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Re: Domanda idiota...

Nell'unirmi alla lode per la bellezza senza tempo delle Alpi Giulie, mi permetto una considerazione generale sul tema.

È un dato di fatto che, per molti versi, la "guerra fredda" italiana fu decisamente più condotta contro la Jugoslavia che contro il Patto di Varsavia.
Molteplici e svariati i motivi, da quelli politici a quelli strategici, senza dimenticare gli aspetti militari e anche storici.
Ad esempio il tentativo italiano di dotarsi, negli anni 70, di un deterrente nucleare era in funzione anti-jugoslava, non anti-sovietica.

Si potrebbe dire, in un'ottica di lungo periodo, che la "guerra fredda" con la Jugoslavia data dal suo nascere, e che il primo episodio in cui tale confronto divenne "caldo" fu l'affondamento della Santo Stefano a Pola nel 1918.
L'ultimo atto di tale contrapposizione furono infine le guerre balcaniche degli anni 90, in cui - al di là di certe posizioni di facciata - le azioni italiane furono costantemente tese alla dissoluzione di quello compagine.

Mandi.
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Re: Domanda idiota...

Concordo.
Ma Viribus Unitis
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Re: Domanda idiota...

Effettivamente, visto che al momento dell'affondamento la Viribus Unitis era stata da poche ore ceduta dall' Austria-Ungheria al nascente regno di Jugoslavia, formalmente il primo scontro é quello. In realtà il confronto si era già realizzato, anche ferocemente tra italiani e slavi, fin dall'inizio del conflitto e in modo crescente specie sul fronte dell'Isonzo; la 5^ Isonzo Armee era formata per il 42% da fanti slavi, fedeli all'Austria ma assolutamente convinti di difendere non solo le province asburgiche ma soprattutto la terra slava dall'odiato invasore italiano. Di questo i soldati italiani, irredentisti a parte, erano assolutamente inconsapevoli. Del resto la questione della nostra frontiera orientale fino agli anni più recenti, indubbiamente complessa, rimane poco comprensibile per la maggior parte degli italiani, soprattutto a causa del velo di silenzio calato nel secondo dopoguerra sulla tragedia delle foibe e dell'esodo degli istriani per opportunità di politica interna verso il PCI e in ossequio alla volontà della NATO e in primo luogo degli americani di attrarre la Jugoslavia nell'orbita occidentale per costituire l'antemurale del fianco sud dell'alleanza atlantica contro il Patto di Varsavia.
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Re: Domanda idiota...

Bellissimo topic!
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Gibbi
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Re: Italia,Jugoslavia e la Guerra Fredda

Spero di esser riuscito a cambiare il titolo... Okay, l'ultimo aneddoto con cui posso contribuire, probabilmente già noto, o comunque non sorprendente: un anziano milite del gruppo CRI dove presto servizio, purtroppo andato avanti da qualche anno, mi raccontava spesso del suo anno di naja nel San Marco. Ebbene, nella notte che precedette il rientro di Trieste all'Italia, lui ed il suo contingente sbarcarono col favore delle tenebre, ed all'alba occuparono armi in pugno tutti i punti caldi della città. Questo perchè si sospettava la possibilità di azioni isolate da parte di fanatici, o di elementi di disturbo che avrebbero potuto rovinare la festa con azioni eclatanti. All'alba, raccontava, la città era in mano nostra già prima dell'arrivo dei Bersaglieri. Signori, mi viene ancora la pelle d'oca a ricordare l'orgoglio con cui lui ricordava questo episodio...
Per quanto riguarda il nucleare italiano, che più o meno è storia nota... Da cosa si può evincere che era voluto in chiave anti-jugoslava?
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Re: Italia,Jugoslavia e la Guerra Fredda

Con le scuse doverose per la SMS Viribus Unitis, due modesti collegamenti sul programma "Alfa":

http://it.wikipedia.org/wiki/Alfa_%28missile%29
http://pub10.bravenet.com/forum/static/ ... =show&cp=1

Mentre i programmi nucleari degli anni Sessanta - dai Polaris sul Garibaldi al progetto "Marconi" - avevano l'obiettivo di restituire all'Italia il ruolo di "Grande Potenza", sul piano di parità con Francia e Gran Bretagna, il programma "Alfa" denota il deterioramento della posizione strategica italiana negli anni Settanta; trattandosi appunto di mero deterrente nei confronti jugoslavi e nulla più (e da questo punto di vista funzionò, considerato che l'Italia firmò il TNP solo dopo che terminarono le ricerche jogoslave).

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Re: Italia,Jugoslavia e la Guerra Fredda

Grazie per le segnalazioni sul programma Alfa. A questo proposito è interessante notare come, negli anni 70, si lavorasse per giungere al Trattato di Osimo che, almeno teoricamente, doveva chiudere ufficialmente i contenziosi territoriali con la Jugoslavia e al tempo stesso si continuasse segretamente a premunirsi con un programma di deterrenza nucleare. In sostanza se è vero che gradualmente negli anni la tensione con i nostri confinanti ad est è andata attenuandosi, è vero anche che la situazione continuava a presentare numerosi aspetti a dir poco ambigui. Nonostante gli americani si sforzassero per avvicinare la Jugoslavia alla sfera occidentale il comportamento di quest'ultima in caso di attacco del Patto di Varsavia non era affatto scontato in favore della NATO e per quanto ci riguardava da vicino nei nostri confronti. Nei rapporti bilaterali, se da un lato si sbandierava che il confine Italo-Jugoslavo fosse il più aperto d'Europa con uno stato socialista, dall'altro ci voleva ben poco a capire che le cose non stavano proprio così, dal momento che bastava allontanarsi dai valichi di frontiera e sconfinare di qualche metro per errore per rischiare una fucilata. Un confine con torri di guardia e caserme, sottoposto ad un continuo e rigido pattugliamento non si può definire libero e aperto e va evidenziato che questo valeva anche per gli jugoslavi che abitavano a ridosso della frontiera e che non potevano avvicinarsi a meno di 200 metri dalla linea di confine presidiata dai loro graniciari.
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Re: Italia,Jugoslavia e la Guerra Fredda

Una considerazione: basta vedere cos'è accaduto su queste pagine, per comprendere quanto sia ancora ambigua e sconosciuta la storia di quei confini: ho aperto un topic parlando di 'domanda idiota', convinto che lo fosse davvero. Perchè a livello ufficiale le tensioni si sono raffreddate nel 1954 e spente del tutto nel 1975, tutto così chiaro e lampante che uno appunto è convinto di porre una domanda idiota. Eppure, se poi si comincia a grattar via la vernice del pressapochismo e del chissenefrega, allora esce fuori un quadro differente. Qualche sprazzo qua e la in Rete, dove affiorano vaghi riferimenti a fatti mai venuti alla luce per il grande pubblico, o altrettanto vaghi retroscena politici. Ed ecco che la dichiarata ambiguità di Tito, che se la vai a guardare con altri occhi, e soprattutto inizi a confrontarla con altri episodi storici più o meno noti, allora cominci a pensare. Che se le cose si fossero messe male la JNA si sarebbe catapultata in avanti prima ancora che le armate ungheresi bulgare rumene ecc ecc, e allora... Allora significa che la Storia ha ancora molto da dirci, e potrebbe dire cose scomode per un sacco di gente. Ho fatto un test, in proposito: ho raccontato a mia moglie, insegnante, che si vede costretta durante le vacanze estive a seguirmi per bunker, delle storie dei confini orientali italiani, e mi ha guardato come se le stessi parlando degli alieni di Roswell. Se non fosse che ha visto coi suoi occhi le opere reimpiegate del Vallo Orientale probabilmente nemmeno mi avrebbe creduto, perchè per la maggior parte degli Italiani la Guerra Fredda era una faccenda che non ci riguardava. Mi chiedo a questo punto se la logica dei vari canali mediatici dedicati al passato (siano essi riviste, tv e saggi di grandi firme), quella che li vede impegnati a sviscerare i soliti argomenti, sia dovuta ad un mero fattore di interesse del grande pubblico. O se, invece come temo, sia molto più semplice ed accomodante parlare dei due conflitti mondiali, di nazismo e dei suoi gerarchi, con qualche puntatina sul fascismo e su Stalin, argomenti arcinoti la cui realtà storica è ormai condivisa in maniera trasversale...
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Re: Italia,Jugoslavia e la Guerra Fredda

Gibbi,
il tuo ultimo - interessantissimo! - intervento meriterebbe una discussione a sè.

Certo, è come ipotizzi. Prima o poi tutti coloro che hanno interessi storici serî ci arrivano.
La storia "divulgativa", oggi pullulante nelle edicole, in televisione, sulla rete - ha scopi ben differenti che l'educazione (piuttosto lo si potrebbe chiamare "indottrinamento").
Lo stesso insistere su temi triti e ritriti - ieri, ovviamente, l'anniversario del d-Day - per giunta senza mai una briciola di originalità serve semplicemente a conservare gli attuali rapporti "sistemici" (ovvero sociali, geopolitici, perfino religiosi!).

Un solo punto, delle tue osservazioni, mi permetto di non condividere: quel considerare ormai "trasversalmente condivise" molte ricostruzioni.
Non è così.

Basti pensare, per fare solo un esempio che dia un'idea di massima di quanto affermo, allo schieramento delle forze armate sovietiche il 21 giugno 1941.
Ormai nessuno, anche a livello accademico, mette in dubbio che in esso ci fosse qualcosa che non si inserisce pienamente con la vulgata del povero paese aggredito a tradimento.
Eppure ne hai mai sentito parlare in una qualsiasi sede mediatica?

Per tornare al tema della discussione, già una quindicina di anni fa Joze Pirjevec nel suo Le guerre jugoslave 1991-1999 riferiva di un'intera brigata di volontari (?) italiani combattenti contro i serbi.
Oh, per carità, magari una fesseria matricolata.
Ma, come dire, almeno un poco di interesse, anche solo per smontare un'eventuale falsità?

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Re: Italia,Jugoslavia e la Guerra Fredda

Rischio di scivolare un istante fuori dal topic, ma devo puntualizzare: per trasversalmente riconosciuta, effettivamente intendevo quella storia che viene somministrata al popolino, o meglio, alla stragrande maggioranza a cui non gliene importa un fico secco. Che gli basta sapere che sono arrivati i nazifascisti sporchi e cattivi che hanno provato ad assoggettare il mondo, ma grazie agli Angloamericani che sono sbarcati in Normandia tutto si è risolto. Credo che per la società contemporanea questo sia il minimo indispensabile per ritenersi muniti di coscienza storica. Purtroppo, come puntualmente dice mio nonno, che letteralmente ha versato lacrime di paura sull'otturatore del suo 91, la perdita di una vera coscienza e conoscenza storica porterà i nostri figli ed i nostri nipoti a rifare gli errori del passato. Ma questa, come direbbe qualcuno, è un'altra storia...

p.s.: la storia del nucleare italiano che si è evinta dal link è qualcosa di semplicemente delizioso, se mi si può passare il termine. Peccato, anche qui, che non esista qualcosa a riguardo dal poter leggere sotto il lume la sera...
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Re: Italia,Jugoslavia e la Guerra Fredda

Concordo con quanto detto da entrambi sulla Storia, trita e ritrita e preconfezionata divulgata per decenni sui conflitti del secolo scorso. Ma se é così per questi possiamo immaginare quanto ci sia da scoprire per quel che riguarda il periodo della Guerra Fredda il quale risulta per molti aspetti ancora coperto da riservatezza. Tra l'altro una volta caduto il "muro" ci si é affrettati a stringere rapporti con gli ex nemici, e se ciò può essere comprensibile da un punto di vista economico e politico per cogliere nuove opportunità nel nascente mondo globale, almeno una disamina storica del recente passato poteva essere fatta meglio, magari spendendo anche una parola di riconoscenza per tutti gli italiani in uniforme che per quasi cinquant'anni hanno garantito la sicurezza al nostro confine nord-orientale. Se dal punto di vista politico e sociale studi, incontri, dibattiti ce ne sono stati, di quello militare ben poco si sa ufficialmente e forse qualcosa di più si potrebbe anche dire, al di là dei racconti fatti da chi ne è stato protagonista diretto.
A proposito di testimonianze, confermo quanto detto da Gibbi più sopra relativamente al ritorno di Trieste all'Italia nel 54. L'ingresso dei bersaglieri e delle truppe che li seguivano faceva parte della manifestazione che li voleva vedere simbolicamente arrivare in città come il 3 novembre del 1918, in realtà già alcuni giorni prima numerosi uomini del servizio informazioni dei carabinieri si trovavano a Trieste e dintorni e nella notte precedente, oltre al San Marco per l'azione anfibia, elementi del 82° rgt fanteria Torino svolgevano il delicato compito di rilevare le unità angloamericane sul confine con la Jugoslavia.
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Re: Italia,Jugoslavia e la Guerra Fredda

Le tue osservazioni, 1° San Giusto, toccano il nervo scoperto.

Una disamina storica più profonda di quella (pressoché inesistente) effettivamente condotta avrebbe comportato ben altre conseguenze.
Basti pensare a quanto accaduto dopo la II Guerra Mondiale, e si comprende come una tale azione sarebbe davvero stata molto difficile.

Ad esempio, questo famoso caso:
http://it.wikipedia.org/wiki/Reinhard_Gehlen
trova non pochi punti di similitudine con quello di un'Angela Kasner, dall'oggi al domani passata dal'apparato della DDR alla democrazia occidentale.

Dal punto di vista più strettamente militare, quello che si sa dei citati programmi nucleari italiani porta all'inevitabile conclusione che il loro fallimento fu, fondamentalmente, opera degli "alleati" USA e Francia.
È allora piuttosto comprensibile il "far finta" di niente...

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Re: Domanda idiota...

midnight ha scritto:Non conosco la lingua, quindi affidandomi a Google traduco la scritta all'interno della Jugoslavia come "compagno, noi giuriamo.."
Una precisazione: "Druze Tito mi ti se kunemo", è la prima frase di uno degli slogan più in voga nella Jugoslavia comunista, tratto da un poema composto durante la guerra partigiana.
La frase completa è: Druze Tito, mi ti se kunemo / da sa tvoga puta ne skrenemo!
Che vuol dire: compagno Tito, noi te lo giuriamo: dal tuo cammino mai non devieremo!
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Re: Italia,Jugoslavia e la Guerra Fredda

Vero. Il citato slogan veniva insegnato ai bambini già alle scuole elementari. A quanto detto da Luigi aggiungerei che agli "alleati" americani e francesi che spesso ci remavano contro si possono sommare anche gli inglesi. In particolare questi ultimi e i francesi avevano numerosi interessi nell'area del Mediterraneo, l'Italia cercava di curare i propri e spesso con uno spirito d'iniziativa forse insospettabile agli occhi dell'opinione pubblica italiana. E' noto il supporto dato dagli addestratori italiani ai piloti libici, come è noto il fatto che i MIG di Gheddafi transitassero nello spazio aereo italiano inserendosi nelle rotte degli aerei di linea civili per raggiungere la Jugoslavia dove andavano a fare i lavori di manutenzione. I francesi, che erano coinvolti nella guerra sul territorio del Ciad contro i libici, mal tolleravano tutto questo e sembra molto probabile che l'azione di attacco al MIG libico conclusasi con la tragedia di Ustica sia partita da loro. Per quanto riguarda le ricerche di carattere militare sui rapporti italo-jugoslavi e con la NATO, nel periodo in oggetto, delle fonti di consultazione esistono ma sono soprattutto straniere; gli americani ad esempio, almeno relativamente a certe informazioni, non attendono i canonici cinquant'anni e svelano come fossero pronti a supportare la Jugoslavia in caso di attacco dall'est, anche con un intervento diretto, cosa del resto già ventilata dal generale inglese Hackett nel suo libro che ipotizza la terza guerra mondiale scritto negli anni 70. Un'altra fonte è costituita dai documenti conservati presso il Public Record Office di Kew Gardens, nei pressi di Londra, dai quali emerge come nei primi anni 50 si cercasse di attrarre la Jugoslavia nell'orbita occidentale poiché i punti forti per contrastare un attacco da est con direttrice confine dell'Ungheria-Trieste e soglia di Gorizia si trovavano nel suo territorio. Si parlava della cosiddetta soglia occidentale di Lubiana, la zona pianeggiante tra Vrhnika e Planina, dove si sarebbe potuto iniziare il contrasto dinamico contro le forze corazzate del Patto di Varsavia per poi irrigidire la difesa sul Carso retrostante. Non per nulla l'Italia dopo il primo conflitto mondiale era riuscita a stabilire lì il proprio confine orientale e tutti gli esperti di fortificazioni del Vallo Alpino orientale conoscono bene il luogo. Non é difficile dedurre che, qualsiasi fosse stato poi in caso di conflitto con il PDV il comportamento della Jugoslavia, un' azione da parte dell'esercito italiano volta a guadagnare spazio oltre confine per stabilire una fascia di sicurezza e operare la presa di contatto e frenaggio doveva svolgersi in quella direzione. Successivamente citerò, per chi non le avesse già lette, alcune pubblicazioni italiane che, nell'ambito del confronto est-ovest di quegli anni, parlano anche della situazione italo-jugoslava.
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Re: Italia,Jugoslavia e la Guerra Fredda

1° San Giusto,

non ho citato la Gran Bretagna perchè non si spara sulla Croce Rossa :-)

Già dopo la II Guerra Mondiale - e definitivamente dopo Suez - è praticamente un'enclave statunitense in terra europea.
O una testa di ponte, se si preferisce.
Non per nulla de Gaulle non la voleva nell'Unione.
L'allineamento di Londra agli obbiettivi di Washington è tale che, caso unico nella storia, le è stato passato "chiavi in mano" l'armamento nucleare per i propri sottomarini.

Del resto i "nostalgici" dell'Impero non lo nascondono.
Correlli Barrett osservò, a suo tempo, che la Royal Navy era entrata nel secondo conflitto mondiale come prima marina del mondo (seppur già ex aequo) per uscirne come semplice task force dell'US Navy.
Niall Ferguson accusò senza giri di parole il fallimento della classe dirigente britannica nel 1914, che precipitò la Grande Guerra per interessi non inglesi.

Ma sono ulteriormente fuori tema, per cui aspetto i nuovi documenti :wink:

Mandi.
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