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Btg Alpini "L'Aquila" nel dopoguerra

Questo reparto, facente parte della Brigata Julia, dalle notizie che ho trovato, nel dopoguerra é stato di stanza prima a Edolo e poi a Tarvisio. Con la ristrutturazione del 1975 è stato trasferito a L'Aquila, sempre rimanendo però in organico alla Julia. Se fino al '75 immagino fosse sicuramente inserito nella pianificazione operativa della brigata e quindi in caso di guerra avrebbe operato in Friuli, successivamente alla ristrutturazione, essendo di stanza ngli Abruzzi, quali compiti avrebbe svolto? So che nel 1983 ha partecipato all'esercitazione "UNA ACIES" svoltasi nelle regioni centro-meridionali; si trattava di verificare la capacità di reazione dei comandi e dei reparti nei confronti di azioni di sbarco e aviosbarco nemico in quei territori. Secondo il concetto di polivalenza gli alpini del battaglione effettuarono un atto tattico a fuoco nel poligono di Monteromano assieme a granatieri e paracadutisti, in un contesto ambientale diverso da quello abituale.
Di fronte a queste poche notizie mi chiedo, e chiedo a chi eventualmente ne sa qualcosa di più, se il reparto in questione potesse essere usato in situazioni del genere in quegli anni passando alle dipendenze del comando militare della regione competente oppure se, essendo sempre in organico alla Julia, in caso di guerra dalla sede stanziale sarebbe stato rischierato in Friuli. Forse qualcuno ha notizie di esercitazioni di trasferimento del battaglione o di sue aliquote dall'Abruzzo al Friuli?
Grazie per le eventuali risposte.
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axtolf
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Re: Btg Alpini "L'Aquila" nel dopoguerra

Il 9° e il btg L'Aquila fanno parte dal 1997 della Taurinense a dire il vero.
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wintergreen
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Re: Btg Alpini "L'Aquila" nel dopoguerra

Probabilmente 1 San Giusto faceva riferimento solo ai tempi della guerra fredda.
L’Abruzzo è terra di alpini da sempre, lasciare un reparto (anzi due c’era anche una caserma a Teramo con una compagnia AR) serviva a servire meglio il territorio.
Evidentemente il battaglione l’Aquila, che nel 76 aveva preso il posto del BAR Julia, si addestrava con i reparti in zona, ma penso si sarebbe dovuto unire con il resto della brigata in caso di necessità nel Nord Est, diversamente poteva essere utilizzato in zona. Poiché insieme al Battaglione a L’Aquila c’era anche la 15 batteria del Conegliano si poteva costituire un gruppo tattico autonomo.
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Re: Btg Alpini "L'Aquila" nel dopoguerra

Grazie per le risposte. In effetti non ho precisato bene che il periodo al quale mi riferivo era proprio quello della guerra fredda. In tal caso, come ha detto Wintergreen, si può allora supporre che il reparto avrebbe operato con il resto della Julia in Friuli oppure, in via subordinata, in caso di emergenza poteva costituire un valido gruppo tattico da affiancare ad altri reparti nel centro-sud per contrastare eventuali azioni di sbarco o aviosbarco che pur non avendo grosse finalità strategiche avrebbero colpito basi e punti sensibili sul territorio.


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Gio
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Re: Btg Alpini "L'Aquila" nel dopoguerra

.......oppure poteva concorrere a completare gli organici di guerra in Friuli mentre il battaglione in Abruzzo richiamava i complementi........
Vallo a capire, magari non per tutti i reparti e in tutti i periodi le -predisposizioni- son state le stesse.
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jolly46
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Re: Btg Alpini "L'Aquila" nel dopoguerra

Penso che certamente il btg L'Aquila si sarebbe rischierato in Carnia unitamente al resto della Brigata, nell'Italia centrale la difesa territoriale sarebbe stata assicurata dalla brigata Acqui.
E' anche vero che il battaglione fu "protagonista" dell'esperimento sulla "bivalenza" delle truppe alpine, con una esercitazione svolta durante il periodo di comando del Ten.Col. Franzosi, successivamente Direttore della Rivista Militare.
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Re: Btg Alpini "L'Aquila" nel dopoguerra

Grazie anche a Gio e Jolly, speravo infatti in un intervento di tutti i più competenti veterani del forum. So che è difficile fare ipotesi in mancanza di informazioni certe su argomenti che non sono stati mai resi ufficialmente noti, però molte volte incrociando dati ed esperienze personali ci si può fare un quadro abbastanza attendibile su aspetti rimasti sconosciuti di molti reparti, specialmente durante il periodo della guerra fredda, un argomento che, da quanto ho potuto vedere, nel corso degli anni é stato dibattuto più volte da tutti gli appassionati del forum.
Un cordiale saluto


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Mario 59
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Re: Btg Alpini "L'Aquila" nel dopoguerra

Argomento molto interessante quello relativo ad eventuali ridislocazioni delle unità, di qualsiasi livello, dell’Esercito in caso d’attacco del Patto di Varsavia negli anni 80’.
Esisteva una pianificazione in tal senso già dal periodo di pace?
Se non ci fossero stati pericoli immediati alla soglia d Gorizia perché la Jugoslavia si stava difendendo efficacemente dal Patto o comunque, da quel confine, non ci fossero stati pericoli immediati, era previsto di sposare delle unità in Austria per dare manforte a quella nazione?
Se il fronte del centro-sud Italia, fosse stato relativamente tranquillo o comunque non in pericolo immediato, le brigate meccanizzate (“Granatieri di Sardegna” e “Pinerolo”), magari sostituite in loco dalle brigate di mobilitazione “Lazio” e “Puglie”, sarebbero state spostate più a nord?
La brigata alpina “ Taurinense”, magari sostituita dalla brigata di mobilitazione “Piemonte”, si sarebbe riunita al resto de 4° Corpo d’Armata Alpino?
Le unità di mobilitazione che si sarebbero, mano a mano, formate, potevano sostituire nelle “zone meno calde”, alcune unità già in vita dal tempo di pace, rendendole disponibili per il fronte principale?
Qualsiasi info o considerazioni in merito sono ben gradite.

Grazie a tutti.

Saluti

Mario 59
1°San Giusto
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Re: Btg Alpini "L'Aquila" nel dopoguerra

Le domande che poni, indubbiamente interessanti, aprono un campo di dibattito molto vasto rispetto al mio quesito iniziale, per cui essendo io nuovo nel forum non so se sia meglio aprire una discussione nuova o se si possa proseguire qui. In attesa di qualche indicazione diversa provo comunque a risponderti, almeno sinteticamente, per quello che so e posso supporre, sperando di non ripetere troppe cose già dette in passato.
Andando per ordine:
Sicuramente la pianificazione operativa prevedeva già in tempo di pace il dislocamento sia delle unità operative esistenti, sia di quelle da costituire all'atto della mobilitazione, questo almeno in linea generale poichè non esisteva uno schema rigido, bensì una serie di possibili opzioni che si sarebbero applicate tenendo conto dell'evoluzione che avrebbero preso gli avvenimenti sul campo di battaglia reale, in base a molti fattori quali l'entità dello sforzo applicato dal nemico in determinati settori, la sua velocità di progressione lungo determinate direttrici, la capacità di tenuta dei nostri reparti nei punti più critici, la possibilità di far affluire rapidamente i rinforzi lungo certe vie di comunicazione piuttosto di altre già precluse a causa di sabotaggi, bombardamenti, intasamenti e quant'altro poteva accadere in una situazione del genere. E molte altre cose ancora. Comunque ritengo che anche se la Jugoslavia avesse opposto una forte resistenza la nostra priorità difensiva rimaneva a nord-est, sarebbe stato lì che il Patto di Varsavia avrebbe tentato di sfondare le nostre difese e dilagare nella pianura padana per occupare nel più breve tempo possibile il nord Italia ed impossesarsi di tutte le infrastrutture portuali,aeroportuali e industriali. Un attacco per ottenere conquiste territoriali al centro-sud non avrebbe avuto militarmente senso al di là dell'impatto psicologico ed emotivo. Avevano senso invece le molte incursioni ad opera di forze speciali e aviotrasportate per colpire stazioni radar, posti di comando, vie di comunicazione, creare disorientamento e scompiglio sul nostro territorio distogliendo anche forze utili altrove.
Per quanto riguarda un possibile intervento in Austria di nostri reparti so solo che ufficialmente dal 1954, cioè da quando vennero ritirate tutte le forze alleate da quel paese, la NATO prendeva in considerazione solo la difesa delle nostre frontiere salvo piccole rettifiche in corrispondenza dei passi di Resia e di Tarvisio. Non so dire e nemmeno ipotizzare se poi vi fosse la possibilità in determinate circostanze e in periodi successivi di intervenire da parte nostra in Austria.
La brigata "Granatieri di Sardegna", e prima ancora divisione, penso sarebbe stata fatta affluire di rinforzo nello scacchiere nord-est ma su questo possono essere più precisi Gio, che mi pare vi abbia prestato servizio come bersagliere, e gli altri esperti del forum che hanno una visione globale più completa della mia. Stessa cosa ritengo per la "Taurinense", salvo il gruppo tattico destinato alla AMF(L), che sarebbe andata a schierarsi con le altre brigate alpine del IV CdA.
La "Pinerolo" avrebbe dovuto, assieme alle brigate "Cremona","Acqui","Aosta" e "Friuli", quest'ultima negli anni '80 forniva contingenti anche alla FIR, difendere il territorio di competenza, nel suo caso il sud Italia.
Comunque queste forze da sole sarebbero state insufficienti a coprire il bisogno e se, come detto, quasi tutte le unità operative avrebbero gravitato a nord-est, la difesa di tutto il resto della penisola e delle isole sarebbe stata necessariamente affidata alle forze di mobilitazione.
Questo é quanto so e posso ricordare ed é naturalmente suscettibile di correzioni e approfondimento.


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Re: Btg Alpini "L'Aquila" nel dopoguerra

Per quanto mi riguarda anche se ho fatto parte della Granatieri (a Persano) e poi della Centauro (a Civitavecchia che precedentemente e successivamente nella Granatieri) non ho mai saputo del mio probabile impiego. Radio naja diceva che dovevamo difendere la capitale....... da nemici interni ed esterni.
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jolly46
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Re: Btg Alpini "L'Aquila" nel dopoguerra

L'argomento è vastissimo quanto poco conosciuto nel dettaglio per scarsità di informazione. Inoltre nel corso degli anni le predisposizioni per la mobilitazione dell'Esercito di campagne e di quello territoriale furono variate spesso e volentieri.
Comunque per "tranquilizzare" Gio posso confermare che nel suo periodo (primi anni 70 diciamo) la Granatieri non avrebbe difeso Roma ma sarebbe stata assegnata al III Corpo d'Armata insieme a Centauro e Cremona, il III Corpo costituiva la riserva di scacchiere alle spalle del V (con Mantova, Folgore e Legnano in prima schiera ed Ariete e Pozzuolo riserve di C.A.).
La Taurinense era di previsto impiego nella zona Carnia dove erano già presenti (aggregati alla Julia) i suo battaglione Mondovì e gruppo Pinerolo, per la difesa territoriale in Piemonte era prevista la costituzione della brigata alpina Cuneense.
Analogamente sul territorio nazionale era prevista la costituzione di diverse brigate di fanteria di moblitazione oltre a quelle già in vita.
..... E PER RINCALZO IL CUORE!
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Re: Btg Alpini "L'Aquila" nel dopoguerra

Le brigate di fanteria di mobilitazione, ha cui fai riferimento, sono quelle di prevista costituzione già dai primi anni 60’ o altre?
Io sono a conoscenza (da “Gli autoveicoli da combattimento dell’Esercito Italiano” Volume quarto 1956-1975) delle seguenti brigate di fanteria (oltre alla Brigata Alpina Cuneense):
“Catanzaro”
“Cagliari”
“Pisa”
“Savona”
“Piemonte”
“Ravenna”

L’organico di tali unità era su:
comando
un reggimento di fanteria su 3 battaglioni
un battaglione corazzato
un gruppo di artiglieria campale
un gruppo di artiglieria contraerei leggera
una compagnia genio
una compagnia trasmissioni
unità di supporto

Da quali depositi /sezioni di magazzino queste unità sarebbero state mobilitate ed in quali zone del territori avrebbero operato, non so.
Mi risulta (non ricordo però più la fonte) che dopo della “ristrutturazione” del 1975 erano previste 4 brigate di mobilitazione( 2 motorizzate, una corazzata ed una alpina) è corretta questa info?
Credo che tutte le unità di mobilitazione a livello brigata avrebbero fatto parte dell’Esercito territoriale o sbaglio?
Nella prima parte del tuo intervento parli di predisposizioni per la mobilitazione dell’Esercito di campagna, quali erano queste predisposizioni nel periodo dalla ristrutturazione del 1975 al 1990?
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Gio
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Re: Btg Alpini "L'Aquila" nel dopoguerra

...... quante belle domande, Mario!
Mario 59
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Re: Btg Alpini "L'Aquila" nel dopoguerra

Si, in effetti, le domande che pongo e che mi pongo sull’argomento sono tante.
Purtroppo per avere una risposta la condizione minima è porre una domanda.
Ok, a parte gli scherzi, le “pubblicazioni” e i “siti”ufficiali, nonostante siano passati più di ventenni dal crollo di Berlino e i motivi di segretezza siano venuti senz’altro meno, aiutano poco ad aprire uno spiraglio di conoscenza sulla “ mobilitazione” degli anni settanta e ottanta.
Allora quale altro mezzo, se non “chiedere”ed in prospettiva “dare” informazioni, a coloro che condividono la tua stessa passione e che sicuramente ne sanno più di te?
Grazie a tutti.

Mario 59
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Re: Btg Alpini "L'Aquila" nel dopoguerra

Mica perché non dovevi fare domande, io ne ho fatte a centinaia.......
Dicevo -belle domande- perché anche a me interesserebbero le rispettive -belle risposte-. :wink:

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