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Re: Maaaa, Voi col Nonnismo...

CavaliereNero ha scritto:... che cosa avete imparato nelle rispettive caserme e scaglioni, che cosa si faceva e cosa non più!

E le canzoni da naja, stile Cara Burbetta, Alle porte del distretto, Guarda in cielo, ecc...

chi se le ricorda? E chi si sente di raccontare gli atti di nonnismo, sia di truppa che di "ufficiale" che ha visto durante la propria naja?
Quando prestai servizio a Tolmezzo ('95-96), nonnismo non ne vidi.
Forse perche', a causa del mio incarico, non avevo tempo di stare in mezzo agli altri ma credo anche preche' c'erano parecchi impegni addestrativi.
Il colonnello al tempo fece a tutti un discorsetto serio del tipo "qui SIETE artiglieri con i coglioni e non femminucce frignose"!
Di conseguenza chi si ritieneva una persona con i cosidetti non si perdeva certo in infantilismi da asilo.
Appena arrivato, in 14^ batteria, tra addestramento, lezioni teoriche, pratiche c'era poco tempo per "fraternizzare con la max" che era fuori per campi invernali, scuola tiri, Bivera ecc... Inoltre ogni batteria era formata da uno scaglione unico.
Poi quando andai in BCS, li' eravamo in 3 scaglioni misti. La prima sera (piantone cessi) mi sbrandarono ma poi nient'altro. Era semplicemente il benvenuto riservato a tutti! :-)
A parte quell'unica esperienza posso dire che i comportamenti da "nonno" piu' che altro si riassumevano in forme di rispetto e non di aggressione tipo: non entrare in spaccio con la norvegese, non appoggiarsi ai muri, fare la branda al collega nonno che rientrava tardi per servizio.... ed erano rispettate da tutti i "topini" che sapevano comunque di essere gli ultimi arrivati.
A dire il vero i piu' giovani 18-19 anni giocavano con palline e a fare block-sblock ma sempre in forma scherzosa.
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Federico
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Curioso che nessuno abbia tirato fuori uno degli scherzi che da noi giravano parecchio, simile al bolck-sblock (uno schiocco di dita, due sciocchi di dita. La parodia dei colpi di fischietto che la Guardia alla Carraia dava quando entrava un Ufficiale Comandante di Corpo, per mettere tutti sull'Attenti e poi sul Riposo). La cosa era abbastanza diffusa nella Taurinense: si tratta del celebre automatico. Era parola da evitare per i rospi. Se nel discorso di un anziano entrava la parola automatico un buon figlio che avesse sentito avrebbe dovuto mettersi a saltare sul posto. Per farlo smettere si diceva: basta. C'era anche l'ordine silenzioso: il dito indice che si alzava e abbassava sul pollice e medio avvicinati, tipo il gesto che si fa per mimare lo scrollare la cenere dalla sigaretta. Il "basta" silenzioso era un gesto con la mano, proprio come si farebbe normalmente nel nostro comune gesticolare.

Ciao
Art. Federico
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Luigi
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Ecco il riepilogo promesso, anche se è un po' lungo.

A livello goliardico, stiamo a zero o giù di lì.
Ricordo con vivo piacere un paio di battaglie estive alle due di notte - ma fra di noi, senza partecipazione di anziani - a colpi di cuscini e sbrandamenti al rientro da un poligono notturno, non tanto per il divertimento in sè (roba di dieci minuti) quanto per il clima di sana gioia che percorreva le camerate immerse nel buio.
Tre o quattro esecuzioni del solito paio di canzonette da congedanti (ne conoscete molte più di me, devo dire).
Una sola spedizione di sbrando nella batteria dello scaglione giovane prima di partire per il campo invernale. Bella perchè fu una cosa molto divertente per entrambe le parti, anche se una nostra eventuale scoperta significava consegna di rigore (dal che si comprende come a Roma non vogliano soldati, ma quarti di calzetta).
Per il resto, niente norvegesi aerodinamiche, niente ponti agli anfibi, niente Cappelli tirati (al di là  del minimo necessario affinchè non fossero bombette), niente criniere, niente modifiche alla SCBT, niente fantasmi, e guai a ficcarsi le mani nelle tasche della mimetica anche se vi mancava una settimana al congedo.

Per quanto riguarda i rapporti fra scaglioni, le tre batterie obici erano fondamentalmente mono-scaglione, contando solo quattro o cinque elementi più anziani o più giovani a seconda delle circostanze (in genere magazziniere, furiere, armiere e un conduttore che dovevano assicurare la routine fra il congedo di uno scaglione e l'arrivo del successivo). In ogni caso la legge vigente, fatta rispettare con scrupolo dagli ufficiali del Gruppo, era una ed una sola: i servizi sono compito, salvo casi particolari, della Batteria Comando e Servizi (dal che il nome, appunto); i serventi devono morire di 105/14. Per cui guardia caserma, PAO, NCA, NCC, sorveglianza al deposito munizioni erano tutti privilegi della BCS e, in seconda battuta, della Batteria contraerea. Noi vi partecipavamo solo sporadicamente, tanto che in dieci mesi io annovero solo una settimana da capoposto in polveriera.

I servizi di batteria, vivendo fra persone civili, erano robetta da poco; il piantonaggio era solo serale (sempre che non vi fossero uscite addestrative), l'unico incoveniente risultando quello del fine settimana, non tanto per il lavoro - inconsistente - quanto per il dovere restare a Tolmezzo. Per cui tutto si riduceva, fuori dal servizio, a qualche minimo segno, come il fatto che all'interno della palazzina del Gruppo solo gli anziani potessero tenere in testa il copricapo.
Così, alla fine della fiera, in dieci mesi mi venne dato solo un block, che naturalmente mi guardai bene dall'osservare. Esiste che un magazziniere blocchi un servente?

Il rispetto verso gli anziani si manifestava, tra i 61/C, in un modo tutto particolare, e cioè nel servizio al pezzo. Non impegnarsi e non riuscire bene era quanto di più rimbeccoso si potesse immaginare; motivo per cui non so cosa siano la posizione dell'alpino stanco o il termometro, ma so cosa significhi essere fermati dal servente più grosso della batteria anziana e sentirsi dire "mi hanno detto che ieri hai fatto abboccare il pezzo..."
Vigeva inoltre una vera e propria mistica della flessione: non erano mai abbastanza. Con lo zaino alpino, coi piedi sulle ruote dell'obice, nell'ufficio del Capitano prima di ricevere il cordellino da caposquadra, al rientro dalle marce, ogni occasione era buona; però, anche qui, non perchè chi le ordinasse era anziano e noi no, ma o perchè c'era di mezzo un errore o perchè era necessario così. In poche parole, non "Pincia topo" - che fa tanto fanteria - ma "Cos'è questa? Polvere? Posizione di massima raccolta...", o "E la chiavetta della ruota, chi la paga? Posizione di massima raccolta..."
Considerato il mio scarso phisique du role, o come accipicchia si scrive, subito amorevolmente notato dai serventi anziani, penso di aver avuto pochi rivali nel mio scaglione in questa nobile arte.

Ma laddove si vedeva la differenza fra il Conegliano e il resto del mondo era nella simpatica usanza delle gare di corsa.
Dopo l'adunata delle 13.30 si andava in sala obici, si tiravano fuori i pezzi e si faceva un po' di riscaldamento (un paio di messe in batteria, ad esempio). Dopo di che scomposizione, ricomposizione e via di corsa a gara intorno alla palazzina del Gruppo, con le squadre pezzo che si stringevano, si sorpassavano, sudate e ansimanti nemmeno fossero sul Mortirolo. Anche il 20 di agosto, davanti al Conegliano con il 105/14 non si poteva camminare.
"Davanti al Conegliano si corre!". Quante volte ce lo hanno gridato i nostri istruttori?
Anche questa, piccola ed umile, era tradizione, sebbene chi ha fatto le scuole alte consideri invece tradizione la "rivista cingoli".

Ecco perchè non sono mai voluto entrare, dopo il congedo, nella mia vecchia caserma.
Là , dove non si poteva camminare solo perchè sul muro c'era scritto un nome, rischio di trovare la gente con la mimetica a sacco e le mani in tasca che parla di recuperi e straordinari.
Mandi.
Luigi

P.S.: si, lo so, è tutto insopportabilmente retorico, e di questo mi scuso; ma per chi non ama la retorica c'è sempre militari.org.
"Gli Alpini arrivano a piedi là dove giunge soltanto la fede alata"
(G. Bedeschi)


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da noi invece bloc e sbloc, sbrandamenti, sacchi, alzabandiera, presepe, erano all'ordine del giorno... per non parlare delle pompate, che non erano delle flessioni ma si usava mentre si pompava che il nonno dicesse: Pas e tu che pompavi saltavi battendo le mani, all'ordine Scossa! si saltava battendo le mani al petto, poi c'era l'ordine Cadenza! e si saltava battendo le mani simulando la cadenza mentre si marcia e dicendo : Passo,cadenza il (scaglione del nonno che ti fa pompare) è una potenza, il cielo si oscura il (scaglione .... ) fa paura
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e poi c'era anche l'ordine Paaso, e saltando due volte dicevi finita finita, era l'unico momento che tu ragno potevi dire finita davanti a un nonno, infatti lo dicevi per lui
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jolly c'ho pensato tutto il pomeriggio ma mi è venuto in mente solo:
quando nonno sarai anche tu
questa canzone potrai cantare
...
e poi mi pare c'è qualcosa con la gavetta
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questa è la pioppa...la mia pioppa
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mentre questo è il foular di quando ti congedi,
viene usato anche in altre caserme?
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JOLLY ROGER
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Vedo con piacere che la tradizione del foular e continuata anche con voi (WRM) VFA.A fine naja mi son trovato con un 4 foular il primo mi e' stato dato dal mio anziano il giorno del suo congedo la prima dedica e' la sua io a lui ho preso il cos'i detto tubo conge. L'anziano era 11/99 sul foular ci sono le firme e le dediche di nonni e nipoti a parte dal 11/99 e si arriva al 8/00. Siccome c'erano piu' anziani che nipoti ho dovuto comperare un altro tubo ad uno del 11/99 e quello mi ha dato il 2 foular sopra ci sono la sua firma e quella di un meccanico del 12/99. Il terzo me lo ha dato un anziano del 1/00 con il quale ho praticamente passato la naja ma stavolta al posto che con il tricolore me lo ha dato da autiere. il 4 foular lo comperato io per metterci le firme dei miei FRA.
Ultima modifica di JOLLY ROGER il lun lug 09, 2007 10:20 pm, modificato 1 volta in totale.
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wrm?
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JOLLY ROGER
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Federico
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Noto con piacere che anche chez Luigì vigeva una vera e propria mistica della pincia. :D

Da noi si iniziava al mattino, prima di finire la reazione fisica. Dopo i 10 minuti di corsa, un po' di esercizi isometrici e poi, tutti giù a farne un po'.

Ti cadeva qualche cosa di mano? Sentivi un coro di persone - anche distanti, che non avevano visto, ma solo sentito il rumore, ad esempio, delle chiavi che cadevano per terra - che diceva "unaaa", a significare la flessione che si sarebbe dovuta fare per raccogliere le chiavi.

Da noi era tradizione che "la prima volta" fosse adeguatamente celebrata con un congruo numero di pincie. La prima volta di cosa? Qualunque cosa. Bastava che fosse la prima volta. La prima volta che monti di guardia? Vai giù. La prima volta che entri in magaradio? Vai giù. La prima volta che pinci perchè è la prima volta che entri in magaradio? Vai giù. (questa era la pincia perfida del vejass che voleva farsi una risata col figlio. Siccome era per ridere, dopo il vejass andava giù perchè era la prima volta che vedeva il figlio, ecc.. In questi casi - quando si trattava di uno scherzo fra amici -, bastava il gesto di andare giù). Davvero mitiche, anche perchè erano di Gruppo, le pincie della Linea Pezzi del Pinerolo alla Scuola Tiro. La tradizione, infatti - sebbene seguita in maniera MOLTO meno maniacale che in 40a, vigeva anche li. Io, da osservatore, non le vidi di persona, ma il mio collega del PC me la raccontò. Alla fine della giornata di fuoco, tutti giù. Giovani, vecchi e così così :lol: tutti a pinciare. I figli, perchè era la prima volta che sparavano col 105/14, i vejass perchè era la prima volta che vedevano i figli sparare. (Aggiungo che pure qualche Sten e cioè quelli in gamba, andarono giù).

All'osservatorio si svolse la stessa cerimonia, solo un po' più in tono minore. Un po' perchè c'era tutto lo stato maggiore dle Gruppo, un po' perchè eravamo un po' separati, ma ci facemmo le nostre pince pure noi.

Ciao
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CavaliereNero
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La canzone del distretto, io me la ricordo così

Alle porte del distretto,
sono arrivate le nuove leve
han lasciato la borghesia, la ragazze e la compagnia
son venute quassù ad Iseo,
fra gavette e gavetton
son venuti quassù Bestemmiando G***, perché a casa non si torna più!

Alè la Pioppa!

Quando max sarai anche tu, la canzone l'avrai già  imparata
la bistecca la mangerai tu, alla Burba darai l'inzalata
se il Tenente ti viene a cercar tu fai finta di dormir
Lui si incazza si scazza, si incazza si scazza

Ma con la Max non c'è niente da far

Alè la pioppa!

OooH Governo, governo maledetto
ci hai rubato la nostra libertà , ma noi un giorno c'è la riprenderemo
4°sca Saluta e se ne va!!

Se invece lo scaglione anziano era ad un mese da diventar fantasma, ripeteva:

4° sca saluta e resta qua!
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ok ora mi torna, però quella del governo noi la cantavamo in un altra canzone
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che "gradi" avevate nel nonnismo e le stecchè?
da noi cera il capostecca e il vice (che ero io), poi si differenziava noi e quelli del sud tirol, per loro funzionava tutto diverso con altre regole altre stecche e altri capostecca e vice.
la nostra stecca ere un libro sul quale ogni scaglione scriveva, firmava e metteva foto, si diceva che piuttosto di dare a noi vfa il libro di leva fu bruciato difatti partiva mi pare dal 2000 jolli forse puo confermarmi e mi è giunta voce che anche i nostri libri pur di non darli ai vfb siano stati bruciati...peccato
poi avevamo pioppe giganti risalenti al 80, vari castelli foto brande e adirittura ante degli armadi, mentre esisteva un libro delle officine e uno dei bresciani, io li avevo tutti, e insomma ero vice di compagnia capo delle officine e capo dei bresciani...
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allora le stecche di naja del mio RGT

alcune stecche le ho portate via io e le tengo a casa, mi son costate sudore, dolore e giorni di convalescenza, i famosi "libri" sono andati distrutti, mi son rimaste delle foto però, quella dello spaccio è fotografata, non so se oggi è ancora nascosta lì, me lo auguro, ma le altre sono state distrutte dal colonnello :cry: :cry: :cry: , appena le trovo vi carico tutto.

A me è dispiaciuto che i miei anziani non mi abbiano dato la possibilità  di averle, sarebbero ancora integre e ben conservate, ma pazienza è finita oramai!

Dovete immaginarvi che il mio capostecca al suo congedo ha lasciato a me la stecca senza poterla più passare!

Che tristezza

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