Da alcuni anni i francesi stanno procedendo ad un restauro del Forte Roncia,il più alto e meglio conservato dei tre forti che costituivano la Piazza Militare del Moncenisio.
Finora è stato restaurato il primo piano con le casematte dei cannoni intonacando le pareti,montando dei vetri e serramenti in legno e posizionando delle lastre in plexilgas sulle aperture delle cannoniere,impedendo così a neve,pioggia e gelo di entrare.
Non sappiamo se questi interventi di restauro riguarderanno in futuro anche il piano terreno,comunque per far meglio csapire il lavoro fatto dal 2006 a oggi posterò alcune foto fatte dalla stessa posizione nel 2006 e nel 2010.
Posto anche un breve riepilogo sulla storia del Forte stesso.
Ciao Gianfranco
Forte Roncia
Per l'aiuto politico e militare dato dalla Francia al Regno di Sardegna nel 1859 (Seconda Guerra d'Indipendenza) che con la sconfitta dell'Austria avrebbe portato al futuro Regno d'Italia la Lombardia, gli accordi prevedevano che la Contea di Nizza e il Ducato di Savoia sarebbero passati alla Francia. Tuttavia l'abile azione del Conte Camillo Benso di Cavour e dei suoi diplomatici riuscirono a convincere l'Imperatore di Francia Napoleone III a rinunciare al Moncenisio che sarebbe così rimasto in mano Piemontese.
Tuttavia le trattative non furono brevi, e l'accordo sui nuovi confini fu firmato a Torino solo il 7 marzo 1861. Dieci giorni dopo nella Capitale Sabauda Vittorio Emanuele II veniva incoronato Re d'Italia. Pur se ancora privo del Veneto che sarebbe stato annesso nel 1866 e del Lazio che lo avrebbe seguìto nel 1870 era nato il Regno d'Italia. In seguito agli accordi di Torino nella zona dell'altopiano la linea di confine stabilita andava dal colle del Piccolo Moncenisio al colle del Moncenisio con la zona a nord della linea sotto la sovranità francese e quella sud comprendente il lago e tutto l'altopiano sotto la sovranità Sabauda. Tale confine rimarrà invariato fino al 1947 quando in seguito agli accordi di pace esso verrà riposizionato più a sud di circa 8 chilometri. I francesi avevano così acquisito l'intera area del Moncenisio fino quasi a Ferrere.(L'odierno paese di Moncenisio)Torniamo adesso un po' indietro nel tempo: nel 1861 con il passaggio della Savoia alla Francia il Moncenisio pur restando in mano Italiana era completamente indifeso. La porta verso Torino e la valle padana spalancata. Non dimentichiamo infatti che i forti dell'Esseilon erano passati in mano francese, il forte della Brunetta presso Susa era stato raso al suolo per volere di Napoleone nel 1796, e l'unica opera esistente al Moncenisio era il forte Gatto, una piccola opera voluta dall'imperatore francese armata di 4 cannoni, chiaramente insufficiente e inadatta a fermare un'eventuale invasione da parte dei cugini d'oltralpe. Inoltre, con la costruzione della strada napoleonica costruita fra gli anni 1803 e 1809 si apriva la via al movimento di grandi masse di truppe e di mezzi motorizzati. .
La crisi fra Italia e Francia, conseguente la presa di Roma nel 1870 aprì gli occhi al governo Italiano e lo convinse dell'estrema necessità di dotare il settore del Moncenisio di efficienti opere di difesa. Con uno sforzo finanziario non indifferente, venne quindi costituita nel 1874 la Piazza militare del Moncenisio. Essa si componeva di tre forti di sbarramento, il Varisello, il Cassa e il Roncia. Ubicati in posizioni strategiche sull'altopiano essi avrebbero costituito una valida barriera a eventuali penetrazioni dai colli del Piccolo Moncenisio e del Moncenisio.
Il Forte Roncia, nostra meta odierna fu costruito fra gli anni 1877 e 1880 ad una quota di 2294 m. dominando il lago e lo sbocco dei colli. Si tratta di un'opera a torre in fossa, di pianta semicircolare a due piani con due ordini di fuoco, al piano terra la fucileria e al primo piano l'artiglieria.
Dal 1880 al 1894 l'armamento fu costituito da 6 pezzi d'artiglieria tipo 9 AR RET da 90mm, con una gittata di 6 chilometri, che nello stesso anno furono sostituita da 2 pezzi tipo 15 GRC RET da 150 mm, e da tre pezzi 12 GRC RET da 120mm. Entrambi i tipi avevano una gittata di circa 7700 m.
Purtroppo il rapido evolversi delle artiglierie ai primi del 900 ne decretò,assieme alle similari opere dell'epoca, la prematura fine. Il forte venne infatti disarmato nel 1915 con l'ingresso dell'Italia nella prima guerra mondiale.
Tornò a nuova vita nel 1934 quando con il nome di Casermetta ex Forte Roncia venne ristrutturato per diventare una caserma destinata a ospitare gli uomini delle molte opere ubicate nei pressi. Il presidio era di circa 180 uomini. Il forte era totalmente circondato da un fossato alto circa 6 metri e largo altrettanto, protetto da un terrapieno che ne elevava il livello fino al primo piano, così che ne sporgevano solo le artiglierie.
L'ingresso al forte avveniva tramite un ponte levatoio e ci si immetteva subito nel piccolo cortile interno di forma circolare. Al piano terra erano ubicate le postazioni per i fucilieri e tutti i servizi logistici, cucine, camerate, depositi latrine ecc, mentre una rampa, che consentiva il movimento dei pezzi d'artiglieria saliva dal piano terra al piano primo dove erano posizionate le casamatte per i cannoni.
Con la ristrutturazione del 1934 postazioni e casamatte furono trasformate in camerate, ma la struttura del forte non subì grandi trasformazioni. Dei tre forti che costituivano lo sbarramento del Moncenisio il forte Roncia non è solo il più piccolo e quello costruito in posizione più elevata,ma grazie all'opera di un'associazione di appassionati francesi che ne ha curato la conservazione e un discreto restauro è sicuramente anche quello meglio conservato.