Giusto per completare il quadro di quanto fotografato.
Da libro “le difese costiere italiane nelle due guerre mondiali” di Carlo Alfredo Clerici (un libro che vale la pena di acquistare)
“Le truppe tedesche presenti in Italia dal 1943 predisposero un tipo di fortificazione mobile prefabbricata, piccola ma solida. Consisteva in una casamatta in acciaio, armata con mitragliatrice, che poteva contenere due uomini con abbondante munizionamento. Era composta da due parti metalliche congiunte. Quella superiore conteneva la feritoia, l'armamento, le prese d'aria e lo sportello d'ingresso. Lo spessore variava da otto centimetri ad un massimo di quindici centimetri nella parte anteriore. La metà inferiore era invece spessa soltanto due centimetri, dato che si trovava interrata quando la casamatta era messa in posizione d'impiego e non veniva quindi esposta direttamente al fuoco nemico. Il peso totale dell'opera era di quattro tonnellate.
L'altezza era di circa due metri di cui uno destinato a rimanere fuori dal suolo. Il settore di tiro dell'arma, di solito una MG 34 o MG 42 era di circa 45 gradi. La feritoia era protetta da una piastra corazzata mobile, azionabile dall'interno. Sul tetto della casamatta erano collocate due aperture per i periscopi, ciascuna in corrispondenza dei sedili per i mitraglieri. Il ricambio dell'aria e l'evacuazione dei fumi di sparo erano assicurati da un sistema di ventilazione azionato a pedali. Per trasportare in un'altra posizione la casamatta era possibile introdurre un mozzo nei fori di ventilazione e montare alle estremità delle ruote di carro che consentivano così il rimorchio da parte di un qualunque trattore d'artiglieria.
E' interessante ricordare che alcune di queste opere, sopravvissute alla guerra, vennero recuperate e nuovamente impiegate nella linea fortificata italiana costruita lungo il confine jugoslavo nel dopoguerra.”
La foto 4 di Buriasco è proprio uno di questi bunker tedeschi trasportabili della II Guerra.
Dalla foto di Buriasco si vedono bene i fori di areazione laterali dove veniva inserito il mozzo per il trasporto del bunker. Si vedono bene pure le aperture superiori per i due periscopi.
Allego una foto tartta dallo stesso libro, dove si nota l'ingresso posteriore stile "apertura di stufa" ed al suo interno un militare.
In ogni caso era proprio un loculo d'acciao.