Bricchetto
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Storie di Alpini, di Russia e di amore.

MORTO A 85 ANNI ALPINO CHE SOPRAVVISSE A SUO FUNERALE
FU DATO PER MORTO IN RUSSIA POI TORNO' E RITROVO' IL SUO AMORE
(ANSA) - BERGAMO, 10 GEN - E' morto all' eta' di 85 anni Elio
Locatelli, di Vedeseta, che venne considerato morto 57 anni
orsono, tanto che fu persino celebrato il suo funerale.
La sua vicenda e' davvero singolare: alpino nella campagna di
Russia, combatte' nella battaglia di Nikolajewska e venne fatto
prigioniero. A fine guerra stava per tornare in Italia quando,
al confine del territorio sovietico, durante una sosta del
treno, insieme ad altri superstiti italiani ando' a cercare del
cibo e mangio' delle prugne verdi che gli causarono forti dolori
e poi lo svenimento. A quel punto un altro soldato bergamasco,
che lo conosceva e lo vide a terra esanime, ritenne che fosse
morto e al suo rientro a Bergamo diffuse la notizia. Tanto che
nei primi mesi del 1946 fu celebrata nella chiesa parrocchiale
di Vedeseta la messa funebre, in assenza ovviamente della salma.
Nel frattempo Elio Locatelli era stato ricoverato in un
ospedale russo, dove resto' a lungo, finche' nella primavera del
1946 riusci' a tornare in Italia. E il suo primo pensiero fu per
la fidanzata Rina, che aveva lasciato in sua attesa nel 1938,
quando era stato arruolato. Con grande gioia Rina ritrovo' vivo
e vegeto il suo Elio, e il 31 maggio 1947 lo sposo'; dal
matrimonio sono nati cinque figli. Ora il corpo dell' alpino che
sopravvisse al suo funerale e ritrovo' l' amore ad attenderlo e'
stato tumulato nel cimitero di Vedeseta.(ANSA).
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Mauro
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Mamma mia che storia, immagino il dolore, dapprima, e la gioia di quella donna quando rivide il ...futuro...marito.
85 anni? Ci metterei un firmone.
Dio creò l'alpino, lo mise sulla montagna e poi gli disse arrangiati.
C.le Istr. 9°/96
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Ho trovato ancora questa notizia, che posto volentieri.
Bric

DISPERSO IN RUSSIA, MORTO ALPINO CHE VISSE DUE VOLTE/ANSA
COMBATTE' A NIKOLAJEWKA, TORNO' DOPO CELEBRAZIONE SUO FUNERALE
(ANSA) - BERGAMO, 10 GEN - Questa volta il paradiso non ha
piu' voluto attendere. Se ne e' andato per davvero, Elio
Locatelli, alpino bergamasco di 85 anni, disperso nella Campagna
di Russia, gia' dato per morto 58 anni fa, tanto che al suo
paese venne persino celebrato il funerale.
L'uomo al quale la vita ha regalato una seconda possibilita'
e' morto l'altro giorno nel bergamasco, dove ha trascorso tutta
la sua esistenza da 'risorto'. Una vita piena, una moglie,
cinque figli, tanti nipoti, come quella di tanti altri vecchi.
Una vita che la guerra sembrava avergli rubato, lasciando, 58
anni fa, nel dolore, i familiari. In tanti avevano pianto al suo
funerale, il primo, celebrato nel 1945, ma senza la salma. Non
Rina, la sua fidanzata, che ostinata aveva continuato ad
attenderlo. E lui era tornato. Si erano sposati.
Adesso Elio riposa accanto alla moglie, morta due anni fa. I
suo funerali sono stati celebrati l'altro giorno a Vedeseta,
comune del bergamasco, in Valtaleggio. Salutato ancora una volta
da tutto il paese. ''Questo uomo che con la guerra era stato
dato per morto - ha detto il parroco Don Massimo Maffioletti
alle esequie - e' stato richiamato alla vita e ora e' rimorto''.
In paese tutti conoscevano l'alpino Elio. Schivo, minuto, i
baffetti, il suo inseparabile cappello con la penna, l'andatura
zoppicante perche' la neve di Russia gli aveva lasciato un
drammatico regalo: i medici avevano dovuto amputargli le dita
dei piedi congelati. Dopo tanti anni raccontava ancora a fatica
e con un nodo in gola la sua storia. Aveva 21 anni nel 1938
quando si arruolo' per il servizio militare. Poco prima di
partire si era fidanzato con la ragazza di cui era innamorato da
sempre, Rina, 19 anni.
Scoppia la seconda guerra mondiale. Elio viene inviato sul
fronte francese, poi su quello albanese. Nel 1942 tra i soldati
italiani che tentano l' avanzata in Russia c'e' anche lui.
Combatte nella battaglia di Nikolajewska e viene fatto
prigioniero. A quel punto di lui, come di tanti altri giovani
italiani partiti per il fronte russo, si perdono le tracce.
Morti, scomparsi. E' lungo l'elenco delle famiglie che per anni
non sanno che fine abbiano fatto i loro cari dispersi in Russia.
Per anni attaccati ad un filo di speranza sempre piu' esiguo.
Elio non riesce a dare notizie di se', non puo' dire che e'
stato curato in qualche ospedale russo, che forse potra' tornare
a casa. E' il 1945, a casa sta per tornarci davvero, viene fatto
salire su un treno, insieme a tanti connazionali, diretto in
Italia. Ma il suo calvario non e' ancora finito. Al confine del
territorio sovietico, durante una sosta, insieme ad altri
superstiti affamati va in cerca di cibo e mangia delle prugne
verdi che gli causano forti dolori. Sviene. Il treno non ha
tempo da perdere e riparte. Un altro soldato bergamasco, che lo
conosce, e lo ha visto a terra esanime, pensa che sia morto.
Arrivato in patria si reca a Vedeseta con la triste notizia.
Si celebrano i suoi funerali. Ma pochi mesi dopo, mentre Rina
si rifiuta di rassegnarsi, Elio ricompare. E' stanco, smagrito,
ma vivo. Le campane questa volta per lui suonano a festa. Ha 29
anni e tutta una nuova vita davanti da riempire di tanta gioia e
avventure. Fino all'altro giorno quando Elio, l'alpino che
rischio' la vita nel gelo della Russia, l'uomo che sopravvisse
al suo funerale, ha chiuso gli occhi in casa sua, circondato da
affetto e calore. ''E adesso che e' andato avanti - ha detto un
vecchio alpino ricordando un vecchio motto del corpo - speriamo
trovi pace sopra le cime...''. (ANSA).
AA 10-GEN-03 18:11 NNNN

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