o no (ognuno è libero di pensare come vuole), hanno dato un tocco di modernità  ad uno stato che altro non era che un colabrodo...i Borbone ed i Pontefici-re è meglio non menzionarli...per non parlare di altro in Toscana.
Buona giornata.
Il Conte :-k

P.S.: Ah...Il re fellone e l'8 settembre...prima di trarre ancora conclusioni andate a vedere che cosa accadde in altri Stati Europei in quel frangente e poi valutate se i Savoia sono stati diversi. Però...abbiamo perso la guerra e la storia la scrive chi vince. Occhio, amici, che la storia non è quella del manuale scolastico e prima di arrivare a talune valutazioni è meglio comporre bene il puzzle...a me la ruota dentata e la stella nello stemma della repubblica mi ricordano...(non posso dire altro).
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Luigi
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Re: non ci mettere il dito...

C.le Busbani ha scritto:P.S.: Ah...Il re fellone e l'8 settembre...prima di trarre ancora conclusioni andate a vedere che cosa accadde in altri Stati Europei in quel frangente e poi valutate se i Savoia sono stati diversi. Però...abbiamo perso la guerra e la storia la scrive chi vince. Occhio, amici, che la storia non è quella del manuale scolastico e prima di arrivare a talune valutazioni è meglio comporre bene il puzzle...a me la ruota dentata e la stella nello stemma della repubblica mi ricordano...(non posso dire altro).
Calma e gesso.
Il fatto che altri sovrani, in situazioni analoghe, si siano comportati meglio, peggio o similmente a Vittorio Emanuele III non permette di derivare un giudizio di assoluzione riguardo al suo comportamento.
L'aborto rimane un omicidio, checchè ne dica la legge. Un re è fellone quale che siano le azioni di altri coronati.

Esaminiamo il caso.
Fino al 2 giugno 1946 il giuramento di fedeltà  dei soldati italiani era al Sovrano.
Questo era uno fra gli ultimissimi retaggi della civiltà  medievale, nella quale i rapporti sociali erano caratterizzati dall'organicità  e dalla personalità , altro che l'alienante burocratizzazione odierna.
Segnatamente un giuramento di fedeltà  personale impegna non solo chi lo pronuncia, ma anche chi lo riceve, che ne deve accettare onori ed oneri. Qualora ciò non accada, si ha la fellonia, ovvero il venir meno ai propri impegni di chi ha ricevuto la promessa di fedeltà  di altri uomini.

L'8 settembre 1943, piaccia o meno, Vittorio Emanuele III venne meno non solo ai doveri del suo stato, come diversi elementi del Governo e alti gradi delle Forze Armate.
Venne meno a qualcosa di ancora più profondo e antico.
Abbandonò al caos, per scopi per altro non ancora del tutto chiari, i soldati che per tre anni avevano sofferto per mantenere l'impegno preso.
E lo fece con piena avvertenza, dacchè alla richiesta del Principe ereditario di rimanere a Roma, capitale del Regno, per guidarne la resistenza alla Wehrmacht, oppose un rifiuto tanto netto quanto motivato da spiegazioni meschine, spregevoli e - diciamolo - da taccagno bottegaio di paese.
Fellonia, in tutto e per tutto.

Quanto al resto, ci sono paesi del meridione d'Italia ove l'acqua arriva - quando arriva - perchè c'è un acquedotto costruito dai Borbone o, mal che vada, da Mussolini. Fosse stato per lo Stato liberale, o quello repubblicano, sarebbero ancora ai pozzi.
Il Regno delle due Sicilie era l'unico Stato italiano con il bilancio in attivo.
Contro di esso fu condotta una guerra di aggressione da elementi che, con il metro attuale, sarebbero tranquillamente definibili come terroristi. Quale fosse la reale volontà  popolare lo dimostra l'episodio di Sapri, o la ridottissima partecipazione della popolazione continentale (altra cosa fu la Sicilia, anche per una serie di malintesi) all'avventura garibaldina.
Stendiamo un velo sulla successiva repressione di un movimento che, in altri tempi, avrebbe ricevuto la qualifica - e le prebende - di "partigiano".

Mettiamola così: fra il beato Pio IX e il Gran maestro onorario del Grande Oriente d'Italia Giuseppe Garibaldi non sono possibili compromessi. Ognuno scelga nella propria coscienza.
Su una cosa però concordo, caro Conte: i Savoia portarono definitivamente la modernità  in Italia. Che non è il progresso tecnico o il miglioramento delle condizioni di vita, ma è tutto ciò che vediamo ogni giorno e che a parole biasimiamo fortemente.
Non l'avessero mai fatto.

Mandi.
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Re: non ci mettere il dito...

Caro Luigi,
ti invito a leggere il seguente testo:
PAOLO MACRY (a cura di), Quando lo Stato crolla - studi sull'Italia preunitaria, LIGUORI EDITORE - Napoli, 2003.
Il presente testo è stato redatto dal Dipartimento di Discipline Storiche dell'Università  degli Studi di Napoli Federico II.
Ci trovarai, oltre ad una inedita documentazione storica, anche considerazione circa la mentalità  del tempo e le Case Regnanti in Italia in quel periodo.
Per quanto riguarda i Savoia...certo: il loro comportamento è da riprendere, ma anche quello di altri Capi di Stato Europei. Ci sono, comunque, ancora parecchie cose oscure nella "fuga" a Brindisi.
Ripeto: avessimo vinto la guerra, i Savoia non sarebbero stati messi in discussione e, nonostante tutto, i loro punti oscuri non sarebbero stati presi in esame...come avviene oggi per la nostra amata repubblica.
Concordo con te sulla volontà  del Principe Ereditario di rimanere a Roma (per Vittorio Emanuele III non ho mai nutrito simpatia!): avesse potuto fare quello che aveva in mente, in Italia avremmo ancora la Monarchia...ma Umberto era un saggio e i saggi in Italia...! Questa affermazione te la riporto pari pari come me la disse chi visse quei momenti proprio nelle FFAA.
Puliamo la storia dalle ideologie! Ancora oggi, queste dominano nel nostro Paese impedendo le riforme di cui esso necessita.
Personalmente su una cosa rimango fermo: non è criticando le Istituzioni che si va avanti, bensì servendole con dedizione e OBBEDIENZA, quella che oggi manca in nome di una libertà  di falsa definizione che tende a trasformarsi in anarchia.
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Re: non ci mettere il dito...

C.le Busbani ha scritto:...i Borbone ed i Pontefici-re è meglio non menzionarli...per non parlare di altro in Toscana.
Buona giornata.
Il Conte :-k
Seguo cn divertimento la Vs disquisizione di puro valore estetico( conte Oliver in Alan Ford) ma caporale mi spieghi e ci illumini checciazzeca col veneto, venezia, veneziani la mia Cara,defiorentinizzata,Toscana????? :?: :?: :D :D :D :D
P.S.Io sono dei fratelli della costa (:ho:) (:ho:)
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Re: non ci mettere il dito...

Leggi il testo che ho consigliato e allora capirai il perchè della caduta del Granducato e cosa c'entra col resto. E' tutta una questione di mentalità  e di modo di gestire lo Stato.
Ciao.
Omar.
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Re: non ci mettere il dito...

C.le Busbani ha scritto:Ci trovarai, oltre ad una inedita documentazione storica, anche considerazione circa la mentalità  del tempo e le Case Regnanti in Italia in quel periodo.
Il problema è che le case regnanti regnavano, appunto, su Stati sovrani.
Sono questi e i loro popoli ad essere stati aggrediti, saccheggiati, colonizzati.
Mi paiono eloquenti, al riguardo, le parole di un grande tecnico e storico insigne non certo sospettabile di nostalgie reazionarie quali quelle del sottoscritto:

"Eppure questo stato multiforme e multilingue governava nell'ordine popoli che altrimenti si sarebbero scannati a vicenda. E l'amministrazione era esemplare ed efficiente. Poche le tasse, bene spesi i fondi pubblici. Dove arrivava l'Austria spariva l'analfabetismo. E l'esercito era un elemento unificatore.
Non eccessive le spese militari, inferiori (proporzionalmente alla popolazione e al reddito) a quelle italiane; dura ma giusta la disciplina; poche ma buone le armi; l'addestramento curato sull'esempio di quello tedesco.
(Mario Silvestri, "Finis Austriae", Storia Illustrata n.° 372, novembre 1988)

E qui non si parla della Monarchia del siglo de oro, o dell'Impero della Restaurazione; si parla degli ultimissimi barlumi di luce degli Asburgo.
Contemporaneamente a ciò, dopo cinquant'anni di Savoia un terzo delle reclute italiane arrivava alla visita di leva completamente analfabeta. Sommiamoci semianalfabetismo e analfabetismo di ritorno...
C.le Busbani ha scritto:Personalmente su una cosa rimango fermo: non è criticando le Istituzioni che si va avanti, bensì servendole con dedizione e OBBEDIENZA, quella che oggi manca in nome di una libertà  di falsa definizione che tende a trasformarsi in anarchia.
Per cui tutti gli europei che nel corso del XX non vollero criticare le istituzioni naziste o comuniste, e che anzi le servirono con dedizione e obbedienza, erano nel giusto?
Prima di osservare che il paragone non regge, ricordo solo il numero di una legge infame della Repubblica: 194/78.

Il discorso sarebbe in ogni caso molto lungo. Bisognerebbe partire dalla differenza fra potere legale e potere legittimo, quale quello attuale non è.
A me basta la Preghiera dell'Alpino:
"Rendi forti le nostre armi contro chiunque minacci la nostra Patria, la nostra bandiera, la nostra millenaria civiltà  cristiana".
Fossero anche i Presidenti del Consiglio o della Repubblica, in special modo se parte dell'inimica vis (naturalmente le armi sono quelle intese dalla Preghiera. Non vorrei che casa mia fosse acquisita da Aquila e dalla sua congrega (:88:) )

A lei, Conte :--""
Mandi.
Luigi
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Re: non ci mettere il dito...

Luigi,
prova a darci un'occhiata al testo che ho suggerito. E' un modo diverso di vedere le cose.
La storia è la somma di più punti di vista.
Per quanto riguarda la Patria...beh...oggi non c'è per niente senso civico: come possiamo pretendere l'amor Patrio?
Non posso dilungarmi oltre e come vorrei. Non lo posso fare per correttezza e deontologia professionale...cadrei nella politica e non posso.
Ma dentro di me, sovente, vi è sofferenza.
Omar.
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