C.le Busbani ha scritto:P.S.: Ah...Il re fellone e l'8 settembre...prima di trarre ancora conclusioni andate a vedere che cosa accadde in altri Stati Europei in quel frangente e poi valutate se i Savoia sono stati diversi. Però...abbiamo perso la guerra e la storia la scrive chi vince. Occhio, amici, che la storia non è quella del manuale scolastico e prima di arrivare a talune valutazioni è meglio comporre bene il puzzle...a me la ruota dentata e la stella nello stemma della repubblica mi ricordano...(non posso dire altro).
Calma e gesso.
Il fatto che altri sovrani, in situazioni analoghe, si siano comportati meglio, peggio o similmente a Vittorio Emanuele III non permette di derivare un giudizio di assoluzione riguardo al suo comportamento.
L'aborto rimane un omicidio, checchè ne dica la legge. Un re è fellone quale che siano le azioni di altri coronati.
Esaminiamo il caso.
Fino al 2 giugno 1946 il giuramento di fedeltà dei soldati italiani era al Sovrano.
Questo era uno fra gli ultimissimi retaggi della civiltà medievale, nella quale i rapporti sociali erano caratterizzati dall'organicità e dalla personalità , altro che l'alienante burocratizzazione odierna.
Segnatamente un giuramento di fedeltà personale impegna non solo chi lo pronuncia, ma anche chi lo riceve, che ne deve accettare onori ed oneri. Qualora ciò non accada, si ha la fellonia, ovvero il venir meno ai propri impegni di chi ha ricevuto la promessa di fedeltà di altri uomini.
L'8 settembre 1943, piaccia o meno, Vittorio Emanuele III venne meno non solo ai doveri del suo stato, come diversi elementi del Governo e alti gradi delle Forze Armate.
Venne meno a qualcosa di ancora più profondo e antico.
Abbandonò al caos, per scopi per altro non ancora del tutto chiari, i soldati che per tre anni avevano sofferto per mantenere l'impegno preso.
E lo fece con piena avvertenza, dacchè alla richiesta del Principe ereditario di rimanere a Roma, capitale del Regno, per guidarne la resistenza alla Wehrmacht, oppose un rifiuto tanto netto quanto motivato da spiegazioni meschine, spregevoli e - diciamolo - da taccagno bottegaio di paese.
Fellonia, in tutto e per tutto.
Quanto al resto, ci sono paesi del meridione d'Italia ove l'acqua arriva - quando arriva - perchè c'è un acquedotto costruito dai Borbone o, mal che vada, da Mussolini. Fosse stato per lo Stato liberale, o quello repubblicano, sarebbero ancora ai pozzi.
Il Regno delle due Sicilie era l'unico Stato italiano con il bilancio in attivo.
Contro di esso fu condotta una guerra di aggressione da elementi che, con il metro attuale, sarebbero tranquillamente definibili come terroristi. Quale fosse la reale volontà popolare lo dimostra l'episodio di Sapri, o la ridottissima partecipazione della popolazione continentale (altra cosa fu la Sicilia, anche per una serie di malintesi) all'avventura garibaldina.
Stendiamo un velo sulla successiva repressione di un movimento che, in altri tempi, avrebbe ricevuto la qualifica - e le prebende - di "partigiano".
Mettiamola così: fra il beato Pio IX e il Gran maestro onorario del Grande Oriente d'Italia Giuseppe Garibaldi non sono possibili compromessi. Ognuno scelga nella propria coscienza.
Su una cosa però concordo, caro Conte: i Savoia portarono definitivamente la modernità in Italia. Che non è il progresso tecnico o il miglioramento delle condizioni di vita, ma è tutto ciò che vediamo ogni giorno e che a parole biasimiamo fortemente.
Non l'avessero mai fatto.
Mandi.
Luigi