Giusto secondo me portare in guardina la razzumaglia che bazzica certi luoghi.
Ma il problema disco resta: passare dalle 23.30/24.00 (entrare prima è da sfigati, pare) alle 05.00, anche senza bere un goccio d'alcool, e niente nemmeno del resto, in un luogo in cui lo sballo principale, volenti o nolenti, è dato dal volume più assordante e dai ritmi e frequenze studiati apposta per far perdere il controllo di sé. Perchè quello che non si dice mai è che quelli sono luoghi di tortura. Mi spiego: la privazione sensoriale è stata giudicata una tortura e quindi vietata. Consiste nel mettere una persona in una stanza anecoica, con sempre la stessa luce, per giorni e giorni e giorni. Si impazzisce. Il fatto è però che anche l'overdose sensoriale è una tortura. Fate conto che in alcune celle di Guantanamo alcune celle siano attrezzate come una discoteca. E che 3 volte alla settimana, per 6 o 7 ore al giorno, chi vi alloggia sia sottoposto al bombardamento sensoriale di una qualunque discoteca. E poi sia tirato fuori e costretto ad espletare una qualche attività molto rischiosa e dalla quale può dipendere la sua vita. Chessò, tipo un interrogatorio... Quale commissione internazionale non giudicherebbe il tutto un tortura bella e buona?
E allora, si potrebbe anche ipotizzare, estremizzando il discorso un tantino - d'accordo - che l'alcool e le droghe in discoteca girano perchè altrimenti sarebbe doloroso restarvi. Aiutano a sopportare l'ambiente.
I 300 genitori fuori dall'obitorio mi hanno sgomentato. Nell'era dei figli cellularizzati a 10 anni, questi qui non sono riusciti a mettersi in contatto con cotanti pargoli, i quali - evidentemente per non farsi rompere le scatole dai genitori, sengono regolarmente i telefonini. E alle 7 del mattino ancora non sono a casa. Almeno almeno 15gg di riga non gli dovrebbero mancare, che diamine. Inconcepibile, davvero.
Sarei curioso di sapere innazitutto se, e poi come, è stata affronatata la cosa in queste famiglie. Io, che sono stato ragazzo MOLTO casalingo (la mia sempiterna pigrizia
), non ho mai avuto divieti. Avessi voluto, sarei potuto andare in discoteca tutte le sere. Ma visitatane una, sono fuggito dopo poco tempo. Ma a parte questo: i miei genitori mi hanno sempre ben chiaramente insegnato che io vivevo in casa loro, e non in un albergo. Siccome, mi dissero, sembra (sottolineo: sembra) che tu abbia la testa sulla spalle, puoi uscire. Ma: vogliamo sapere dove andrai e con chi e a che ora tornerai. Se la serata si prolunga perchè ti stai divertendo e pensi di ritardare, telefoni (schedina telefonica e gettoni sempre in tasca) e avvisi che fai tardi. Cosa del tutto normale, dato che come ho detto sopra, non stavo in un hotel. Mi dico: se un controllo (secondo me doveroso e normale) del genere era possibile ai miei tempi senza i cellulari, come è possibile che 300 (dico: parliamo di un numero di famiglie pari a quelle di un paese italiano) famiglie NON abbiano la benchè minima idea di dove siano i loro figli alle 7 del mattino?? Voglio sperare che la cosa abbia provocato severi giri di vite in quelle famiglie. Non è concepibile che un genitore sia "costretto" a recarsi all'obitorio per sapere se suo figli è vivo oppure no. Non è concepibile in situazioni normali. Ma qui la situazione non è più normale: come sempre la via giusta è quella difficile. E, chi è genitore lo sa molto ma molto bene, dire si è molto più facile che dire di no. Tenere i figli a briglia corta, per così dire, nel senso ad esempio che i diritti seguono sempre i doveri (ad esempio: vai in discoteca e torna quando vuoi. Ma ricordati che domani devi aiutarmi a fare la tal cosa e iniziamo alle ore 08.00), e che soprattutto il loro mondo dipende e viene dopo quello dei genitori costa molta fatica. Come diceva qualcuno i bambini sono criminali potenziali e come tali vanno trattai. E' difficilissimo e faticoso perciò motli si arrendono e fingono (perchè è sempre una finzione) di essere gli amiconi dei figli invece che la loro UNICA autorià (parola bandita dall'ambito educativo: i risultati si vedono).
Ciao
Art. Federico
40a Btr, AMF(L)
Gr.A.Mon. "Pinerolo"
(4° Rgt. A. Mon.)
Brigata Alpina Taurinense
3°/86