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M26
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Bunker Tedesco

Giusto per completare il quadro di quanto fotografato.

Da libro “le difese costiere italiane nelle due guerre mondiali” di Carlo Alfredo Clerici (un libro che vale la pena di acquistare)

“Le truppe tedesche presenti in Italia dal 1943 predisposero un tipo di fortificazione mobile prefabbricata, piccola ma solida. Consisteva in una casamatta in acciaio, armata con mitragliatrice, che poteva contenere due uomini con abbondante munizionamento. Era composta da due parti metalliche congiunte. Quella superiore conteneva la feritoia, l'armamento, le prese d'aria e lo sportello d'ingresso. Lo spessore variava da otto centimetri ad un massimo di quindici centimetri nella parte anteriore. La metà  inferiore era invece spessa soltanto due centimetri, dato che si trovava interrata quando la casamatta era messa in posizione d'impiego e non veniva quindi esposta direttamente al fuoco nemico. Il peso totale dell'opera era di quattro tonnellate.
L'altezza era di circa due metri di cui uno destinato a rimanere fuori dal suolo. Il settore di tiro dell'arma, di solito una MG 34 o MG 42 era di circa 45 gradi. La feritoia era protetta da una piastra corazzata mobile, azionabile dall'interno. Sul tetto della casamatta erano collocate due aperture per i periscopi, ciascuna in corrispondenza dei sedili per i mitraglieri. Il ricambio dell'aria e l'evacuazione dei fumi di sparo erano assicurati da un sistema di ventilazione azionato a pedali. Per trasportare in un'altra posizione la casamatta era possibile introdurre un mozzo nei fori di ventilazione e montare alle estremità  delle ruote di carro che consentivano così il rimorchio da parte di un qualunque trattore d'artiglieria.
E' interessante ricordare che alcune di queste opere, sopravvissute alla guerra, vennero recuperate e nuovamente impiegate nella linea fortificata italiana costruita lungo il confine jugoslavo nel dopoguerra.”

La foto 4 di Buriasco è proprio uno di questi bunker tedeschi trasportabili della II Guerra.
Dalla foto di Buriasco si vedono bene i fori di areazione laterali dove veniva inserito il mozzo per il trasporto del bunker. Si vedono bene pure le aperture superiori per i due periscopi.
Allego una foto tartta dallo stesso libro, dove si nota l'ingresso posteriore stile "apertura di stufa" ed al suo interno un militare.

In ogni caso era proprio un loculo d'acciao.
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Stefano
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Che foto

La risoluzione della foto da me postata non è purtroppo il massimo, ma al momento non riesco a farne un'ulteriore scansione.
Stefano
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cavalli
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diabolici questi teutonici!
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Buriasco
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Grazie per le informazioni della casamatta tipo A.
come idea e probabilmente come utilizzo dev'essere stata davvero efficace.
Quello che mi ha impressionato è la dimensione generale del loculo.
Immagino il calore, rumore e l'aria poco respirabile all'interno...ed il settore di tiro così ristretto...
Ne ho viste diverse di questo tipo lungo la linea del Tagliamento che ritengo di vecchia concezione visto anche l'utilizzo talvolta di carri in vasca M15 utilizzate come M ma mi ha davvero stupito l'utilizzo delle stesse a Sella Carnizza che, dalle foto dell P postate un po' di tempo fa, ritenevo che fosse un'opera di "recente" costruzione.
Comunque io personalmente ritornerò nella zona del ritrovamento della torretta dello Sherman vero metà ' /fine di febbraio in quanto ho trovato qualcosa di aperto. In più intendo proseguire nella ricerca di un'altra postazione particolare sempre lì in giro.
Chi fosse interessato ad una gita di questo tipo da effetturare prima della ritrovo ufficiale dei fanatici, io mi rendo disponibile.
saluti blindati

Paolo
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Bunker Tedesco

Nell'articolo di Cappellano si può apprezzare il disegno in sezione di questo tipo di bunker.

L'utilizzo di questo modello di cupola nella fortificazione permanente assieme ai carri in vasca per mitragliatrice rappresentarono il "prototipo" del nuovo modello di difesa di confine: non più opere complesse in galleria (anche perchè non si disponeva più del confine naturale delle Alpi e Prealpi Giulie), ma singole postazioni operativamente indipendenti.

Considerata la penuria di armamenti e di soldi alla fine del secondo conflitto, penso che lo SM abbia fatto man bassa di tutto il materiale militare non più in dotazione.
Anche l'utilizzo delle torrette dei carri M26, fu una conseguenza della breve durata operativa di questo carro, sostituito dal più efficacie M47, che penso venne radiato dagli USA già  dopo la guerra di Corea.
Stefano
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A proposito di M26, mi sono sempre chieste se il carro fotografato nella caserma Tagliamento di Arzene e catalogato nel censimento dei carri armati di Cappellano / Pierantonio Farina in realtà  si tratta di un ex carro in vasca...
Nessuno ha Informazioni?
Potrei provare a scrivere a Pierantonio o Cappellano...

saluti
Paolo
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Io ho pensato fosse per addestramento dei reparti ivi acquartierati.
Insomma una postazione P sempre pronta da spostare in caserma in mancanza di una costruita all'uopo all'interno.
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Io ho un collega che ha militato nel 73° Lombardia, ma al distaccamento di Latisana.
Tempo fa gli ho fatto alcune domande: di Arzene non ricorda nulla e l'unica cosa che mi ha detto è che faceva parte di una cp. "manutenzione" (quale ? non se lo ricorda ...) e che per l'addestramento al tiro andò a Capo Teulada.

:wink: Ciao a tutti.

Potresti scrivere anche a http://www.artiglieria.net : il master del sito è molto amico di Cappellano!
Maurizio, fante d'arresto ("rottamato" NATO)
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